Napoli-Salernitana 4-1, gli azzurri spuntano il derby campano. Insigne nel segno di Diego
L’ebbrezza di giocare la domenica alle tre del pomeriggio era una sensazione che a Napoli non si avvertiva da molto tempo. In un periodo storico in cui si scende in campo il venerdì sera, la domenica prima del pranzo o alle 18, nel posticipo ma anche nel monday night per i tifosi di quelle squadre fortemente impegnate su molti fronti è difficile poter apprezzare quel rito della “domenica alle tre” che invece le vecchie generazioni hanno goduto appieno. In occasione di Napoli-Salernitana, il Maradona si è preparato ad ospitare i propri supporters – solo 5 mila per via di discutibili normative anti Covid – cullandoli in uno spettacolo che ha avuto un solo interprete.
Il derby campano, che nell’arena di Fuorigrotta non capitava da una torrida serata d’agosto (3-0 per gli azzurri in Coppa Italia) di oltre dodici anni fa, finisce 4-1 e spedisce il Napoli al secondo posto, a pari merito col Milan, allungando sulla Juve che ha pareggiato nel posticipo a reti bianche contro i rossoneri. Ma non solo. Spara in orbita podio per gol fatti con la maglia azzurra Lorenzo Insigne che con 115 sigilli raggiunge il Dio del Calcio, Diego Armando Maradona.
La partita s’ha da fare ma è come sparare sulla croce rossa
E pensare che Napoli-Salernitana, molto attesa vista la rivalità che va oltre lo sport tra le due città, era a serio rischio viste le numerose positività al Covid degli ospiti. Ma la partita “s’ha da fare”, dato che gli indisponibili contagiati non superano i limiti previsti dal protocollo. Messa in campo una formazione “di fortuna” e tutta dedita al sacrificio, le speranze per la Salernitana si sono ridotte al lumicino, specie in seguito al gol di Juan Jesus, il quale finalmente può esultare dopo che si è visto annullare per tre diverse volte una sua rete durante tutta l’esperienza napoletana. Complice un po’ di distrazione e di irritante imprecisione nella gestione dei padroni di casa, alla prima occasione la Salernitana pareggia con Bonazzoli e riaccende l’entusiasmo per i granata. A rimettere le cose in chiaro ci pensa Mertens (144esimo gol) su un penalty guadagnato da un tarantolato Elmas, dopo che in più occasioni Ruiz ha fatto scaldare i guanti del portiere avversario. L’ovazione dei 5 mila irriducibili è tutta per il belga napoletano al duplice fischio.
Nel secondo tempo fuori un Lozano sfasteriato – per così dire – superficiale e poco preciso per un Insigne che è entrato insolitamente tranquillo e senza la fretta di voler salire a tutti costi sull’Olimpo dei giocatori con più gol di sempre con il Napoli: l’occasione per inerzia o per destino prima o poi arriva a chi sa aspettare e si fa trovare pronto. E l’occasione arriva al 53′ quando, sul 3-1 firmato Rrahmani sul quale ormai si perdono i complimenti, l’arbitro concede un rigore dubbio commesso da Veseli, espulso per doppia ammonizione nella circostanza. Non sarà passato nient’altro nella testa dell’attuale capitano dei partenopei se non quella di sigillare la 115esima rete con la squadra che lo ha fatto uomo nel segno di Diego. Esulta quando viene assegnato il tiro dagli undici metri ed esulta dopo averlo trasformato. Poi si ferma davanti alla telecamera e si concede un “io ci sarò sempre” in diretta tv che sa di promessa mancata, al retrogusto amaro, per uno che di fatto è un separato in casa.
di Mario Vittorio D’Aquino