Fu nel lontano 1998 in Florida, U.S.A., che Chico Forti venne imputato del delitto di omicidio e che cominciò il suo calvario, che dura, oramai, da oltre venti anni in un inferno di accuse, di condanne e di problematiche a provare la verità.
Chico Forti, negli anni ’90 si trasferì negli Stati Uniti per lavoro legato alle sue attività di produttore televisivo, ma tutto si fermò il 15 febbraio del 1998, quando venne ucciso tale Dale Pike, figlio di un altro imprenditore, Anthony Pike, dal quale Forti stava comperando un Hotel molto rinomato. Il Forti, fu accusato del suo omicidio e nel 2000, all’esito del processo, una giuria lo ritenne colpevole “oltre ogni ragionevole dubbio”, mentre, lui si è sempre dichiarato innocente ed i suoi Avvocati hanno sempre avanzato con lui dubbi sulla vicenda giudiziaria che accompagnò tutta la ricostruzione dei fatti, luoghi e circostanze di indagine, che portarono al verdetto di ergastolo.
Dubbi che non riescono a fugare ogni incertezza al Governo Americano di fronte ad un caso che gli Avvocati hanno spesso dichiarato di malagiustizia piuttosto manifesta, circostanza che appare ancora di più – ove mai possibile – incredibile in un Paese che si fa baluardo della libertà e della democrazia, che, però, da venti anni tiene in detenzione un uomo sulla base di eventi e ricostruzioni di fatti molto ambigui.
Il Legale difensore di Chico Forti è l’Avvocato Newyorkese Joe Tacopina, il quale afferma che nel sistema giudiziario Statunitense la richiesta di un nuovo processo può avvenire solo presentando prove sconosciute e non conoscibili all’epoca del dibattimento in grado di modificare l’esito dello stesso… ma fino ad ora nulla di fatto.
In merito al movente, è stato detto che sarebbe stato riconducibile alla trattativa per l’acquisto del Pikes Hotel, ma oggettivamente questa ipotesi reggeva poco perché secondo una delle tante ricostruzioni c’era sì in atto un raggiro, ma ai danni di un Chico Forti ignaro, esattamente al contrario di quanto dichiarava la sua accusa, che presentò ben otto dei capi d’imputazione che, però, caddero tutti ed otto e lo videro assolto da un punto di vista fiscale. Le prove per l’omicidio a carico del Forti, a parere di esperti Italiani ed Americani, che hanno visionato i documenti, vengono riferite tutte come instabili ed assolutamente inaccettabili, eppure, sono state alla base della sua condanna.
Vent’anni passati dietro le sbarre del Dade Correctional Institution di Florida City, un esagerato carcere di massima sicurezza e l’Italia non è mai riuscita ad ottenere una revisione del processo seria.
Preso atto che negli anni i nostri Governi e Ministri hanno sempre e solo dato una manifestazione di sostegno morale e vicinanza alla famiglia, ma mai hanno preso posizioni serie, viene il dubbio che qualcosa non venga detta o non sia noto saperla apertamente. Ci hanno provato l’allora Avvocato Imposimato ex Magistrato e la Criminologa Bruzzone a presentare ipotesi ricostruttive, ma nulla di fatto. Si sono succeduti Ministri degli Esteri e Politici vari che non sono andati oltre una o più conferenze stampa.
L’Italia ha spesso messo sul piatto della bilancia Politica e della Presidenza della Ns. Repubblica cittadini U.S.A. condannati e, poi, in tempi stretti graziati liberandoli e rimpatriandoli con sentenze talvolta uguali al caso del Forti, mentre, da noi ogni anno ascoltiamo belle parole sul Forti e promesse politiche, ma subito dopo vengono dimenticate e lasciate cadere nel vuoto dando di fatto un trattamento diverso al detenuto Italiano. Silenzi politico – diplomatici ed anni che passano senza alcun risultato fanno pensare male (come diceva l’On. Andreotti) che ci siano magari altre trattative occulte … Troppi misteri restano nei comportamenti Politici quando lasciano correre anni ed anni parlando soltando e silenziando tutti i rapporti sul caso. Questo è l’ennesimo enigma che si aggiunge ai già numerosi misteri accumulati in anni ed anni di indagini e processi Nazionali ed Internazionali della storia Italiana, tutti rimasti senza fine.
Oggi che il Nuovo P.O.T.U.S. Biden ha preso il comando U.S.A. l’Italia potrebbe chiedere un nuovo gesto di clemenza verso il Forti che ha già, tra l’altro, scontato in buona condotta 20 anni ( sempre che veramente l’Italia voglia farlo).