Di Cecilia Gabrielli
Care Amiche e cari Amici del CdL ‘Barbara Cosentino’, il 16 dicembre alle 21.00 il Circolo della Lettura incontra Daniele Mencarelli.
La sua scrittura racconta della fragilità di un ragazzo e poi di un uomo che non può sostenere la sua sensibilità. Dice di sé di tessere l’epica del quotidiano «perché non sono i poeti che le ingrandiscono, ma sono le cose a essere giganti». In «Tutto chiede salvezza», in cinquina al Premio Strega 2020, racconta la sua esperienza di ricovero a vent’anni per un Trattamento Sanitario Obbligatorio quando si è ritrovato in stanza con altri pazienti. Singolare e coraggiosa la scelta dimostrare vite invisibili o fastidiose agli occhi del mondo “perbene”, attraverso le storie di uomini che hanno varcato il confine o che dentro il mondo non sono mai stati, come se questo fosse una prigione, una costrizione da evadere.
La frontiera è definita “salute mentale”, al di là ci abita signora follia che come una forma di fratellanza anima per una settimana gli ospiti di una stanzaa sei letti di un reparto psichiatrico, dove gli “anormali” si curano a colpi di TSO. Daniele è ancora un ragazzino, si sveglia stordito dai sedativi per cavalli, sente odore di bruciato e mentre si riappropria dei suoi sensi a uno a uno, si mette a snocciolare le differenze fra sé e gli altri “inquilini”. Giorgio, Mario, Gianluca, Alessandro e Madonnina. Intorno la cornice che rinchiude, animata da medici e infermieri che chiamano i pazienti per cognome, proprio come accade in carcere. Eppure fra questi naufraghi si tesse una fratellanza, cementata dalla consapevolezza di ognuno che il mare della vita è troppo grande per lui. Diventano una specie equipaggio, una ciurma solidale nella traversata del TSO. Questi sono gli elementi che tessono la storia grande, quella che costringe a fare i conti con la salvezza.
Cosa significa salvarsi? Come ci si salva? Scritto prima, ma narrante fatti successivi è «La casa degli sguardi», in cui Daniele Mencarelli racconta gli anni seguenti della giovinezza, in cui finisce a lavorare in una cooperativa delle pulizie dell’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù. Queste pagine raccontano non solo la sua rinascita ma anche la scoperta di poter sopportare il dolore di scrivere e di vivere, in nome dell’importanza di farsi testimone: «Non deve far paura la propria storia quando può essere utile agli altri. Un autore deve capire che il suo dovere è testimoniare. Se riesce a scorgere la grandezza, scrivendola riuscirà a conquistarla in qualche modo». Le poesie di cui parla nel libro sono contenute nella raccolta Bambino Gesù, ma anche in quella più ampia “Tempo Circolare” che risale fino al 1997.
Informazioni: info@circolodellalettura.it