Antonio Dal Cin, ex finanziere, è una delle vittime dell’amianto killer. Continua a combattere la sua battaglia contro la malattia. Ma con l’associazione Ona è sceso in campo in prima persona per combattere un’altra battaglia: quella delle prevenzione.
Dal Cin, il processo alla Eternit si è concluso con la prescrizione dei reati anche se a morire per i veleni dell’industria sono stati tanti, circa tremila le vittime. Non è assurdo?
“Senza entrare nel merito dell’istituto giuridico, occorre innanzitutto precisare che la prescrizione del reato non equivale ad una sentenza di assoluzione. La prescrizione è un fatto tecnico, e ciò significa che il reato c’è e allora c’era anche il dolo, e questo è importante per i caso di omicidio. Nel processo Eternit la prescrizione è inerente al reato di disastro ambientale. Ma appare del tutto evidente che l’epidemia è tuttora in corso, tant’è che il picco è previsto nel periodo che va dal 2020 al 2025. E l’amianto è ancora presente su tutto il territorio nazionale, dove attualmente ci sono 2,5 miliardi di metri quadrati di coperture di Eternit, pari a 32 milioni di tonnellate di cemento-amianto e molte tonnellate di amianto friabile, per un totale di amianto puro di circa 8 milioni di metri cubi. In Italia a causa dell’amianto killer ci sono circa 5.000 vittime ogni anno ed è un dato da brivido che documenta in modo inoppugnabile che di amianto si muore ogni giorno e si continuerà a morire per i prossimi decenni, ragion per cui, a mio avviso, non dovrebbe esservi alcun tipo di prescrizione.
Sono proprio queste morti che si susseguono da decenni, a documentare e a rendere comprensibile la portata di questo disastro ambientale.
Che l’amianto fosse pericoloso per la salute dell’uomo, era già noto agli inizi del secolo scorso, considerato che nel 1908, il Tribunale di Torino, nel definire la causa 1196/1906, Soc. anonima The British Asbestos company Limited contro Pich Avv. Carlo, mandò assolto il giornalista che aveva dato notizia circa la pericolosità per la salute umana delle polveri e fibre di amianto. La Suprema Corte di Cassazione IV Sezione Penale, con Sentenza n° 42128 del 12/11/2008 afferma che “l’amianto ha un ruolo altamente privilegiato nell’innesco del processo cancerogenetico tali fibre hanno un privilegiato ruolo causale, sulla base di affidabili acquisizioni scientifiche, perché particolarmente sottili e quindi dotate di elevata capacità di penetrazione nei tessuti, la quantità e la durata dell’esposizione sono irrilevanti”.
Lei che è una vittima dell’amianto, come si sente davanti a questa prescrizione?
“Resto comunque fiducioso nella giustizia e nell’operato del Procuratore dott. Raffaele Guariniello. Credo che otterremo giustizia. Il bene trionfa sempre sul male. Non vorrei essere nei panni del magnate svizzero, non sopporterei di avere migliaia di morti sulla coscienza”.
La sua malattia contratta sul lavoro la guida in una battaglia: quale?
“Tengo a precisare che la mia non è una battaglia, ma una legittima rivendicazione, che serve ad evitare che altri si ammalino e muoiano. Sostengo l’impegno dell’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale sull’Amianto ONA Onlus, un’associazione che che conta in Italia oltre 10.000 iscritti e nasce per raccogliere la sofferenza, il disagio e le difficoltà dei lavoratori esposti all’amianto e dei familiari delle vittime dell’amianto, troppo spesso lasciati soli ad affrontare le conseguenze di quello che non potrà mai, per sua natura, essere definito un “problema privato”. L’ONA è presente in quasi tutte le Regioni italiane, può contare sul supporto di un Comitato Tecnico Scientifico di cui fanno parte insigni professori universitari e affermati professionisti, e intrattiene rapporti di collaborazione con agenzie ed istituzioni di tutto il mondo. Il 27 marzo 2012 ho costituito con altri mie colleghi il Settore “Esposti e Vittime Amianto dei militari appartenenti alla Guardia di Finanza” – Osservatorio Nazionale Amianto ONA ONLUS, struttura periferica dell’Osservatorio Nazionale Amianto ONA ONLUS, che conta oggi circa 300 iscritti e tutela i lavoratori esposti e vittime dell’amianto anche tra coloro che vi sono rimasti esposti tra gli appartenenti alla Guardia di Finanza.
In seguito alla morte di molti lavoratori che hanno prestato servizio nella Guardia di Finanza per mesotelioma, sono pendenti indagini giudiziarie, finalizzate all’accertamento dei fatti e di eventuali responsabilità, e nel caso dovesse essere formulata richiesta di rinvio a giudizio, l’Associazione si costituirà parte civile per sostenere i familiari delle vittime e per chiedere l’integrale risarcimento di tutti i danni. L’ONA ha anche costituito il Dipartimento delle Forze dell’Ordine, con il quale, intende tutelare la salute e gli ambienti di lavoro di tutti gli appartenenti delle Forze dell’Ordine, non solo rispetto all’amianto, ma anche in relazione a tutti gli agenti patogeni, anche in relazione alle missioni fuori del territorio nazionale.
Sono stati istituiti diversi e specifici dipartimenti :
- POLIZIA DI STATO
- ARMA DEI CARABINIERI
- GUARDIA DI FINANZA
- POLIZIA PENITENZIARIA
- POLIZIA LOCALE
- POLIZIA PROVINCIALE
- CORPO FORESTALE DELLO STATO
- VIGILI DEL FUOCO
- GUARDIE PARTICOLARI GIURATE
Lei pensa che si faccia ancora poco per questo tipo di inquinamento industriale?
“Sicuramente, si deve fare di più. C’è una vera e propria strage in corso, morti silenziose, ed evitabili, e quindi ancora più inaccettabli”.