Ecco Benevento come piace a noi. Reattiva, caparbia, tenace. Capace di mettersi alle spalle le difficoltà della terribile alluvione dello scorso 15 ottobre, passata alla cronaca come una tragedia dimenticata perché non adeguatamente seguita dal sistema dei media e dalla politica. Tuttavia “lo spirito musicale prova a riscrivere il tessuto di una città colpita al cuore nella speranza di un sorriso che significa rinascita”. Parla Caterina Meglio, presidente del Conservatorio di Benevento che ha messo insieme i Conservatori della Campania per un concerto di beneficenza che si è svolto nel Duomo sannita lunedì 7 dicembre. Obiettivo? Raccogliere fondi per la ricostruzione del Sannio martoriato.
Professoressa, la prima volta che si sono esibiti nello stesso spettacoli tutti insieme i quattro conservatori musicali della Campania?
Sì, è una novità assoluta in Campania grazie alla Regione che ha ideato l’evento riunendo in un unico momento le eccellenze musicali regionali con una esibizione che ha visto insieme studenti e docenti.
Sebastiano Maffettone, consigliere per la Cultura del Presidente Vincenzo De Luca, ha detto di auspicare che da questa collaborazione nascano altre iniziative, come la costituzione di un’orchestra giovanile. Lei cosa ne pensa?
Mi lasci partire da una considerazione. La musica non conosce barriere. Ci illumina con la bellezza e ci stimola con la tensione emozionale. Ha la capacità di unire le anime, secondo le parole di Papa Francesco, di liberarci dalle angosce e aiutarci nei momenti in difficoltà. Benevento aveva bisogno di un punto di inizio di un nuovo percorso, di un’azione culturale simbolo di rinascita pensato all’indomani della distruzione. Sono orgogliosa di aver presentato, in via sperimentale, nel Duomo la nuova creatura: l’Orchestra giovanile dei Conservatori campani.
Il concerto di lunedì 7 dicembre oltretutto aveva scopo di beneficenza?
I fondi raccolti saranno devoluti alla CRI Comitato di Benevento, presente con il suo presidente Stefano Tangredi e con tanti volontari.
Va anche sottolineato che il concerto si è svolto in condizioni difficili. Non è così?
Il Duomo non era riscaldato e va quindi apprezzato il sacrificio degli spettatori, ma soprattutto degli artisti dell’orchestra e del coro che erano in abito da sera.
Ma a parte questo è stato un evento straordinariamente significativo. Con la Giovane Orchestra riteniamo di aver avviato una speciale ripartenza sociale, liberatrice di forze positive, come segno di rinascita della nostra terra. Tutti i migliori allievi degli istituti di alta formazione musicale si sono dati appuntamento in quello splendido luogo di culto.
L’Istituzione di Alta Formazione Musicale sannita è stata ben lieta di ‘capitanare’ questa prestigiosa e meritoria iniziativa regionale?
Certamente. Il “Nicola Sala”, con orgoglio e soddisfazione, ha assunto il ruolo capofila di un Progetto Regionale di solidarietà per l’emergenza alluvione, un progetto legato alla musica, alla cultura, all’arte, denso di significati, di forte impatto dal punto di vista civile e sociale, per il quale il Conservatorio beneventano ha messo in campo tutte le proprie forze artistiche, potendosi avvalere di una classe docente di altissimo spessore e di eccellenze studentesche destinate ad una prestigiosa e prospera carriera concertistica.
Così nasce il lavoro di squadra che ha portato al Concerto del Duomo?
Sì, il programma proposto per il Concerto del 7 dicembre al Duomo di Benevento è frutto di un lavoro di squadra, grazie al quale un team di docenti ha lavorato fianco a fianco con i propri studenti, attraverso un lungo e minuzioso lavoro di ricerca e formazione didattica: a partire dalla scelta motivata e ragionata delle composizioni da eseguire fino alla creazione di un testo che ha fatto da trait d’union con i brani musicali. Il tutto poi si è concretizzato in un prodotto artistico di elevatissima fattura, capace di lanciare con forza ed energia un messaggio di speranza, di luce, uno sguardo aperto sul futuro, sulla capacità di rinascere e rimodulare.
Ecco un passaggio importante. Lei ha accennato al tema della ricerca. Anche i Conservatori di Musica, al pari degli altri Atenei, indirizzano i propri percorsi verso obiettivi di ricerca?
Assolutamente sì. La Legge 508/99 di Riforma dei Conservatori ha decretato che gli Istituti Superiori di studi musicali sono sedi primarie di alta formazione, ma anche di specializzazione e di ricerca nel settore artistico e musicale. La ricerca, in ambito formativo ed anche performativo, dunque sta alla base dello sviluppo della cultura musicale, e rappresenta quindi l’elemento portante su cui fondare il futuro della Musica. Al pari dunque della funzione che la ricerca ha nell’ambito scientifico e delle scienze umane, anche nel settore artistico la ricerca deve conquistare il ruolo primario che essa merita.
Quindi il Conservatorio “Nicola Sala” di Benevento si pone, all’interno del Sistema dell’Alta Formazione Artistica e Musicale, come una Istituzione all’avanguardia nel senso dell’innovazione?
Sì, infatti, il Conservatorio “Nicola Sala” ha proposto e proporrà innovazioni forti in merito ad alcuni pilastri della formazione e della ricerca, incentivando anche l’apertura del sistema verso l’Europa, ad esempio attraverso la mobilità degli studenti e dei ricercatori, anche mediante i nuovi strumenti europei. Sono stati realizzati significativi investimenti su nuove metodologie della formazione, mettendo a frutto esperienze d’eccellenza, puntando all’apertura nei confronti del mondo del lavoro, nella prospettiva occupazionale, fruendo anche di appositi flussi di finanziamento e i fondi strutturali. In questa direzione è molto forte l’intesa e la sinergia del nostro Conservatorio con gli Enti locali, con la Regione Campania e con Istituzioni di ricerca nazionali ed internazionali.
Angela Scognamiglio