Politica interna

Grandi Opere. Matteo Salvini, nel corso di un intervento alla Scuola di formazione politica della Lega ideata da Armando Siri, si pronuncia sul tema politico del momento, quello delle grandi opere, dopo a manifestazione di piazza a Torino a favore del Tav. “Tutte le opere si faranno. II Mose, il Tap, il Terzo valico, la Pedemontana… Si va avanti. Punto”, dice il leader leghista, che poi sull’Alta Velocità aggiunge: “Penso che alla fine si farà, in linea di principio sono per finire un lavoro che si è incominciato”. Anche Giovanni Toti, governatore della Liguria, si inserisce nel dibattito: “Sfido chiunque in Italia, a parte gli attivisti grillini, a dire che non c’è un’urgenza strade, ponti, ferrovie, da costruire e ristrutturare”. E ancora: “La politica sulle infrastrutture dei Cinque Stelle è sbagliata, ma la Lega non può dimenticare che nel suo Dna c’è proprio quella parte di Paese che vuole le grandi opere. Salvini non può ignorare la piazza di Torino né i messaggi chiari arrivati da tutti i suoi governatori che chiedono un grande investimento nelle infrastrutture per modernizzare il Paese, mi auguro che la Lega su questo tenga il punto”. Si registrano infine le parole del sindaco di Milano Giuseppe Sala: “A Chiara Appendino consiglierei di fare ciò che lei ha detto ieri con grande saggezza: “la mia porta è aperta, discutiamone”. Ecco: che senta pure la sua parte politica ma che senta anche i rappresentanti dei trentamila in piazza sabato, perché non basta sapere come la pensano: questo è il momento dell’ascolto e delle decisioni. C’è sempre un tempo per la discussione, uno per la decisione e uno per l’azione. Sulla Tav io avevo capito che il tempo della decisione era già avvenuto e si era passati al tempo dell’azione. Se invece adesso siamo ritornati al tempo della discussione, non va bene”. Intanto il ministro dei Trasporti di Macron, Elisabeth Borne, incontrerà oggi a Bruxelles l’omologo italiano, Danilo Toninelli: “Se ha domande sull’impegno della Francia, questa è l’occasione di rassicurarlo” ha detto il ministro.

Grandi Opere, Salvini: si va avanti. – Manovra, Tria apre a Bruxelles ma il governo frena – Macron e Merkel: “I nazionalismi minacciano l’Europa”.

M5S. Il giorno dopo l’attacco violento di Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista i giornalisti scelgono di ritrovarsi nelle piazze il prossimo 13 novembre per respingere l’assalto del Movimento 5 stelle alla libertà di stampa e al tentativo di scardinare l’articolo 21 della Costituzione. “Non avrei usato quelle parole, ognuno ha il suo stile, ma non mi scandalizzano quei termini, mi scandalizzano di più i due anni di fango sulla Raggi”, ha detto ieri il ministro Bonafede, intervistato da Lucia Annunziata. In serata Di Maio conferma gli attacchi (“quando ce vo ce co”), spiegando che ora “il gioco della stampa è esaltare la Lega e far vedere i M5S come appestati”. Ma in casa M5S si fanno sempre più insistenti voci di possibili avvicendamenti nell’esecutivo: nel mirino il responsabile delle Infrastrutture e dei Lavori pubblici, ovvero Danilo Toninelli, ma anche le ministre Grillo (Sanità) e Trenta (Difesa).

Politica estera

Vertice di Palermo. Ancora incertezza sulla presenza di Khalifa Haftar alla Conferenza internazionale sulla Libia, prevista domani a Palermo. Dopo la sua visita a Roma del 29 ottobre, la sua presenza, inizialmente esclusa, ora è diventata più probabile. Le resistenze dell’uomo forte della Cirenaica sono dettate anche dell’avvicinamento tra Fayez al Sarraj alla Fratellanza musulmana considerata da Haftar un’organizzazione terroristica al pari di Al Qaeda. Oltre al fatto che le prime perplessità del generale erano emerse già in merito a contenuti e obiettivi del vertice internazionale. Ridotti all’essenziale quelli politici si è puntato infatti su economia e sicurezza. Quasi certo invece l’arrivo in Sicilia del maggiore alleato di Haftar, il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi, che lo sostiene militarmente e dovrebbe arrivare martedì mattina. A Roma non si nasconde invece una certa delusione per il basso livello della presenza americana: non verrà il Segretario di Stato Mike Pompeo, ma l’addetto al Medio Oriente David Satterfield. Buona invece la presenza russa, con il premier Dmitrij Medvedev e il vice ministro degli Esteri Mikhail Bogdanov.

Centenario grande guerra. Le celebrazioni per il centenario della fine della Grande Guerra a Parigi hanno riunito tutti i maggiori leader mondiali. “Dipende solo da noi se questa immagine verrà interpretata nel futuro come il simbolo di una pace duratura tra le nazioni, e non come la fotografia di un ultimo momento di unità prima che il mondo sprofondi in un nuovo disordine”, ha detto il presidente Macron; “Il patriottismo è l’esatto contrario del nazionalismo. Il nazionalismo rappresenta il tradimento del patriottismo. Dicendo “i nostri interessi prima di tutto, degli altri non ci importa”, si cancella quello che una nazione ha di piu prezioso: i suoi valori morali”, dice ancora Macron, e il riferimento più evidente è alle posizioni del presidente Trump. Sulla stessa linea anche Angela Merkel, che ha aperto il Forum sulla Pace, disertato proprio da Trump che poi, a margine delle celebrazioni, ha avuto un rapido incontro con Putin, il primo del 16 luglio scorso a Helsinki, memorabile soprattutto per la tumultuosa conferenza stampa congiunta. Da allora i rapporti tra i due Paesi non sono affatto migliorati. Molto probabile che ieri i due leader abbiamo parlato delle rispettive posizioni sul Trattato sui missili nucleari a medio e corto raggio, oggetto di tensioni negli ultimi mesi.

Economia e Finanza

Manovra. Alla Camera venerdì sono partite le audizioni, in sede congiunta con il Senato, sulla Legge di Bilancio, che si concluderanno oggi, e da domani la commissione Bilancio della Camera inizierà l’esame del testo. Giovedì il termine ultimo per gli emendamenti, poi dalla settimana prossima la valutazione delle proposte di modifica. E’ lo sprint finale della manovra, che dovrà essere approvata entro il 31 dicembre ed entrare in vigore con lo scoccare del nuovo anno. Non tutte le misure diventeranno, però, immediatamente operative. In tutto sono 40 i passaggi ulteriori che la legge di bilancio al momento richiede. Più difficile, invece, fare previsioni sull’operatività di altre misure della manovra che rimandano sempre a norme di attuazione, ma sulle quali il legislatore non ha posto una scadenza. A cominciare dai due interventi bandiera di questa legge di bilancio: quello sul reddito e la pensione di cittadinanza e l’altro per ripristinare la quota 100 sulle pensioni. Se il disegno di legge di Bilancio all’esame del Parlamento non dovesse subire modifiche, sono destinate a “scadere” misure come il bonus bebè, il congedo di quattro giorni per i neo-papà, gli sgravi contributivi per le politiche di conciliazione lavoro/famiglia e il voucher babysitter. Ha le ore contate anche il fondo mutui per la prima casa, che negli ultimi mesi ha registrato un boom di domande, circa 5.500 al mese.

Scontro Bruxelles – Roma. II governo, che in questi giorni riceve anche la visita degli ispettori del Fondo Monetario Internazionale, è sicuro di avere margini per ribattere alle critiche di Bruxelles sulla manovra e alle perplessità dello stesso Fondo sulle previsioni di crescita. Per ricucire lo strappo, il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, potrebbe aggiustare un po’ il tiro sulla crescita programmatica. Dall’1,5% l’obiettivo potrebbe essere ridotto ad un più realistico 1,3%. Ma dall’esecutivo non sembra esserci l’intenzione di concedere ulteriori margini. “Non tocchiamo di una virgola quelli che sono i fondamentali della manovra. La notte porta consiglio. Sicuramente scriveremo che accettiamo tutti i consigli e i suggerimenti costruttivi, i pregiudizi no, le minacce no, i commissariamenti no”, dice Salvini. Toni duri anche dal vicepremier M5S Di Maio, che ieri ha ribadito la promessa di donare agli alluvionati 2 milioni del taglio degli stipendi dei gruppi MSS: “Se la Ue ci chiede di massacrare gli italiani dico no”.