“Solo chiacchiere e senza neanche il distintivo. Se non quello di bugiardo matricolato”. Passano i giorni e la polemica diventa sempre più rovente, a Napoli, tra i candidati per le prossime amministrative. Soprattutto tra il sindaco uscente Luigi De Magistris e quello che più sembra accreditato, dopo gli ultimii sondaggi Ipr e Tecnè, a scalzare l’attuale primo cittadino dalla poltrona di Palazzo San Giacomo. Gianni Lettieri parla a Ilsudonline senza peli sulla lingua.
Napoli è due mondi, da sempre separati in casa. Borghesia e lazzari, intellettuali e plebe. La sua biografia sembra suggerire che lei può essere l’uomo che li congiunge. Non crede?
In parte sì. Da imprenditore mi sono calato nella vita istituzionale di questa città. Affronto tutto pragmaticamente e conosco pregi e limiti di Napoli. Per quattro anni e mezzo ho studiato da un osservatorio privilegiato la mia città, ho studiato le soluzioni a tutti i problemi e quindi sono pronto – oggi più di cinque anni fa – a tornare a confrontarmi con i cittadini.
Qualcuno sostiene che però la candidatura con Forza Italia è per lei come una camicia di Nesso. Non tutto il centrodestra a Napoli la sostiene convintamente.
Forza Italia e il centrodestra, coerentemente con il loro programma per Napoli, si sono ritrovati sul mio nome e sul mio progetto civico. Così hanno scelto di combattere con me questa battaglia che è innanzitutto di civiltà.
Quindi non si è mai pentito di essere uomo di Forza Italia e del centro destra? Non crede che con una lista civica autonoma potrebbe fare di più, data la crisi dei partiti?
I partiti sono in crisi e questo è un dato di fatto. Ma io non sono un demolitore della politica. Mi auguro piuttosto che i partiti recuperino al più presto il ruolo centrale che hanno avuto nella storia del nostro Paese. Altro è ciò che sto mettendo in piedi io: io non sono un politico.
Parliamone.
Ho un progetto che, nelle etichette, finisce sotto quella del “civico” e voglio soltanto occuparmi della mia città. Voglio risolvere i problemi, voglio riportare questa città allo splendore di un tempo. La politica, ripeto, la lascio a chi deve occuparsene. Dal canto mio posso solo augurarmi che lo faccia nel migliore dei modi.
Da uomo del fare, è vero che soffre un po’ la vis polemica del politico De Magistris?
In verità soffro quando chiunque, figuriamoci il sindaco, dice bugie ai cittadini. Più che di vis polemica io parlerei proprio di un uomo che, nel tempo, ha isolato la città dal resto del Paese e che con le proprie scelte – a dir poco singolari – ha gettato la città nel degrado in cui versa attualmente. Un degrado nella forma, specie in periferia, e nella gestione della cosa pubblica.
Chiacchiere e distintivo. Le sembra una buona metafora per definire l’attuale sindaco?
Le chiacchiere sicuro. Ma come diciamo noi napoletani “chiacchiere e tabacchere o Banc e Napul nunn’e mpegn”. Il distintivo? Se è quello di bugiardo sì. Allora il nostro sindaco ha anche il distintivo
E’ vero che alcuni spunti e idee di Lettieri sono diventati cavalli di battaglia di De Magistris?
E’ da un po’ di tempo che non mi esprimo in pubblico su proposte e soluzioni. E sa perché? Perché in passato, come ripeto spesso, si è appropriato delle mie idee, applicandole però a modo suo, quindi nel peggior modo possibile.
Può farci un esempio?
Un esempio eclatante però ve lo faccio sui rifiuti: per uscire dalla fase di emergenza in cui era finita la nostra città, fui io a suggerire di mandare all’estero la nostra immondizia. Il punto è che sono passati anni e la situazione è ancora quella. Doveva essere solo una “soluzione ponte” e invece è diventato ordinaria amministrazione. Questo dimostra la totale incapacità di programmazione da parte di questa amministrazione.
Lei è un imprenditore e un uomo di finanza. Faccia parlare i suoi numeri…
Quello che ho fatto è sotto gli occhi di tutti. Sia da presidente degli industriali, sia come imprenditore con le mie aziende. Attualmente a Napoli dirigo Atitech che è l’azienda con il maggior numero di dipendenti a Napoli. Proprio per questo, per la mia storia, per tutto ciò che ho vissuto ed ho imparato in questi anni, vorrei continuare ad impegnarmi per la mia città e non restare fermo a guardare e giudicare come fanno in tanti.
Waterfront, porto, turismo. Le sembrano tre priorità per Napoli?
Sono sicuramente dei punti importanti, che tra l’altro sono già parte del mio programma, ma Napoli è in emergenza e le mie priorità non possono che essere: lavoro, sicurezza e periferie. Non mi stancherò mai di dire che bisogna partire da questi tre punti se poi si vuole affrontare con serenità tutto quello che una città moderna ciò chiede. Dobbiamo diventare una città europea, con tutti gli standard europei. E, ahimè, per ora su molti temi ne siamo fuori.
Cosa pensa che si possa fare per migliorare la classifica di Napoli, che è nelle posizioni di coda non solo per qualità della vita ma anche per sperimentazioni di smart city: mobilità elettrica, illuminazione intelligente, videosicurezza, wifi per tutti?
Investire, rendere attrattiva la nostra città, ecco cosa si deve fare. Attirare investimenti pubblici e privati. Non bisogna mai distrarsi e sfruttare ogni occasione per far ripartire l’economia di Napoli. Per questo torniamo al discorso di prima: isolare la città è controproducente. Io ho già detto in più occasioni che mi confronterò con tutti i livelli istituzionali, Regione e Governo, al di là delle posizioni politiche, per il bene della mia città.
Isaia Sales, grande esperto di mafia e criminalità organizzata, è convinto che il problema del centro storico di Napoli non è di sicurezza e lotta al crimine soltanto, ma una questione sociale: occorre dare opportunità ai giovani e non lasciarli alla camorra.
Come si può non essere d’accordo? Napoli è in emergenza e quindi nel breve termine bisogna dare una svolta sicuramente sul tema della sicurezza e del crimine. Ce lo impone la cronaca quotidiana che, dalle periferie al centro della movida, sembra un bollettino di guerra. Ma nel lungo e medio periodo l’investimento serio da fare è sulla scuola.
La scuola?
Si. Abbiamo un tasso di dispersione scolastica ancora troppo alto e le istituzioni non riescono ad assicurare neanche un primo ingresso nel mondo del lavoro ai nostri giovani. La camorra resta più attrattiva e purtroppo ancora troppi giovani la considerano una scorciatoia dai guadagni facili. Dobbiamo combattere tutti uniti perché l’istruzione e la cultura vincano questa battaglia.
di Serena Santaniello