Per quanto riguarda gli interventi di competenza diretta del ministero del Sud, “l’attuazione degli interventi speciali per la coesione territoriale” ha visto “il rispetto di tutti gli obiettivi previsti per il 2021, sia in termini di investimenti che di riforme”. Così la ministra per il Sud e la coesione territoriale, Mara Carfagna, in audizione in Commissione bilancio alla Camera sull’attuazione del Pnrr. “Abbiamo innanzitutto rispettato l’obiettivo di riforma della governance delle Zone economiche speciali, rafforzando i poteri del commissario e dotandolo di una struttura tecnica, trasformandolo da soggetto incaricato di compiti di promozione delle aree in vero e proprio interlocutore unico dei potenziali investitori in zona Zes” sottolinea la ministra, che poi puntualizza: “Finalmente le Zes del mezzogiorno d’Italia sono una realtà fatta di burocrazia snella e di tassazione ridotta. Nei prossimi mesi ci preoccuperemo di promuoverle in Europa e nel mondo per attrarre investimenti nazionali e internazionali a partire da un evento a tema che terremo a marzo all’Expo di Dubai”. Nel corso dell’audizione, la ministra ha poi illustrato le altre due direttrici di intervento del Dipartimento in relazione al Pnrr: il monitoraggio circa l’effettiva allocazione del 40% delle risorse territorializzabili al mezzogiorno e il supporto alla capacità progettuale delle amministrazioni.
“Essere riusciti a ottenere che il 40% dei fondi del Pnrr andasse al sud è stata sicuramente una vittoria, ma è stata ancora di più un’assunzione di responsabilità enorme da parte del ministero per il Sud, da parte dell’intero governo e da parte di tutte le istituzioni e le amministrazioni coinvolte – afferma Carfagna – Non basta che sulla carta si sia previsto il vincolo del 40%, c’è bisogno che questo vincolo sia rispettato e concretamente attuato a cominciare dalla redazione e dalla predisposizione dei bandi. Il monitoraggio ex post rischia di non essere sufficiente e abbiamo ottenuto in cabina di regia di attuare un monitoraggio ex ante, che è partito dai primissimi giorni di gennaio. Un monitoraggio che è in fase di attuazione e che ci consente di sollecitare tutte le amministrazioni titolari di interventi Pnrr perché condividano con noi la predisposizione dei bandi affinché i criteri di riparto possano rispettare la valutazione territoriale del 40%”. “Non vogliamo – sottolinea – intervenire poi con meccanismi compensativi in una fase patologica, ma stiamo facendo di tutto perché poi non scatti la patologia”. Per quanto concerne la terza direttrice, invece, “l’azione si svolge su due piani – spiega la ministra – Consentire agli enti territoriali di acquisire risorse professionali in organici messi a dura prova da anni di blocco del turn over e dare supporto alla progettazione per poter attingere alle risorse messe a bando”.
Infine, sollecitata dalle domande dei parlamentari, la ministra risponde sul tema degli asili nido: “Nel dicembre del 2021 abbiamo presentato con il ministro Bianchi i bandi per l’edilizia scolastica, articolati in vari interventi. Per quanto riguarda gli asili nido sono stati messi a bando tre miliardi sui 4,6 totali previsti dal Pnrr. Di questi 3 mld, 2,4 sono destinati alla fascia di età 0-2 anni e 600 mln a quella 3-5 anni. Tra i 2,4 mld per la fascia di età 0-2 la quota destinata al mezzogiorno si attesta al 55% del totale, mentre per i 600 mln destinati alla fascia di età 3-5 anni la quota per il sud è del 40%”.