Al via i saldi invernali. Si parte in tre regioni: Basilicata, Campania e Sicilia hanno infatti inaugurato la stagione degli sconti. Da martedì 5 gennaio, poi, la partenza è prevista in tutta Italia: per i commercianti, dopo un Natale leggermente migliore rispetto agli ultimi anni, c’è la speranza di fare un po’ di cassa. “Nessuna impennata delle vendite è tuttavia prevista durante i saldi invernali, ma crescerà il numero di famiglie che potrà permettersi qualche acquisto durante il periodo di sconti”, ha spiegato il Codacons.
In questa fase è anche importante seguire un elenco di consigli per gli acquisti. Il calendario completo dei saldi invernali 2016 I saldi invernali 2016, insomma, potrebbero non provocare grossi scossoni. “Gli esercenti applicano già sconti medi dal 20 al 40%, proponendoli direttamente ai consumatori in fase di acquisto, accettando le richieste di sconti dei cittadini o inviando mail e sms ai clienti fidati”, sostiene l’associazione dei consumatori. Insomma, i commercianti non hanno aspettato gennaio per praticare sconti. Per quanto riguarda la spesa media, secondo il Codacons si attesterà sui 184 euro a famiglia: un budget invariato rispetto all’inverno 2015.
Diverse le previsioni della Confcommercio, secondo cui ogni famiglia spenderà in media quasi 400 euro per l’acquisto di abbigliamento e calzature nei prossimi mesi. L’Aduc ha riportato una piccola guida sui consigli per affrontare i saldi invernali 2016. “Non lasciarsi ingannare da sconti che superano il 50% del costo iniziale. Nessuno regala niente. Difficilmente un commerciante ha ricarichi superiori al 50% a meno che non si tratti di un artigiano che produca da sè e che nella determinazione del prezzo ha margini e logiche più ampie. E ricordarsi che prezzi tipo ‘49,90’ euro vuole dire ‘50,00’ e non ‘49,00’.”, spiega un comunicato dell’associazione. Particolare attenzione va posta anche alla qualità del prodotto: “Guardare le etichette che riportano la composizione dei tessuti: i prodotti naturali costano di più, quelli sintetici meno.
La percentuale di composizione può variare notevolmente e incidere sul costo finale”. Infine, i consumatori devono ricordare di avere gli stessi diritti anche sui prodotti in saldo: “Diffidare dei negozi che espongono cartelli tipo ‘la merce venduta non si cambia’. Esistono regole precise del commercio che impongono il cambio della merce non corrispondente a quanto propagandato o perchè difettosa. Il fatto di essere in saldo, non significa che queste regole non siano valide”, conclude l’Aduc