Gli Argonauti iniziano il loro avventuroso viaggio a bordo della nave ARGO, alias dal nuovo centro creato da FOQUS – Fondazione Quartieri Spagnoli, che li condurrà alla conquista di spazi di socializzazione, di percorsi abilitanti e inclusivi. Argo è infatti un “progetto centrato sulla persona”, inaugurato negli spazi dell’ex Istituto Montecalvario ai quartieri spagnoli, che si configura come un centro per l’abilitazione di bambini, ragazzi, giovani in condizione di disabilità, nato grazie alle partnership con l’impresa Ferrarelle della famiglia Pontecorvo e della Fondazione con il Sud.
Ne vanno giustamente orgogliosi Rachele Furfaro e Renato Quaglia, rispettivamente presidente e direttore della fondazione Foqus, non nuovi in queste ambiziose imprese di creazione e trasformazione di parti di città per imprimere una identità a luoghi mediante processi, azioni culturali e sociali. Dal 2013 ad oggi, Foqus di passi ne ha fatti veramente tanti e li ha realizzati per giunta senza risorse pubbliche, elemento più volte sottolineato con giustificato orgoglio dai suoi fondatori.
ARGO è una realtà che si estende su diecimilametri quadri, con 136 nuovi posti di lavoro, un incubatore di 22 imprese e start up insediate, più di 500 ragazzi dell’Accademia delle Belle Arti coinvolti, 350 bambini nelle scuole materne e primarie, un nido, una orchestra giovanile con oltre 40 elementi, mille presenze al giorno. Si presenta con spazi colorati e orti urbani curati appunto dagli argonauti che da febbraio produrranno frutta e verdura per l’autoconsumo. In un contesto tra i più congestionati e complessi, con oltre il 10% dei bambini della città, “Foqus è uno spazio emblematico di rigenerazione urbana dei quartieri spagnoli – afferma Renato Quaglia – è degrado che recede; nuovi servizi che si aprono; presa in carico diretta di famiglie e bambini; stili di vita e microeconomie nuove che da altre parti della città entrano ogni giorno nei Quartieri, per arrivare a FOQUS. Stiamo rianimando laicamente e senza finanziamenti pubblici un edificio che fu storico presidio religioso di assistenza.
A Napoli cittadini e imprese si assumono una responsabilità civica per una delle zone più fragili del Paese, si sostituiscono alle assenze pubbliche, disegnano insieme una nuova idea di città”. E nel corso della presentazione sono apparsi il gruppo di argonauti che hanno frequentato il corso pasticceria donando con soddisfazione” i biscotti da viaggio” da loro prodotti e confezionati. Ecco questo è il vero obiettivo del progetto: dare la possibilità concreta, in uno spazio socializzante, ad ogni individuo di apprendere quelle abilità di base per coltivare una propria e migliore autonomia nella scuola, nel lavoro, nella gestione del tempo libero e nell’attività sportiva e del benessere psico-fisico. Oggi le parole d’ordine che si sono ascoltate sono state welfare comunitario, inclusione e crescita sociale, modello replicabile di rigenerazione urbana.
“Siamo partiti dai luoghi e dalle persone, dalle relazioni sociali, provando a offrire una prospettiva di crescita e di sviluppo – racconta Rachele Furfaro, presidente della fondazione – stiamo costruendo la trama di un tessuto, quello che si ritrova oggi a FOQUS ed il contesto innovativo in cui prende vita ARGO”. Il progetto si rivolge a tre differenti fasce d’età: dai 2 ai 10 anni, dai 10 ai 16 anni, fino ai giovani dai 16 ai 27 anni, che partecipano, con il supporto di equipe multidisciplinari, ad attività di apprendimento (laboratorio, abilità sociali, autonomie personali) per migliorare l’integrazione sociale e il conseguente sviluppo di abilità relazionali positive.
“Argo è la condivisione di un progetto culturale e sociale di grande prospettiva- ha detto Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione CON IL SUD – ma è anche una scommessa che ci parla di inclusione, di coesione sociale e di uno sviluppo possibile. Dobbiamo dimostrare con la forza di questi esempi che solo le comunità che si prendono cura del benessere dei ragazzi che vivono condizioni di svantaggio sociale possono avere solide basi per costruire il proprio futuro. Il sociale se fa unione con il mondo dell’arte ha effetti straordinari – continua Borgomeo – sui fenomeni di inclusione. Ed è significativo che questo progetto sia cofinanziato dalla Fondazione CON IL SUD e da una grande impresa campana come la Ferrarelle”. Il progetto ha ricevuto infatti da entrambi i soggetti complessivamente 1milione di euro e potrà coinvolgere e formare per 4 anni oltre 90 ragazzi con difficoltà. “Bisogna investire in questa direzione – conclude Borgomeo – e dobbiamo spaccare la cultura camorrista con progetti di sviluppo. Un progetto di questo tipo ai quartieri spagnoli è veramente emozionante”.
Una convergenza di intenti con l’impresa privata: “Argo è un progetto pieno di valore e di speranza – sottolinea Michele Pontecorvo Ricciardi, responsabile comunicazione e CSR Ferrarelle – e attraverso il supporto alla Fondazione Foqus diamo un contributo fattivo al nostro territorio di appartenenza e alla comunità, rispondendo al dovere e alla necessità di restituire e creare valore per la terra in cui la nostra azienda affonda le sue radici e per la collettività tutta”. La conclusione spetta al direttore dell’Accademia di Belle Arti, Giuseppe Gaeta: “Non era possibile sottrarsi da questo progetto dove si parla il nostro stesso lessico familiare dell’inclusione, dove contano l’intonazione, le nuance, l’intervento operoso”.
A Foqus dunque oltre gli argonauti, a uno splendido orto urbano, ci sarà da ammirare anche l’opera inedita di Mimmo Paladino “Ho perso il conto”, una scultura sonora per FOQUS, il curatore è Eduardo Cicelyn, la colonna sonora di Pasquale Scialò, le luci di Cesare Accetta, la Costruzione dei Maestri Artigiani di Nola dell’Antica Bottega d’Arte di Giuseppe Tudisco. In ultima analisi, una “tre giorni” aperta al pubblico che si concluderà sabato 17 dicembre con “Porte Aperte a Foqus”, tra balli, lezioni, mostre, musica, animazione e degustazioni.
“La scultura di Mimmo Paladino si erge nel cuore dei Quartieri Spagnoli come un sogno o un incantesimo barocco: macchina della festa, obelisco o guglia o giglio. Uno slancio verso l’alto per vedere dove si può arrivare senza far di conto, per gioco – scrivono nel comunicato – lasciando che l’artigiano del legno sviluppi il suo talento costruttivo, che i giovani di Foqus e di ARGO dipingano, che tutto il quartiere suoni e che un musicista sapiente registri e misceli”.