Il ruolo dell'Università e della ricerca
“E’ dunque tutto perduto per Napoli e la Campania?” Se lo chiede non senza una punta di preoccupazione il professor Domenico De Masi in conclusione di un suo articolo dal titolo “Cercate i giovani lievito del sapere”, pubblicato su Repubblica Napoli nei giorni scorsi. “A mio avviso vi è un unico punto luminoso – avverte - al quale potremmo aggrapparci: i 200mila giovani che studiano nelle Università del territorio. Sicuramente tra loro ce ne sono di geniali, onesti, sfrontati e liberi. Se i loro professori sapranno scovarli, intercettarli, e valorizzarli, potranno fornire a Napoli un lievito di ineguagliabile creatività”.
E’ vero. Questi giovani sono rintracciabili nei più vari contesti sociali, sia professionali che accademici, ma anche in associazioni culturali ed organizzazioni no profit. In particolare, spesso capita di incontrarli negli spazi e luoghi di aggregazione di startup, al Job day, nel corso di Seminari, di iniziative, di testimonianze con imprenditori, magistrati, rappresentanti istituzionali promossi sistematicamente dal Dipartimento di Economia e dalla cattedra di Economia e Gestione di Imprese della Federico II. E ciò che colpisce di queste diverse platee di giovani è l’attenzione, la capacità di approfondimento degli argomenti, in una parola sola la serietà dell’approccio, ma anche la vivacità e la freschezza dei loro atteggiamenti verso il mondo che li circonda.
Nei giorni scorsi sono stata chiamata, per il secondo anno, ad ascoltare i progetti sviluppati dai giovani studenti del corso di creazione di impresa tenuto dal professor Roberto Vona, ordinario di economia e gestione di imprese dell’Università degli Studi Federico II, coadiuvato dalla ricercatrice Nadia Di Paola. Erano pronti 7 team di ragazzi, interdisciplinari e già ben assortiti dal punto di vista delle diverse competenze, dalla parlantina sciolta ed efficace, contraddistinti da una forte motivazione nella presentazione del pitch del progetto di impresa.
Ed è qui che sono intercettati, valorizzati, motivati a studiare, ad affinare competenze, a fare un salto nella realtà interna ed esterna delle imprese e delle istituzioni, ma soprattutto sono accompagnati ed istruiti nello sviluppo di una idea innovativa e di un business plan di impresa.
Ciò che colpisce è proprio la creatività alla base dei loro progetti ma anche la genuina concretezza del loro rapporto con il mercato, la sfida e la forza di credere di superare gli ostacoli proiettandosi in una dimensione europea e internazionale.
Ed allora ecco che la creatività di un team presenta il progetto “Aren” ovvero “occhio allo stile”, conquistandosi il primo posto, che ha proposto la possibilità di rendere intercambiabili le montature degli occhiali per ogni esigenza di abbigliamento. C’è lo sviluppo di una idea attraverso la tecnologia con calamita leggera che permette di sostituire velocemente le montature. Per non parlare del secondo posto conquistato dal progetto “Perfect_size”, con il quale si finisce nel mondo della fantascienza con un avatar digitale per l’e-commerce online di abbigliamento che possa essere d’aiuto per misurare virtualmente il capo scelto. Ed ancora “Sav2”, il progetto per creare energia attraverso un pannello termoacustico, sviluppato con il supporto nel team di uno studente di ingegneria, che si è conquistato ex equo con il progetto “One cart“- Un carrello con migliaia di prodotti che ti permette di selezionare, attraverso una piattaforma, le offerte più vantaggiose su vasta scala. Ed ancora il progetto “Virtual gym” che propone una Sala fitness in 7D: dove lo sport si trasforma in un gioco attraverso la realtà virtuale a 360 gradi.
Od ancora “Healty food”, il progetto per realizzare un punto di ristoro e di asporto di cibo e pietanze per celiaci e per coloro affetti da intolleranze alimentari, sulla spinta dei numeri delle statistiche che testimoniano la diffusione del fenomeno. Ed infine APpost, l’app che archivia online tutti i documenti e tiene controllo tutte le scadenze di utenze ed incombenze domestiche e non, e si potranno ricevere gli avvisi di pagamento direttamente sullo smartphone. Una mattinata dunque intensa, ricca di spunti di riflessione e soprattutto incoraggiante. Perché molti di questi giovani nelle Università napoletane vengono dunque seguiti, scovati, intercettati, valorizzati, proprio come suggerisce il sociologo De Masi.
E’ questa la dinamicità della Campania rappresentata dal fermento di tanti giovani diffusamente abituati a scommettere su se stessi, supportati molto spesso da docenti universitari che li allenano, sin dai primi anni, a sviluppare una specifica attitudine ed abilità a fare impresa ma anche a mettere a disposizione della comunità l’intraprendenza, la vivacità, il loro guizzo creativo ed innovativo. Tutto ciò richiede pero un contesto esterno, non solo delle Università ma anche istituzionale ed imprenditoriale che si connette e si contamini in modo sistemico.
Non dimenticando però che proprio nei giorni scorsi è suonato implacabile l’allarme sul tasso di disoccupazione giovanile tra i 15 e 24 anni che ha superato la soglia del 40%.