Politica interna |
M5S: In un intervento alla trasmissione 8 e 1/2 Luigi Di Maio anticipa le mosse del Movimento. Il parlamentare ha chiarito definitivamente la posizione dei 5 Stelle su Brexit e Ue, definendo il recente referendum una vittoria per la democrazia e garantendo il mantenimento dell’alleanza con Farage, pur ribadendo l’esistenza di tante differenze. Sulla questione dell’uscita dell’Italia dall’Ue Di Maio nega che il M5S abbia mai auspicato uno scenario simile, indirizzando invece la propria attenzione sull’euro. Il problema per i 5 Stelle sarebbe la moneta unica e per risolverlo Di Maio propone un referendum consultivo. Sugli scenari futuri della politica italiana non mancano osservazioni sul referendum costituzionale. Di Maio tifa per il no e si augura che “per una volta nella sua vita Renzi rispetti la parola e si dimetta”, come riporta Repubblica. In ogni caso il M5S non chiederà le dimissioni.
Forza Italia: Arriva la “scomunica” di tre importanti rappresentanti del partito Forza Italia. La decisione è stata presa dai fedelissimi di Berlusconi (Confalonieri, la figlia Marina, Gianni Letta e Ghedini) che hanno optato per allontanare Mariarosa Rossi, tesoriera del partito, Deborah Bergamini, responsabile rapporti con i media e infine Alessia Ardesi, membro dello staff presidenziale. L’allontanamento dei tre membri del “cerchio magico” è stato letto come un avviso da parte di Berlusconi riguardo le voci di detronizzazione circolate nei giorni antecedenti il suo ricovero. Al loro posto verranno eletti uomini azienda e fedelissimi. Nel frattempo l’uscita dall’ospedale del Cavaliere è stata posticipata in una data compresa tra il 10 e il 14 luglio.
Milano: Il neo sindaco milanese Sala ha deciso la giunta comunale. Salta all’occhio la continuità con la giunta Pisapia, con ben sei assessori confermati. Il vicesindaco sarà Anna Scavuzzo. Confermato il patto con i Radicali, che entrano nella giunta.
Politica estera
Elezioni Spagna: Come anticipato nei giorni scorsi la situazione politica spagnola non si sblocca. Il vincitore delle elezioni è Rajoy con il suo Partito Popolare, che cresce fino al 33% incrementando i propri seggi (137 ora) ma senza ottenere il numero che garantisce la maggioranza. La conferma del Pp potrebbe essere dovuta alla ricerca di stabilità da parte dell’elettorato dopo la Brexit. La sorpresa maggiore arriva dal risultato deludente di Podemos che non si avvicina al Pp e resta indietro persino al Psoe, nonostante l’alleanza con l’estrema sinistra di Izquierda Unida. Iglesias e la sua alleanza rimangono a 71 parlamentari con il 21,1%, sovvertendo i sondaggi che prevedevano una netta crescita. Sanchez regge con il Partito socialista e si attesta al secondo posto, pur perdendo qualche seggio (da 90 passa a 85 con il 22,7%). Anche Ciudadanos di Rivera in flessione rispetto a dicembre 2015, passando da 40 parlamentari a 32 con il 13%. Le prospettive future fanno intravedere un’alleanza a centrodestra tra Pp e Ciudadanos, che non permetterebbe comunque di raggiungere la maggioranza assoluta (176 parlamentari). Anche a sinistra il totale è insufficiente, con un ipotetico (ma mal visto sia da Psoe sia da Podemos) patto che farebbe salire i parlamentari a 156. Lo spettro dell’ingovernabilità continua ad aleggiare sulla nazione spagnola.
Brexit/Scozia: Mentre lo shock Brexit scuote la politica e società inglese, la Scozia prosegue nella sua opposizione al risultato del referendum. Il parlamento scozzese non ha però il potere di opporsi all’eventuale ratifica da parte di Westminster per l’uscita della Gb dall’Ue. Si valutano così gli scenari alternativi. La Scozia ha il diritto di bloccare leggi legate alla Devolution: in questo caso si arginerebbe di molto l’influenza della Brexit. Si aprirebbe così uno scontro tra il parlamento scozzese e quello inglese, che permetterebbe al primo ministro Nicola Sturgeon di chiedere un nuovo referendum d’indipendenza. Esistono ulteriori strade per bloccare la Brexit. La prima riguarda la natura non vincolante del referendum in Gb, che richiede necessariamente un atto del parlamento che potrebbe anche non arrivare. In questo senso i favorevoli alla Brexit sono preoccupati dal silenzio dei politici del leave degli ultimi giorni. Secondariamente, in caso di nuove votazioni, non è previsto che il nuovo parlamento si dedichi all’applicazione delle leggi a cui era tenuto quello precedente. La via scozzese comincia a far breccia anche in Inghilterra.
Economia e Finanza
Banche Centrali: Dopo la due giorni di Basilea, le banche centrali si riuniranno nuovamente a Sintra per il Forum annuale della Bce. Protagonista sarà Mario Draghi, che dovrà parlare per la prima volta dopo il terremoto Brexit. Alla riunione mancherà il presidente della Banca centrale cinese Zhou Xhiaochuan che ha detto di aver bisogno di ulteriori elementi per poter fare le sue mosse. A Sintra non ci sarà nemmeno Mark Carney (Bank of England), impegnato in patria, mentre saranno presenti, tra gli altri, Fed e Banca centrale giapponese. Le Banche centrali si preparano ad affrontare una settimana dura ma sono pronte a reagire, garantendo il buon funzionamento dei mercati con l’iniezione di liquidità e arginando eventuali tonfi, con particolare attenzione al sistema bancario. Martedì Draghi sarà poi in volo per Bruxelles, pronto ad affrontare uno dei più difficili consigli della storia dell’Unione.
Sistema bancario: La riapertura dei mercati sancirà se la crisi Brexit è un fenomeno passeggero o meno. Il governo italiano si prepara comunque ad affrontare la sfida, con particolare attenzione allo scenario delle banche. L’obiettivo è di sgravare i bilanci dal peso dei crediti deteriorati o di rafforzare il loro capitale attraverso un intervento straordinario. Lo Stato vorrebbe evitare l’utilizzo del fondo salva-Stati, dal momento che questo farebbe scattare il bail-in. Resta da verificare però un’importante eccezione che renderebbe possibile l’operazione di salvataggio senza bail-in in caso di seri problemi economici. Probabile che Renzi discuterà anche di questi temi nell’incontro odierno con Merkel e Hollande.