Antonio Troise
Da un Matteo all’altro. Prima Salvini, ora Renzi. Per Conte è quasi una maledizione. Fatto sta che, ancora una volta, il Capo del governo si prepara al “redde rationem” con uno dei partner del suo esecutivo. Non sarà un socio di maggioranza, ma i voti di Italia Viva, soprattutto al Senato, servono (e come!) al premier per tirare avanti e arrivare alla fine della legislatura. E la crisi, di fatto, è già aperta. Ormai l’ex rottamatore si è spinto troppo avanti per tornare indietro e ricucire. L’ultimo strappo, quello sulla delega per i servizi segreti (che Conte vorrebbe tenere per sé), è solo la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. La posta in gioco, infatti, ha un nome e un cognome ben preciso: Recovery Fund. Vale a dire, una montagna di quattrini mai vista prima, oltre 200 miliardi di euro: la dote che l’Europa ha consegnato all’Italia per far uscire il Paese dall’emergenza Covid.
Nei prossimi giorni si capirà meglio se ci sono i margini per arrivare ad un accordo fra tutte le forze della maggioranza o se il Presidente del Consiglio non potrà fare altro che imboccare la strada del Quirinale, facendo tappa in Parlamento per verificare se ha o meno i voti per andare avanti. Il problema, però, è un altro. Fuori dai palazzi della politica, nel cosiddetto Paese reale, l’ennesima crisi, con l’ipotesi di un ritorno alle urne, risulta effettivamente difficile non solo da capire ma soprattutto da “digerire”. L’epidemia, nonostante i lockdown a singhiozzo, sta rialzando la testa e un po’ dovunque nel mondo si parla di terza ondata. I vaccini faticano ad essere autorizzati. L’economia ha chiuso il 2020 con un crollo del 10%, il debito è schizzato al 155% del Pil.
Rispetto a questi scenari il richiamo di Mattarella ai “costruttori” giunge più che mai opportuno. Perché a questo punto, più di ogni altra cosa, al nostro Paese serve stabilità politica. Abbiamo di fronte mesi difficili, occorre rimettere in moto l’apparato produttivo e dare risposte concrete alle centinaia di migliaia di italiani che hanno perso il lavoro o sono in difficoltà. Il Recovery Fund, insomma, è un’occasione troppo importante per essere piegata alle ragioni della politica e, ancora di più, alle vicende personali di questo o quel leader. E’ necessario mettere in campo ricette serie e credibili per combattere la grande crisi del Paese. Altre strade o scorciatoie sono, in questo momento, davvero molto pericolose. Per tutti.