“La ragione per cui Michele Emiliano sia stato nominato vicepresidente della Conferenza StatoRegioni, nel cambio della guardia che ha portato il governatore del Friuli Venezia Giulia Fedriga alla presidenza, è imperscrutabile. Deve essere il risultato di uno di quei complicati manuali Cencelli che regolano l’attribuzione dei posti in politica. L’avranno fatto “vice” perché la carica toccava a uno del centrosinistra, e avranno scelto lui perché era il turno di un governatore del Sud, dopo l’emiliano Bonaccini. Ma in quanto al criterio del merito, beh, non pervenuto: Emiliano non ha alcun merito da vantare nella battaglia al Covid e meno che mai nella campagna vaccinale”. E’ l’incipit che, abbiamo fedelmente riportato di un editoriale di Antonio Polito, apparso sul Corriere del Mezzogiorno domenica 11 aprile.Polito è da tempo che ha messo nel mirino le posizioni i comportamenti e i risultati dei governatori del Sud, con particolare accanimento contro De Luca in verità, col quale entra in polemica spesso e volentieri, forse perché le esternazioni del presidente della Regione Campania lasciano sempre il segno e uno strascico mediatico rilevante. Quindi c’è più sfizio, per così dire.
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Ma con Michele Emiliano l’11 aprile ci è andato duro. Ha colpito più di accetta che di fioretto. In buona sostanza, ha emesso una condanna senza appello.Polito è uno dei più attrezzati giornalisti italiani, in forza al Corriere della Sera. Ospite fisso a Porta a Porta. Insomma uno dei dieci o venti principali opinion maker più ascoltati in circolazione. Che sia nato a Castellammare, sia detto per inciso. Lo ha anche ricordato in uno dei suoi pezzi appartenenti al genere minimalista. Il richiamo del mare, che tanto manca a gente come noi, con quella faccia un po’ così, levigata da salsedine e scirocco.Che c’entrano i natali sotto il Vesuvio?
C’entrano perché Polito è uno dei più spigolosi accusatori della classe dirigente meridionale.Ed utilizza spesso l’argomento, per arrivare – per vie diverse – alla stessa conclusione di Vittorio Feltri: che ci possiamo fare, noi qui da Roma in su, se siete inferiori?Incapaci cioè come ceto politico (e come elettori che se lo scelgono) anche di prestare le minute, doverose cure al vostro martoriato territorio?
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Ma stavolta ha giocato strabico, diciamo così. A Napoli si direbbe “addò vede e addò ceca”, che si può tradurre con il meno efficace “due pesi e due misure”…Ha messo in luce le criticità del Sud (nel caso in specie, la Puglia) a proposito di campagna vaccinale, ma con una stadera totalmente starata.Ed infatti Emiliano avrà pure le sue responsabilità e non ha bisogno certo di un difensore d’ufficio. Ma sembra piuttosto fuori discussione che la campagna vaccinale si porta avanti con i… vaccini. Se mancano i colpi da sparare, non te la puoi prendere con chi sta con il fucile in prima linea?
Ma il punto vero è un altro. Tutto il ragionamento (ampio e documentato) di Polito porta a una conclusione: come mai Emiliano, con risultati in tema di lotta al Covid così palesemente negativi, è diventato vice presidente della Conferenza Stato Regioni?Proprio lui responsabile dello sfascio della Puglia, regione che è fanalino di coda nella lotta ai vaccini?
E ci sta.Ma allora perché Polito non si domanda quali siano invece i meriti di chi ha occupato la posizione più in alto, più di vertice, ossia la presidenza dello stesso consesso istituzionale? Vale a dire quel governatore del Friuli Venezia Giulia, Fedriga, a cui dedica invece appena un cenno,per dovere di cronaca, ma nessun giudizio di merito. Se Emiliano infatti sta lì a fare il vice, perché è espressione del Centrosinistra, anche per Fedriga vale il manuale Cencelli evocato da Polito, lo strumento per far sedere Fedriga più in alto sul podio è lo stesso… O no?
Piccolo inciso. Polito reclama a riprova del suo ragionare i dati di una classifica sulle vaccinazioni di You Trend. Però, non senza una bella dose di malizia, per schiacciare emiliano sotto il peso delle sue responsabilità, prende a prestito il dato del Veneto, il migliore in assoluto, non quello del Friuli, che à alquanto deludente. In quell’elenco in effetti il Friuli di Fedriga sta a destra, nella colonna dei “cattivi”. A 50 punti, ben lontano dai 78 del Veneto, molto vicino ai 43 della Puglia… Se i numeri non sono un’opinione, l’opinione che Polito (e gli altri) dovrebbero avere del piano vaccinale del Friuli di Fedriga, non dovrebbe essere edificante. Ma i numeri hanno ancora ragion d’essere se non si ha un preconcetto o pregiudizio o polemica a tutti i costi da fare valere. Altrimenti Polito avanti tutta.
PS: Vaccini a parte, sul tappeto ci sono 209 miliardi del Recovery Plan. Una partita più appetitosa dei vaccini dal punto di vista della ricaduta politica ed elettorale. Alla Conferenza delle Regioni c’è un governatore della Lega, ed è Massimiliano Fedriga. Al Governo invece un ministro della Lega, ossia Giancarlo Giorgetti, su una delle poltrone più importanti: il ministero dello Sviluppo. La manovra a tenaglia si complete per fare in modo che non passerà spillo né si muoverà foglia che il Carroccio non voglia. IntantoSalviniimbraccia il megafono e grida“bisogna aprire dove è possibile”. Una, due, cento volte. E puntale arriva il miracolo. I dati migliorano (ma no?), cambiano i colori (ma guarda…). E l’Italia rossa diventa arancione, se non addirittura gialla.
PSPS: Aspettiamo fiduciosi un editoriale di Antonio Polito sulla sanità lombarda alla prova della pandemia. Non del governo Conte o Draghi, ma proprio sul modello lombardo alla prova della pandemia. Magari una inchiesta che parta dai tempi di Maroni e Formigoni e arrivi ad Attilio Fontana. E non deve nemmeno sforzarsi più di tanto, gli basterà scavare negli archivi del Corsera, dove troverà agevolmente articoli sul tema di Milena Gabanelli e Simona Ravizza. Se non ha tempo, non si scomodi. Eccoli qui:
Laura Sparsi