Milan-Napoli finisce 0-1, un’esplosione azzurra di cuore e sofferenza
“Il Vesuvio non deve essere una cartolina di Napoli ma dobbiamo averlo dentro di noi per fare ciò di cui c’è bisogno domani“. E’ il monito che ha lanciato il mister Spalletti nella conferenza stampa sabato in vista del big match contro il Milan a San Siro, dopo la beffarda sconfitta avvenuta in casa contro l’Empoli. Tante le assenze e le scelte obbligate da parte dei due allenatori. Alla squadra di casa mancavano Theo Hernandez, Kjaer e Leao su tutti; tra le fila dei partenopei i lungodegenti Osihmen, Koulibaly e Fabian Ruiz, più Insigne e Mario Rui ma con Anguissa che ha ripreso il posto da titolare. “Facciamo prima a dire chi abbiamo”, ha detto il tecnico toscano alla vigilia della partita. Si sarebbe potuta quindi prospettare una partita scarica di emozioni o con ritmi bassi e noiosi, plausibilmente per le tante gare disputate e per i giocatori cardine indisponibili, ma così non è stato. Per tutti i novanta minuti – e soprattutto nei discussi di recupero – gli interpreti hanno dato vita ad un match vulcanico, ricco di momenti salienti nonostante i soli due tiri in porta effettuati per ambo le parti.
Milan-Napoli: la sintesi
L’esplosione di gioia azzurra è arrivata già al 4′ quando Zielinski si incarica di battere un corner da cui deriva il vantaggio napoletano con una “inzuccata” di Elmas che vive un momento di forte ispirazione e fiducia da parte di tutto l’ambiente. Il “tuttofare” macedone, calatosi perfettamente nella realtà partenopea, ancora una volta si dimostra “l’uomo-partita”, rispondendo a tutti dissidenti e miscredenti che si domandavano – sin dall’era di Gattuso – di che pasta fosse fatto.
La risposta del Milan però non si fa attendere e al 18′ da un’azione combinata l’eterno Ibrahimovic anticipa di testa e mette la palla di poco fuori. I rossoneri pressano e gli ospiti fanno fatica a gestire possesso e campo. Petagna e Lozano sono stati molto impegnati a sacrificarsi per dare una mano in fase di un’affannosa e, talvolta, confusionaria, impostazione, perdendo molto fiato per costruire azioni d’attacco. Al 34′ un sussulto di Florenzi su una palla che rimbalza poco fuori l’aria di rigore fa tremare i cuori dei tifosi azzurri. Palo sfiorato, pericolo scampato.
“E’ stata la mano di… Ospina”
La seconda frazione di gara inizia com’è finita la prima: è il Milan che fa la partita. Al 48′ Ibrahimovic si trova l’occasione di pareggiare scagliando una sassata col mancino sul primo palo del portiere colombiano che non si fa cogliere impreparato e si fa perdonare lo “scivolone” della settimana scorsa, mettendoci una mano miracolosa. Il Napoli, nella ripresa, assume una connotazione tattica diversa, soprattutto quando Lobotka entra al posto di Demme e prende per mano la mediana, con Lozano che viene sempre di più in mezzo al campo per lasciare una periferia a destra per Malcuit che fa bene entrambe le fasi anche grazie ad un flebile Ballo-Touré. Petagna ha un’occasione per siglare il raddoppio, impedito da un sontuoso Tomori che ha annullato completamente la punta avversaria. Come dall’altro lato, Amir Rrahmani è diventato completamente il leader della difesa da quando Koulibaly è fuori. Impeccabile anche Juan Jesus.
La slinding doors del match
Proprio il difensore brasiliano, entrato in punta di piedi di fronte ad uno scetticismo generale ma che ha dimostrato un notevole exploit, è il protagonista della sliding doors della serata. Dopo le continue incursioni da parte del Milan, diventate ancora più prepotenti dopo l’entrata di Giroud, nei minuti di recupero, arriva un pallone in area che lo stesso attaccante francese spizza di testa per rimetterlo dietro a favore di qualche compagno (e lo fa appoggiandosi in maniera platealmente fallosa su Juan Jesus, non giudicata tale però dal giudice di gara). Dopo un flipper il milanista Kessié si ritrova la sfera e segna un “rigore in movimento” per l’1-1. Sembra un incubo per gli ospiti che vedono crollare tutti gli sforzi fatti per mantenere il vitale vantaggio.
La conduzione da parte dell’arbitro Massa, lo stesso dell’immeritata espulsione di Spalletti al termine della partita contro la Roma, è stata fino a quel momento molto all’inglese, fischiando poco e punendo ancora meno. Viene chiamato dal VAR che avrebbe evidenziato un fuorigioco “attivo” da parte di Giroud che avrebbe ostruito l’intervento di Jesus nel rinviare da terra il pallone. Accordato l’off-side, il risultato torna sull’1-0 dopo l’euforia iniziale del San Siro. Una decisione che non ha fatto contento il mister rossonero Pioli che al termine della partita ha dichiarato: “Il regolamento so cosa dice e tutto, ma vorrei capire come fa un giocatore fermo e sdraiato a terra a procurare un danno a Juan Jesus. Non fa niente Giroud“. Si presuppone che la chiamata “al limite del regolamento” sarà oggetto di ulteriori polemiche dopo Milan-Napoli, figlia anche del diverso metro e della troppa discrezionalità deliberata ad una classe arbitrale troppo al di sotto di un livello che si possa considerare accettabile.
La classifica dopo Milan-Napoli
Discussioni a parte, gli azzurri fanno bottino pieno e così balzano dal quarto, al secondo posto. Movimenti tellurici che smuovono significativamente la classifica del campionato dopo Milan-Napoli. La 18esima giornata appena conclusa incorona l’Inter campione d’inverno, sola a 43 punti, con azzurri e rossoneri che si spalleggiano a 39 punti, a +2 dall’Atalanta che ha perso nell’anticipo del sabato contro la Roma 1-4. I giallorossi, assieme a Fiorentina e Juventus, si contendono la zona Europa League, tutte sistemate a 31 punti. Tra la seconda e la settima posizione distano solo otto lunghezze, in cui si decide il futuro di tantissime squadre. Il Napoli è chiamato a non fallire, specialmente la prossima in casa contro uno Spezia che orbita in zone pericolose della classifica, per salutare il 2021 nel migliore dei modi.
di Mario Vittorio D’Aquino