Wikipedia ha modificato i suoi “Termini d’uso” inserendo nuove regole per le persone che sono pagate da aziende e altri soggetti per modificare le pagine dell’enciclopedia, la più grande al mondo e usata ogni mese da circa mezzo miliardo di persone. Le modifiche sono entrate in vigore lunedì 16 giugno e sono il frutto di un lungo dibattito online, iniziato a febbraio e proseguito fino alla fine di marzo con 6,3 milioni di visualizzazioni della nuova proposta e un’infinità di commenti e suggerimenti per migliorarla. La decisione è stata resa operativa da Wikimedia Foundation, la fondazione senza scopo di lucro che si occupa di Wikipedia e di altri progetti condivisi.
Sul blog della fondazione si spiega che ogni giorno i suoi dipendenti e la maggioranza dei volontari lavorano per “mantenere la precisione, la trasparenza e l’oggettività degli articoli che richiedono l’identificazione dei conflitti di interessi e l’eliminazione di pregiudizi”. Le modifiche che vengono eseguite da persone dietro pagamento, per tutelare gli interessi del soggetto di cui si parla nell’articolo, possono ridurre l’attendibilità di Wikipedia: per questo motivo è giusto che sia chiaramente segnalato che chi ha cambiato qualcosa è pagato per farlo da qualcuno.
Per le persone che occasionalmente modificano di loro spontanea volontà le pagine, per integrare le voci enciclopediche o apportare correzioni, le cose sostanzialmente non cambiano: saranno libere di continuare a farlo. Anche i dipendenti di gallerie d’arte, biblioteche, archivi, musei, università e istituzioni simili potranno continuare a modificare le pagine senza dovere dichiarare di essere pagate da queste organizzazioni, a patto di non essere stipendiate appositamente per modificare in modo sistematico le pagine di Wikipedia con informazioni sulle istituzioni per cui lavorano.
Chi viene pagato per modificare le voci dell’enciclopedia online, come responsabili di pubbliche relazioni e uffici stampa, da lunedì scorso è obbligato a dichiarare di essere retribuito per la sua attività su Wikipedia. Se è un utente registrato, può inserire questa informazione nel suo profilo; altrimenti lo deve dichiarare ogni volta che apporta una modifica alle voci che riguardano il suo datore di lavoro, inserendo un appunto nella cronologia delle modifiche.
Il fatto che tra le mansioni retribuite di una persona ci sia tenere sotto controllo alcune pagine di Wikipedia non è necessariamente un male. Le modifiche inserite spesso arricchiscono le voci dell’enciclopedia con informazioni disponibili solamente a chi lavora all’interno di una determinata azienda, di un’istituzione o di un personaggio pubblico. L’intenzione di Wikimedia non è quindi vietare alle persone retribuite di modificare le pagine di Wikipedia e di altri progetti Wiki, ma semplicemente di rendere più trasparente la loro posizione e il loro ruolo, in modo da avere più elementi per giudicare la qualità delle informazioni inserite in ogni voce enciclopedica.
Il cambiamento ai “Termini d’uso” introduce quindi diverse nuove regole (qui c’è una FAQ con ulteriori dettagli), che però potrebbero rivelarsi complicate da fare rispettare. Prima di tutto perché chiunque può modificare una pagina senza doversi registrare a Wikipedia: in questo caso viene solo tenuta traccia del suo indirizzo IP (un numero che dà solo qualche informazione sulla sua connessione, ma che tra l’altro può essere comune a più utenti) nella cronologia, senza altri elementi per avere ulteriori informazioni. Wikipedia ha basato buona parte del proprio successo proprio su questo sistema, che rende la modifica delle pagine immediata e accessibile in qualsiasi circostanza: è uno dei pilastri del progetto e non sarà cambiato. Wikimedia con la nuova modifica confida piuttosto sulla buona fede e l’onestà degli utenti, e su un aiuto dalle legge sulla libera concorrenza di numerosi paesi.
Con sfumature diverse, negli Stati Uniti, nell’Unione Europea e in diversi altri paesi del mondo è vietata la promozione di beni e servizi in modo occulto sui mezzi di comunicazione. In alcuni casi, quindi, chi modifica una voce enciclopedica senza dichiarare di essere stato pagato per farlo da un soggetto interessato a cambiare il testo, potrebbe avere anche qualche problema dal punto di vista legale. Wikimedia spiega inoltre che:
Nel caso in cui le comunicazioni richieste per legge non possano essere rese in maniera da soddisfare le regole della comunità, le regole della comunità hanno la precedenza. Ad esempio, se le leggi locali richiedono la divulgazione della sponsorizzazione di una modifica nel testo stesso dell’articolo, ed inserire tale messaggio nel testo dell’articolo viola le regole della comunità (come accade nella maggior parte dei casi), tali modifiche sarebbero proibite.
Sulla necessità di modificare i “Termini d’uso” si era discusso molto già in passato, perché erano stati segnalati diversi casi in cui aziende ed esperti di pubbliche relazioni erano intervenuti per modificare le pagine. In alcuni casi con modi anche sfacciati, come era avvenuto per la voce della società finanziaria cipriota Banc de Binary, in difficoltà per alcune presunte violazioni delle leggi statunitensi sulle attività finanziarie. Era stato offerto pubblicamente del denaro su Elance, un sito che mette in contatto freelance e aziende, per “gestire la crisi” legata ad alcuni passaggi critici nei confronti della banca presenti nella voce di Wikipedia.
Con una iniziativa non legata a quella di Wikimedia Foundation, un gruppo molto ampio di società che si occupano di pubbliche relazioni (PR) ha sottoscritto un documento, con il quale si impegnano a non effettuare più modifiche delle voci senza dichiararlo esplicitamente nella cronologia delle stesse pagine. Quelli di Wikimedia hanno spiegato di avere saputo dell’impegno dei PR solo al momento della pubblicazione del documento, e in molti si chiedono quale sia stato il loro comportamento fino a oggi quando si è trattato di correggere o integrare le voci su Wikipedia. La responsabile della comunicazione di Wikimedia ha riassunto efficacemente le modifiche ai “Termini d’uso” al Wall Street Journal: “Non siamo un’agenzia pubblicitaria, siamo un’enciclopedia”.