“Quando inizio uno spettacolo dico sempre agli artisti: perdonatemi per tutto quello che accadrà ma poiché siamo tutti sulla stessa barca io la condurrò in porto”. Con questo incipit ha esordito Franco Dragone, il direttore artistico del Napoli Teatro Festival, edizione 2016 nel corso dell’anteprima da lui stesso voluta sull’incantevole isolotto di Nisida. Per poi continuare: “L’obiettivo che mi guida giorno dopo giorno è l’amore assoluto, misto alla paura, alla tristezza ma anche alla forza nello sforzo volto a creare un qualcosa di permanente che resista al tempo e agli uomini, e poi riuscire a passare il bastone, il testimone, ad altri”. E con queste intenzioni, il sipario della nona Edizione del NTF si è alzato con le suggestioni paesaggistiche e simboliche di Nisida dove ha sede il carcere minorile. In scena “La Tempesta”, con un omaggio ideale a Shakespeare, nel segno delle celebrazioni per i 400 anni dalla morte del Bardo, ed un esemplare omaggio di grande riconoscenza al maestro Eduardo e a Luca De Filippo per aver dedicato tanta attenzione, promosso e stimolato significative iniziative proprio a favore dei ragazzi di Nisida (a loro fu dedicato il suo ultimo discorso da senatore) ma anche per il pregio di aver riscritto in napoletano proprio “La Tempesta”, nel 1986, un anno prima della sua morte. Nè va dimenticato, tra le iniziative volute da Eduardo, il laboratorio teatrale.
“La Tempesta”, con la regia di Fabrizio Arcuri, in scena nel parco antistante alla sala teatrale dell’istituto in un contesto di naturale bellezza, tra profumi e colori della terra e del cielo, con al centro della messa in scena un vivido ulivo. E’ stata rappresentata, per l’occasione, nella forma di mise en espace, con protagonista nel ruolo di Prospero l’attore-regista Michele Placido, e interpretata dai bravi attori Ivano Schiavi, Francesca Ciardiello, Antonio Speranza, Sergio del Prete, Salvatore Sannino, e il coinvolgimento dei talentuosi ragazzi dell’istituto che partecipano al laboratorio di scrittura e di teatro. L’assistenza alla regia e la messa in scena di Ernesto Lama, le musiche originali di Antonio Sinagra; le scene di Luigi Ferrigno.
Dunque è iniziata la kermesse internazionale con il suo mese intero di programmazione: 45 spettacoli in 4 settimane, fino al 15 luglio, organizzato dalla Fondazione Campania dei Festival, presieduta da Luigi Grispello, che ama ripetere che “con il NTFI, la nostra creatività viene esportata all’estero, è un format di import-export culturale che deve avere la funzione di generare una crescita complessiva del territorio”. Il Festival si snoderà in diversi luoghi di particolare fascino per tutte le province della Campania, su indicazione del presidente della Regione De Luca, si fermerà in 18 comuni della Campania. Dunque non solo Napoli con le sue location: il San Carlo e l’Arena Flegrea; la Galleria Toledo e il Teatro Nuovo nel cuore dei quartieri spagnoli; il Politeama, il Teatro Augusteo e il San Ferdinando; Villa Pignatelli; il complesso del Museo Diocesano a largo Donnaregina nel centro storico; il Teatro Mercadante e il suo Ridotto; il Teatro Bellini e il Piccolo; il Teatro Diana; il Pausilypon nel Parco Archeologico che comprende anche la Grotta di Seiano.
Il NTFI, firmato Dragone, offrirà uno sguardo allargato sull’Europa e si caratterizzerà con l’offerta di diverse compagnie provenienti dal Giappone, Medio Oriente, Africa, America Latina e Stati Uniti. Ed è all’insegna di questo sguardo di contaminazione dei diversi Paesi coinvolti che il Festival rappresenta l’occasione ghiotta e intelligente, per chi non la disperda con i diversi personalismi, per tutti coloro, appassionati e non, che intendono assaporare, apprendere, approcciare e conoscere o semplicemente emozionarsi di fronte a linguaggi e generi di grande contemporaneità drammaturgica e coreografica.
Come appunto è accaduto per l’emozionate Kiss & Cry, di Michèle De Mey e Jaco Van Dormael, in scena al Politeama. Una produzione belga, che ha suscitato la convinta standing ovation del pubblico napoletano che ha sete di Europa, di bellezza, delicatezza, atmosfere ed intrecci di diverse forme artistiche. Figure affascinanti in primo piano, nude e muscolose: si tratta di dita delle mani, che, apparentemente sembrano delle abili marionette, si incontrano e si toccano con una straordinaria sensualità ed armonia, riprese e proiettate sullo schermo da una macchina organizzativa artigianale che non offre nessuna sbavatura ma solo delicata bellezza di immagini, luoghi, miniature, accompagnate da una scelta musicale di grande effetto ed impatto emotivo. Ecco qual è la premessa di Kiss & Cry “dove vanno le persone quando scompaiono dalla nostra vita e dalla nostra memoria?” che può assumere anche un significato politico dei dispersi nei regimi totalitari mentre ci induce soltanto a riflettere sui nostri ricordi, sugli incontri del nostro percorso di vita, anche occasionali, a quella memoria racchiusa in una scatola che affiora solo ad un certo punto della nostra vita. In Kiss & Cry, c’è narrazione, vigore estetico, performance in live. Lo spettatore è testimone di una magia che parte dal granello di sabbia per abbracciare il mondo intero che produce intense sensazioni. Un bellissimo inizio dunque all’insegna della produzione contemporanea ed europea.
In scena dunque il Teatro con i grandi nomi della scena nazionale e internazionale, significative proposte di danza che si incrociano con altri linguaggi. Tra i nomi internazionali: Shirin Neshat, Shiro Takatani, Françoise Bloch, Joël Pommerat, Brett Bailey, Katia e Marielle Labèque, Omar Abusaada, Robert Lepage, James Thierrée, Valery Fokin, Peter Sellars, Fabrice Murgia, William Kentridge, Svetlana Zakharova, Ali eHèdi Thabet. Tra i registi italiani: Federico Buffa, Ascanio Celestini, Carlo Cerciello, Emma Dante, Luca De Fusco, Lorenzo Gleijeses, Maurizio De Giovanni, Andrea Renzi e Pierpaolo Sepe, Punta Corsara, Laura Angiulli, Emanuela Giordano, Sara Sole Notarbartolo e tanti altri.
Tra le prime assolute, il 19 e 20 giugno al Teatro Mercadante, in scena l’atteso MACBETH, con la regia di Luca De Fusco, nella traduzione di Gianni Garrera, con Luca Lazzareschi, Gaia Aprea, Fabio Cocifoglia, Paolo Cresta, Francesca De Nicolais e Claudio Di Palma, tra gli altri. Scritto tra il 1605 e il 1608, Macbeth racconta la vicenda del vassallo di re Duncan di Scozia, della sua ambizione, dei suoi crimini.