Di Fausta Testaj
L’ORTIGIA FILM FEST 2016 (OTTAVA EDIZIONE) si è inagurato Sabato 9 Luglio con la proiezione del FILM in concorso :” ASSOLO” che vede Laura Morante nella doppia versione di regista e protagonista. Prima dell’incontro che l’attrice ha fatto col pubblico, condotto dalla Presidente del Sindacato Nazionale Giornalisti Laura Delli Colli, anch’èssa quest’anno ospite al festival,abbiamo intervistato Laura Morante
Il suo film:”ASSOLO” è qui in concorso all’ORTIGIA FILM FEST nella sezione Film opere prime e seconde italiane. In pratica questo film tratta dell’inadeguatezza delle 50enni nel vivere bene la loro età.
Non soltanto, diciamo che Flavia, il personaggio, ha un problema di autostima sin dalla sua giovinezza, questo problema si aggrava con gli anni, quando anche le condizioni oggettive diventano più difficili,nel film vediamo vari flashback che in realtà sono come delle rivisitazioni del suo passato in tono realistico dove si mette in risalto che il problema dell’autostima per il personaggio è molto antico quindi non è solo un problema di vivere male l’età.
Flavia ancora a 50 anni non riesce ad essere autonoma dai suoi ex mariti
Certo perchè le cose, se una non lavora bene su se stessa, è difficile che migliorino, c’è tutto un percorso verso l’acquisizione dell’autostima e quindi di una forma di autonomia, di libertà, di appagamento, questo percorso è particolarmente arduo e tortuoso perchè il personaggio è molto problematico.
Lei ha debuttato al cinema con G. Bertolucci e poi ha lavorato con grandissimi registi come B. Bertolucci, M. Monicelli,M. Placido, S. Castellitto, N. Moretti a nominarli tutti dovremmo stare qui fino a stasera, c’è stato qualcuno di loro con il quale ha avuto più feeling,magari perchè avevate un modo simile di concepire il mestiere di regista
No, più che altro c’è stato un set dove mi sono sentita più appagata dal punto di vista estetico, per me è quello di Alain Resnais, io purtroppo ci ho fatto un solo film, lui aveva questa abitudine di fare una specie di finta premiazione alla fine delle riprese, per cui ogni attore nel suo ultimo giorno di lavoro faceva un piccolo discorso e lui poi gli dava un finto trofeo,questa simpatica cerimonia l’ho fatta anch’io quando ho lavorato con lui e quando ho parlato prima di ricevere questo finto premio ho detto :” se mi proponessero di lavorare solo con Resnais per il resto della mia vita accetterei” ed era vero, per me era un regista molto affascinante, il suo cinema mi piaceva moltissimo.
Al TAORMINA FILM FEST quest’anno c’è stata una Master Class con Harvey Keitel, lui sosteneva che per un attore era importante imparare un metodo, poi poteva scegliere se applicarlo o meno quando interpretava i suoi personaggi. Lei è d’accordo?
Io non ho mai imparato un metodo, però non lo so può darsi che lui abbia ragione,io ho lavorato con Harvey Keitel e non è stato uno dei rapporti di lavoro più facili,era molto concentrato su se stesso, molto poco generoso nel rapporto con gli altri, non so se è colpa del metodo ma certo non lo porterei come esempio di attore con il quale è piacevole lavorare, può chiedere in giro penso che tutti gli confermeranno questa cosa, è un attore bravissimo ma molto difficile per gli altri, non ama interagire con i colleghi, io malaguratamente in quel film facevo sua moglie ed era molto difficile, poi alla fine il regista, disperato, mi ha chiesto di parlarci io, io sono andata e ho parlato sfidando la sorte, insomma era veramente molto complicato lavorare con lui,forse i metodi hanno questi limiti che uno si chiude nel suo metodo e gli altri non esistono questa è una cosa che m’inquieta molto nei confronti dei metodi.
Come regista con quale criterio sceglie gli attori che diventeranno suoi protagonisti
Io ho fatto solo 2 film :” Ciliegine” e :”ASSOLO”, qualche volta succede, com’è successo con Piera degli Esposti per la psicologa di Assolo, che tu scrivi un personaggio proprio pensato per quell’attore, infatti se mi avesse detto no non avrei saputo come fare, per quanto riguarda tutti gli altri interpreti venivano poco a poco, certo a me piacciono i bravi attori, come ha visto sono tutti bravissimi.F:molti sono attori di teatro M: si, comunque a me piacciono molto gli attori perchè nutro molta gratitudine nei loro confronti, per me è così bello vedere un attore che incarna una cosa che tu hai immaginato, pensato, scritto è così bello che presti il suo corpo, la sua voce, il suo talento per rendere viva una cosa che era solo nelle pagine scritte da te è una tale emozione che non posso che amarli.Anche perchè forse lei stessa è un’attrice? R: Si, anche se in tanti anni di lavoro mi sono capitati registi che come me amano gli attori ed altri che ne hanno paura oppure che non si fidano, non so, ho visto di tutto ed io mi domando come perchè gli attori sono la vita.
Lei da giovanissima ha anche lavorato in teatro con quel genio che era Carmelo Bene. Cosa ricorda di lui
Beh, ho tantissimi ricordi perchè poi ho fatto molte cose con lui: una lunga Tourneè del Riccardo terzo che ho fatto anche in TV insieme all’Amleto ho fatto SADE però solo nell’edizione francese di Parigi, ricordo molto di lui, Carmelo era un attore ed un regista straordinario, un genio, ormai questa parola è associata sistematicamente a lui, una specie di Einstein,era però, se anche lì vogliamo dire le cose come sono, anche un torturatore, un sadico in qualche modo cioè era uno che si divertiva, come i bambini,non era crudele, non era cattivo,era incapace di meschinità per Es.non era mai invidioso, anzi vedere il talento in chiunque lo riempiva di gioia quindi non si può dire che fosse cattivo perchè era privo dei sentimenti che in generale animano le persone cattive però era crudele cioè era uno che, come i bambini che torturano gli animali, fino a chè non ti ha vedeva morta non era contento, io poi all’epoca facevo la ballerina, avevo bisogno di energie per ballare, ero stata prestata per lo spettacolo alla sua compagnia, si lavorava tutta la notte e la mattina alle 8,30 dovevamo andare in sala prove, io in pratica non ero più in grado di fare il mio lavoro di ballerina è stata durissima fisicamente e lui si divertiva.
Ritornando ad :”ASSOLO” secondo me si nota che lei è un’Italiana che ha vissuto molto in Francia infatti questo film a mio avviso ha un taglio più da commedia francese o al limite Newyorchese alla Woody Allen che di commedia Italiana.
Ogni tanto lo dicono ma i francesi neanche Ciliegine, che è girato in Francia con attori francesi, hanno detto che è una commedia di taglio francese anzi dicevano che era una commedia molto Italiana e non lo era a stento dicevano che era Anglosassone ma non l’hanno mai riconosciuita come una commedia francese, questo secondo ancora non è uscito in Francia, chissà cosa diranno.
Quando scrive una sceneggiatura pensa in Italiano o in Francese?
Ciliegine inizialmente era ambientato a Roma, poi il produttore che ha comprato il soggetto ci ha chiesto di ambientarlo in Francia, con attori francesi,l’adattamento in lingua francese non l’ho fatto io, è stato fatto da George, il mio ex marito,però io sapevo quando ho scritto la sceneggiatura che sarebbe stato recitato in francese da francesi perciò può darsi che questo abbia un pò condizionato il mio modo di pensare le battute nel caso di Assolo invece no è un film italiano.
Lei, con sua figlia Eugenia, ha girato:”L’ETA’DELL’ORO”film che si ispira alle battaglie della documentarista, Annabella Miscuglio, simbolo del femminisnmo purtroppo scomparsa prematuramente nel 2003. Lei l’ha conosciuta?
No, però me ne ha parlato molto Emanuela Piovano, la regista del film, che invece era una sua grande amica.
Lei è la nipote di Elsa Morante, ha influito nella sua passione per lo scrivere e nel suo stile di scrittura?
Non credo perchè scrivere per il cinema è una cosa completamente diversa che scrivere per la letteratura, quella della sceneggiatura è una scrittura che poi sappiamo verrà tradotta in immagine , non è fatta per essere letta ma per essere messa in scena quindi è una cosa completamente diversa.
Quali sono i suoi scrittori preferiti, qual’è il libro che ha ora sul suo comodino e quale consigli di leggere quest’estate hai lettori del SUDONLINE.
In questo momento sto leggendo 2 libri che non sono narrativa uno è :”IL TAO DELLA FISICA”, forse un pò superato dal punto di vista scientifico è un libro che tratta le relazioni tra la fisica ed il misticismo orientale, l’altro è la biografia che Jean Renoir ha scritto su suo padre, il pittore. Cosa consiglio? Ho tanti scrittori che amo molto da Conrad a Kafka,uno che mi piace immensamente, forse il mio preferito, e non è molto conosciuto in Italia è Cortesan.