Le banche sono sotto attacco per colpa delle sofferenze. Ma, analizzando i dati, si scopre che la stragrande maggioranza dei prestiti che rischiano di non tornare nelle casse degli istituti è nel centro nord. La classifica delle sofferenze, secondo i dati pubblicati ieri dal Sole 24 Ore, è guidata dalle regioni del Nord, più sviluppate e dove la recessione ha avuto un impatto forte sulla stessa consistenza della base produttiva. Così, Nordovest e Nordest rappresentano oltre la metà delle sofferenze totali, mentre Sud e Isole appena il 19 per cento. In compenso i tassi di interesse nel Mezzogiorno sono molto più alti rispetti a quello del Centro Nord.

Se però in media le sofferenze valgono il 16,8% degli impieghi (dal 3% di “partenza” all’inizio della crisi), nelle regioni del Nord i tassi sono decisamente inferiori. Con le aree più virtuose, Trentino-Alto Adige e Val d’Aosta, a vantare tassi dimezzati rispetto al dato nazionale mentre nelle aree più a rischio, Molise e Calabria, l’incidenza delle sofferenze arriva rispettivamente al 28 e al 27% degli impieghi verso le imprese. Su base provinciale il podio è occupato da Bolzano, Sondrio (7,3%) e Trieste(7,7%)mentre all’estremo opposto si trovano Reggio Calabria, Trapani (33,8%) e Benevento (324%).