E’ dal 2020 che tutti noi affrontiamo il Covid, tra bollettini di cifre nei notiziari, tra lockdown e non, tra distanziamenti accurati e non. Sorge spontanea una domanda: “Come ci sentiamo?”.
E’ una risposta effimera. Siamo ancora umani? E’ una domanda articolata. Pier Paolo Sileri, a Rai Radio 1, ha affermato: “La nuova fase dell’epidemia deve portarci entro breve a rivedere le regole per la gestione degli ospedali”. E sempre nel corso di una trasmissione della Rai, ha detto: “Oggi circolano sia la variante Omicron che la Delta. La maggioranza di coloro che sono in intensiva sono infatti, in gran parte infettati dalla Delta e non vaccinati. Vanno in intensiva anche infettati da Omicron”. E nella panoramica delle notizie, fa scalpore che il tennista DjoKovic sia stato espulso dal governo australiano. E poi la tensione tra Ucraina e Russia, dove le truppe di Putin, sono schierate ai confini orientali del Paese: i venti di guerra sono minacciosi…
E poi si dovrà votare il nuovo presidente della Repubblica che succederà a Sergio Mattarella. L’interrogativo precedente: “Siamo ancora umani?”, è proponibile? Sono due anni che abbiamo paura, rabbia, idee nascoste. Viviamo isolati nella nostra psiche. Abbiamo sentimenti come frecce velenose da sferrare. Il disagio di salutare il giorno prevale, l’angoscia di salutare la fine della giornata prevale. Dovremo uscirne. Saremo noi stessi a essere più disponibili. Lo faremo. Jacques Lacan scriveva: “L’amore è donare quello che non si ha…”.
Rosa Mannetta