La Camorra fenomeno prettamente napoletano, era un’associazione di delinquenti comuni con statuto, gerarchia e giuramento. Sorta ai tempi del vicereame, ispirandosi alla confraternita del Monopodio, un’associazione di ladri operante a Siviglia, fin dal secolo XV, verso il 1820 si organizzò a setta. Pur avendo ancora fra le sue file piccoli delinquenti comuni, manovrando bene fra gli scandali di corte, gli appalti ed il racket sul commercio, divenne potente e temuta. Ognuno dei dodici quartieri di Napoli ebbe il suo capo camorra, mentre quello del quartiere della Vicaria era al vertice della gerarchia, là c’era il capo assoluto di tutta la camorra. Fra le sue fila appartenevano ovviamente malavitosi di ogni genere, ma anche degli insospettabili come i sensali di commercio, i rivenditori, i macellai e tutti quelli che con la forza dettavano i prezzi nei pubblici mercati. Il ruolo dei camorristi non si esauriva qui, spesso dirimevano grandi e piccole questioni sostituendosi alla giustizia ufficiale laddove questa non si curava di arrivare fino ai “bassi”, aiutava qualche vedova e derelitto facendo in modo che si sapesse in modo da crearsi un’aurea alla Robin Hood. Per queste loro funzioni i capocamorra erano temuti, rispettati e perfino venerati. Un’idea concreta la fornisce il lavoro di Eduardo “Il sindaco di rione Sanità”. Uomini senza cultura, ma svelti ed intelligenti, capaci di mobilitare con un semplice gesto migliaia di persone pronte a tutto senza badare al pericolo. Rubavano e assassinavano, ma avevano un culto speciale per la Madonna del Carmine.
L’aspirante camorrista all’inizio della carriere era “guaglione ‘e mala vita”, dopo aver dato prova di zelo e di coraggio diventava “picciotto” e dopo ancora promosso camorrista di ruolo con una cerimonia quasi identica a quella della Carboneria, solo che qui c’era da sostenere un duello vero con un camorrista anziano e la cosa poteva finire addirittura prima di iniziare e per diventare invulnerabili erano soliti procurarsi una ferita sul braccio destro e poggiare su di essa un’ostia consacrata!
C’è da dire che molte volte sia i patrioti, sia i reazionari non si fecero scrupolo di chiedere i servizi alla camorra.
da: Storia di un regno maltrattato