Politica interna
Unioni civili – Ieri Laura Boldrini ha ribadito un concetto già espresso dal presidente del Senato Pietro Grasso, dichiarando a Corriere.it che “quando muore il partner e il figlio resta solo, il partner ha il dovere di occuparsi del figlio”. Parole che hanno gettato ulteriore benzina sul dibattito che divide favorevoli e contrarti alla stepchild adoption (l’adozione del figlio del partner, anche omosessuale). L’esito della votazione sul testo della legge Cirinnà è incerto, e per questo molti lanciano appelli. La presidente della Camera sottolinea il successo delle manifestazioni pro unioni civili di sabato: “Ci hanno detto che il nostro Paese si aspetta una legge anche perché l’Italia è l’ultima in Europa a non averla ancora”. Per il forzista Lucio Malan le parole della Boldrini non rispettano il suo “ruolo da arbitro”, mentre il leghista Massimiliano Fedriga “si augura che Mattarella rivolga al più presto un richiamo formare alla Boldrini”.
M5S – Beppe Grillo è pronto a completare quel “passo di fianco” finalizzato all’uscita dall’attività politica. Per Pippo Civati si tratta di un “passaggio decisivo”, che guarda con grande attenzione. Il leader di Possibile è interessato a capire quale strada prenderà il Movimento “sui grandi temi, su scelte che devono avere un’impronta di destra o di sinistra e che oggi urge siano chiarite”. Più critico Lorenzo Guerini, vice segretario del Pd, che parla di occasione sprecata per cambiare il Paese. Dubbioso Matteo Salvini che non crede al passo indietro di Grillo: “Le scelte vere il M5S le prende in poche stanze, dove Grillo e Casaleggio ci sono…”.
Politica estera
Schengen – Oggi Italia e Germania faranno una proposta per tenere in vita il Trattato di Schengen. Al Consiglio dei ministri dell’Interno che si svolge ad Amsterdam si cercherà una mediazione con i fautori della linea dura, che vogliono blindare i confini esterni. Roma e Berlino chiedono che lo Stato che vuole ripristinare temporaneamente i controlli alle frontiere lo faccia concordando l’iniziativa con gli altri Paesi dell’Unione. Si creerà così un tavolo di coordinamento che eviterà iniziative estemporanee, in modo da evitare problemi agli altri Stati. Se non si riuscirà a trovare un punto d’incontro si rischia la sospensione per due anni dell’accordo sulla libera circolazione.
Libia – In Libia la minaccia dell’Is ha raggiunto livelli intollerabili, e Palazzo Chigi svela le carte su una road map militare concertata con gli Stati Uniti, un’escalation che si svilupperà nell’arco di due o tre settimane. L’insediamento del nuovo governo libico, entro il 29 gennaio, permetterà alla comunità internazionale di avere un referente politico con il quale concordare l’intervento militare. Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e il sottosegretario all’intelligence Marco Minniti sottolineano che “azioni militari fuori controllo non farebbero che spaccare la società politica libica, portando sostegno all’Is”. La soluzione migliore è dunque un intervento coordinato, che a differenza di azioni spot non porti altro terrorismo in Europa.
Economia e finanza
Banche – I quatto provvedimenti su bad bank, sulle quattro banche salvate, sulla riforma Bcc e sul recupero dei crediti stentano a uscire dalle stanza dei tecnici che vi lavorano. Il provvedimento sulla bad bank dipende dall’incontro di domani tra il ministro Padoan e la commissaria alla concorrenza Vestager. Tutto ruota intorno al prezzo della garanzia pubblica da applicare ai 200 miliardi di crediti deteriorati delle banche italiane per venderli meglio. Un prezzo basso piace alle banche perché garantirebbe incassi più elevati, ma piace un po’ meno a Bruxelles per la somiglianza a un aiuto di Stato. Il decreto sulle quattro banche fallite il 22 novembre potrebbe arrivare entro il 30 marzo, e il presidente dell’Anac Cantone si è spinto a promettere una soluzione per gennaio. Ma i nodi politici rimangono, e Renzi non sembra intenzionato a scioglierli. Il provvedimento sul recupero dei crediti è di fatto un mistero. Il ministero dell’Economia dice che ci lavora anche quello della Giustizia, ma sabato alla Giustizia non ne sapevano nulla. Infine la riforma delle Bcc, pronta, non è sicuro se arriverà al Consiglio dei ministri di questa settimana. Probabilmente sarà accorpata con gli altri provvedimenti, che però tardano.
Industria – Dal 2010 al 2014 la produzione italiana è calata di 8,7 punti percentuali. In base alle tabelle Eurostat, elaborate dall’Adnkronos, emerge che nel periodo di riferimento, per 10 paesi della zona euro la produzione industriale ha registrato una riduzione, mentre per gli altri 8 c’è stato un miglioramento. La media registra un aumento di un punto percentuale. In Italia il crollo maggiore si è registrato nel settore dell’energia.