- 6,6 miliardi di euro di fatturato e 2,3 in valore aggiunto il valore della filiera nel Mezzogiorno.
- 20mila imprese del settore e 100mila occupati nel Mezzogiorno.
- 2,2 mld l’export delle imprese meridionali, il 50% circa verso Paesi extra UE; forte capacità di penetrazione nei nuovi mercati.
- Il peso del settore meridionale sul totale della moda Italiano è l’8,4% sul fatturato e l’11% nel valore aggiunto.
- Italia leader mondiale della filiera Abbigliamento-Moda: il fatturato italiano, 78,5 mld di euro, supera il totale, 68,4 miliardi di euro, dei quattro principali stati europei: Germania, Francia, Spagna e Regno Unito.
Presentata, nel corso di un convegno nella sede del Banco di Napoli, la ricerca realizzata da SRM (Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo) dal titolo “Un Sud che innova e produce. La filiera abbigliamento-moda”, volume della collana di studi sui settori manifatturieri di punta del Mezzogiorno.
Il convegno, introdotto dal presidente del Banco di Napoli, Maurizio Barracco, e dal presidente di SRM, Paolo Scudieri, si è concentrato sul valore della filiera Moda per lo sviluppo economico del territorio analizzando il ruolo dell’Italia nel contesto internazionale ed europeo, la rilevanza delle relazioni produttive tra le imprese, il posizionamento del Mezzogiorno nella filiera nazionale ed infine l’importanza dei principali driver di competitività per affrontare le sfide future quali la logistica, l’innovazione e l’internazionalizzazione.
La ricerca si inserisce negli studi di SRM su quelle filiere produttive che meglio esprimono l’idea di un Sud in grado di innovare e produrre. Nel caso specifico, la moda è un importante catalizzatore dello sviluppo economico ed uno dei settori principali del nostro made in Italy la cui presenza trascina, in una spirale virtuosa, ricadute di immagine positive per l’intera industria manifatturiera del nostro Paese.
I dati evidenziano un Mezzogiorno che vanta una posizione di rilievo in ambito nazionale con fatturato delle imprese pari a 6,6 miliardi di euro, un valore aggiunto di 2,3 miliardi di Euro, 2,2 miliardi di export e circa 20mila imprese attive.
I risultati della ricerca sono stati presentati da Massimo Deandreis, direttore generale di SRM, daOlimpia Ferrara, responsabile Reparto Imprese e Terzo Settore di SRM e da Alessandra Benedini di Prometeia.
Il direttore regionale di Intesa Sanpaolo, Franco Gallia ha tenuto la relazione introduttiva dell’evento incentrandosi su “Il ruolo della banca a sostegno della filiera”. E’ poi seguita la tavola rotonda dal titolo “I fattori di crescita per la filiera: dimensione, internazionalizzazione ed innovazione” moderata dal direttore generale del Banco di Napoli, Bruno Bossina alla quale hanno partecipato: Carlo Palmieri, presidente della sezione “Sistema Moda dell’Unione Industriali di Napoli, Gianfranco Di Natale, direttore generale SMI-Sistema Moda Italia, Pascale Iannetta, direttore finanziario Kiton, Mario Resca, presidente Confimprese, Antonio Bernardo, presidente Piazza Italia, Monica Gemelli, amministratore delegato della start-up innovativa Bluesquare. Il convegno si è concluso con l’intervento del prof. Giovanni Costa, vicepresidente del Consiglio di Gestione di Intesa Sanpaolo.
Giovanni Costa, vicepresidente del Consiglio di Gestione di Intesa Sanpaolo – “Il Gruppo Intesa Sanpaolo erogherà quest’anno a famiglie e imprese 37 miliardi di nuovo credito a medio-lungo termine che si aggiungono ai 27 erogati nel 2014. Questo è solo un aspetto della nostro contributo all’economia reale. L’impegno del Gruppo e del Banco di Napoli in questa giornata sul sistema Tessile-abbigliamento- calzatura dimostra la nostra attenzione ai nuovi fenomeni di aggregazioni di rete che noi vogliamo valorizzare con il rating di filiera che contribuirà ad aumentare la capacità d’investimento e lo spirito imprenditoriale in un settore fondamentale per l’economia del Paese e del Mezzogiorno”.
Maurizio Barracco, presidente Banco di Napoli – “Il settore Moda è uno dei principali asset della Campania. La sua storia imprenditoriale ci ricorda che il nostro territorio è ricco di realtà positive che vanno sostenute per favorire la ripresa reale e duratura dell’economia territoriale. Su questa direzione è il convegno che affronta la fondamentale tematica dell’innovazione, dell’internazionalizzazione e della crescita della filiera in tutte le sue principali componenti produttive e distributive. Qualità della produzione e capacità di competere sul mercato globale sono condizioni fondamentali per lo sviluppo del settore”.
Paolo Scudieri, presidente SRM: – “Questa ricerca rappresenta la continuazione di una serie di approfondimenti sui settori manifatturieri. Dopo Aerospazio, Automotive e Agroalimentare, SRM si sofferma ora sulla cosiddetta quarta “A”: la filiera dell’Abbigliamento-Moda. Il nostro intento è di mettere luce sulle filiere eccellenti del Mezzogiorno, nelle quali c’è capacità di fare impresa, spirito imprenditoriale, internazionalizzazione. Un Sud diverso da quello che si descrive comunemente, che sa innovare e produrre”.
Franco Gallia, direttore regionale Intesa Sanpaolo – “L’incontro di oggi ci fornisce la chiara percezione che il sistema d’impresa e le dinamiche imprenditoriali si stanno trasformando e orientando verso un nuovo modello competitivo basato su innovazione, dimensione e internazionalizzazione. Ciò rende possibile definire migliori relazioni e più efficaci sistemi di finanziamento e di servizio alle imprese in un rapporto di condivisione di obiettivi tra banche e imprese del territorio che ci consente di supportare la nascita e lo sviluppo di nuove aziende e accompagnare e sostenere quelle già esistenti in un mercato sempre più competitivo e complesso”.
Bruno Bossina, direttore generale Banco di Napoli – “E’ nostra volontà assecondare le esigenze dei sistemi produttivi locali, cogliendo quelle specificità territoriali che spesso differiscono e caratterizzano le diverse aree produttive. L’azione del Banco di Napoli si concentra in particolare su almeno tre direttrici fondamentali: Crescita e innovazione, perché per esportare occorre avere dimensioni d’impresa adeguate; sviluppo del business internazionale, perché l’industria italiana sarà sempre più dipendente dall’estero; rafforzamento delle vocazioni settoriali con investimenti e scelte industriali che sostengano i settori e le aree di maggiore forza competitiva presenti nel Paese”.
Massimo Deandreis, direttore generale SRM: – “Dalla ricerca emerge chiaramente non solo il rilievo che ha questo settore nell’economia del Mezzogiorno ma anche l’interdipendenza esistente e il contributo dato ai successi di tutta la filiera Abbigliamento-Moda italiana. Le difficoltà non mancano soprattutto perché la globalizzazione pone nuove e più difficili sfide. Ma le imprese di questa filiera – anche nel Mezzogiorno – hanno ormai compreso che occorre sapere coniugare qualità e tradizione con innovazione, tecnologie e sperimentazione di nuove forme distributive”.
PRINCIPALI NUMERI DELLA RICERCA:
Italia
La filiera manifatturiera italiana costituisce una quota rilevante dell’intero settore Tessile Abbigliamento Calzaturiero (acronimo TAC) europeo essendo il principale produttore e generatore di fatturato (36,4%), di valore aggiunto (35,3%) e di occupazione (24,2%).
In termini di fatturato l’Italia vale più dei quattro principali stati europei della filiera messi insieme: 78,5 miliardi contro i 68,4 miliardi di Germania, Francia, Spagna e Regno Unito.
Accanto all’industria italiana TAC c’è il comparto “distributivo” della filiera che con un fatturato di quasi 62 mld di euro, posiziona il Paese al terzo posto in Europa, dopo il Regno Unito (70,5 mld. di euro) e la Germania (70,1 mld. di euro) paesi con una storica e ben radicata tradizione “di servizi distributivi”.
In Italia il Fatturato della filiera ammonta a 78,5 miliardi di Euro ed il valore aggiunto prodotto ammonta a 21,2 miliardi. Il contributo del fatturato del sistema moda al settore manifatturiero italiano è del 9%, analogo dato (9,7%) è per il valore aggiunto.
L’export italiano verso il mondo, del sistema moda, ammonta a 46,9 miliardi di euro; le aree di destinazione verso i paesi Extra UE 28 pesano per il 48,7%; il contributo dell’export “moda” all’export totale del manifatturiero Italia è del 12,3%.
In Italia il settore vanta oltre 85 mila imprese attive, gli occupati nel settore ammontano a 546 mila unità. Il peso delle imprese del sistema moda sul totale delle imprese manifatturiere in Italia è del 16,8%. Il peso degli occupati del sistema moda sul totale occupati manifatturieri è del 13,3%.
I distretti industriali rappresentano il 35,4% in termini di unità locali e il 45,6% in termini di addetti dell’intero sistema Moda italiano, percentuale che si attesta al 7,8% e al 7,4% rispettivamente se si considera l’intero manifatturiero.
Mezzogiorno
Nel Mezzogiorno le imprese attive della filiera Abbigliamento sono quasi un quarto di tutte le imprese della filiera nazionale.
L’export del settore Abbigliamento-Moda nel Mezzogiorno è pari al 5,9% dell’export Manifatturiero del Sud, valore non particolarmente elevato soprattutto perché le imprese del settore del Mezzogiorno sono prevalentemente “terziste” ossia lavorano come subfornitori di imprese del Centro Nord. Una componente quindi dell’export del Centro Nord incorpora produzioni del Mezzogiorno.
Senza il contributo del Mezzogiorno il posizionamento dell’Italia passerebbe nella classifica mondiale dal secondo al quarto posto per valore complessivo dell’export del settore Abbigliamento e Moda.
Le imprese che hanno costituito una rete d’imprese nel Mezzogiorno (del settore Abbigliamento Moda) sono 67 pari al 17% del dato nazionale. I Distretti invece sono 9 su 42. Quello di San Giuseppe Vesuviano si configura come il più grande del Mezzogiorno.
Nel Mezzogiorno una componente rilevante è quella della Campania che si conferma come la Regione dove questo settore è più fortemente radicato e dove alcuni indicatori sono anche più elevati della media nazionale.
In Campania il Valore Aggiunto del settore sul totale manifatturiero è del 10,1% dato superiore a quello nazionale (9,7%) e quello medio del Mezzogiorno (8,3%). Anche su altri indicatori, come Fatturato (10,5%), Export (12,4%) e occupati (16,2%) i valori della Campania in rapporto al settore manifatturiero nel suo insieme sono superiori a quelli medi nazionali e del Mezzogiorno.