La città deve avere poter fare ascoltare la sua voce, quando si spendono soldi pubblici per opere destinate proprio alla comunità.
Lo scempio dei lavori, tutt’ora in corso, a Murgia Timone nell’ambito dell’intervento del Parco della Storia dell’uomo – “Civiltà Rupestre”, non può lasciare indifferenti né l’Amministrazione, né il sindaco, né i cittadini. E non possiamo, tutti noi, permettere che si proceda escludendo la città anche per i prossimi interventi del Contratto istituzionale di sviluppo (CIS) “Matera Capitale Europea Cultura 2019”.
E’ critica, come già era stata critica negli scorsi anni, la posizione del Partito Democratico di Matera sulla gestione di questi appalti che, finora e almeno a giudicare dai cantieri di Murgia Timone, non rispettano criteri di rispetto del patrimonio storico, artistico e naturalistico di Matera.
“La città e il Parco sono un notevole esempio di insediamento umano e di uso del territorio tradizionali che mostrano l’evoluzione di una cultura che ha mantenuto nel tempo relazioni armoniose con l’ambiente naturale”. Così recita uno dei criteri per cui proprio in questi giorni ventisette anni fa – era l’11 dicembre del 1993 – l’Unesco ha inserito i Sassi di Matera nella lista del Patrimonio dell’Umanità.
Di quella “cultura che ha mantenuto nel tempo relazioni armoniose con l’ambiente naturale” oggi sembra non esserci traccia, nemmeno nella memoria.
La posizione del Partito Democratico sulla procedura che trasmise nel 2016 ad Invitalia tutti i fondi, ben 34 milioni di euro, per appaltare i lavori fu aspramente critica. Nelle sedi opportune, già allora, abbiamo sollevato più di un dubbio sull’idea che il Comune, così come la Soprintendenza, l’ Ente Parco della Murgia e gli altri Enti territoriali, non potessero intervenire sul progetto. Con la trasmisione a Invitalia dei fondi tutto avviene fuori dal Municipio. La progettazione è esterna, ma avrebbe potuto farla anche il Comune, come l’appalto. E, come dimostrano i fatti, appaltando all’esterno nulla è stato fatto tutto più velocemente: a un anno dalla chiusura di Matera Capitale Europea della Cultura, nessun cantiere Invitalia è stato chiuso. I lavori realizzati dal Comune, invece, hanno avuto ben altra sorte.
Nascondersi dietro spietate e immodificabili procedure di appalto non giova alla discussione e alla risoluzione delle perplessità denunciate dalle associazioni, le stesse perplessità che il Partito Democratico aveva espresso già nel 2016.
Il Partito Democratico di Matera rinnova oggi la richiesta che la città sia informata su come i futuri appalti verranno gestiti, sulle modalità con cui si intende intervenire su un patrimonio storico-artistico e naturalistico, che ricordiamo è dei cittadini di Matera ma anche dei cittadini di tutto il mondo proprio in virtù del riconoscimento Unesco.
Al Sindaco Bennardi chiediamo un deciso intervento sui lavori a Murgia Timone e sui prossimi cantieri. Il sindaco ascolti e faccia sue le dure prese di posizione delle associazioni ambientaliste e dei cittadini per attenuare gli effetti che i lavori curati da Invitalia stanno avendo sul Parco delle chiese rupestri del Materano e che potrebbero avere anche nelle aree che saranno interessate dai prossimi appalti.