Bagnoli 2022 – L’Acciaieria non c’è più (eppure persiste), al punto che sembra aver generato il “luogo” a cui ha affidato il meglio della sua storia. Lì c’è il Circolo Ilva, un punto di sutura “tra un passato che non passa e un futuro che stenta a delinearsi”. Il Sudonline ha ricevuto e volentieri pubblica la riflessione condivisa di tre dirigenti dello storico sodalizio.
Sembra vigilare e proteggere quel che resta di una storia indelebile: lavoro, solidarietà sociale, diritti, doveri, … un vissuto che chiede di essere ri-generato. L’Acciaieria sembra utilizzare il aare per connettere i suoi valori con la Terra e con il resto del mondo. Non c’è enfasi né nostalgie per il tempo passato, c’è il rammarico che la società moderna non riesce a mantenere le sue promesse: territorio bonificato, inclusione sociale, sviluppo sostenibile. Tutto questo lo aspettiamo da più di trent’anni.
Di chi è la colpa? La caccia ai colpevoli ci appassiona molto meno dell’amore che abbiamo dedicato per mantenere accesa una “fiammella” che ha centotredici anni di storia. E che, oggi, definiamo orgogliosamente “l’ultimo reparto ancora in lavorazione”. Duemila soci, 284.000 presenze l’anno di persone di tutte le età e condizioni, sociali e fisiche, trovano in questo luogo l’opportunità di incontrarsi, fare sport -amatoriale e competitivo- in diverse discipline, di accrescere nel concreto la qualità della propria vita in una dimensione collettiva.Il Circolo, tra l’altro, è da sempre aperto al territorio, ospitando attività con scuole, con i ragazzi a rischio di Nisida e con sport a mare per ipovedenti e diversamente abili.
Siamo restii a parlarne, perché la fabbrica, tra tante altre cose, ci ha insegnato la sobrietà, l’essenzialità, il fare piuttosto che il dire. Sentiamo tuttavia il dovere di rendere questa testimonianza, perché la “società moderna” sembra aver smarrito il valore del “fare comunità”. Per questo, insieme a tutti i Soci, abbiamo affrontato ogni sacrificio per tenere aperto questo luogo di coesione. E siamo orgogliosi che i nuovi associati lo vivano come “una fabbrica di inclusione sociale”. Tanti nuovi associati hanno colto il senso del nostro impegno, molto più di alcuni nostri compagni di lavoro che, pur venendo dalla stessa storia, si perdono in polemiche, conflitti e rancori del tutto incomprensibili.
Riteniamo che la cultura del lavoro e la pratica dell’inclusione sociale debba essere un vettore propulsivo della ri-generazione da troppo tempo attesa. Ci proponiamo di incrementare ulteriormente le attività del Circolo Ilva Bagnoli, giacché la storia di questi ultimi trent’anni ci ha confermato che “… lo sviluppo non è un concetto o una procedura di intervento, ma è più strutturalmente un processo complesso che si innerva e cresce dentro un territorioe una societàspecifica, storicamente determinata.”(G. C. Sebregondi). In tal modo vogliamo onorare i nostri padri e costruire un contesto più vivibile per i nostri figli.
Di tutto ciò ragioneremo più approfonditamente con un ciclo di iniziative che abbiamo intitolato “Territorio e Comunità: la Coesione sociale per lo Sviluppo”, un tema fondante delle politiche comunitarie che ci sembra poco considerato. Il primo appuntamento è il 25 marzo ore 17-19. Al Circolo Ilva, naturalmente.
di Guglielmo Santoro, Giovanni Capasso e Vittorio Attanasio.