Empoli-Napoli 3-2, gli azzurri si fanno rimontare dopo il doppio ventaggio. Non accadeva dal lontano ’42
La tecnica dell’hara-kiri in Giappone è tradizionalmente un rituale onorevole: la decisione di togliersi la vita per un samurai era la pratica più solenne per manifestare la propria protesta contro un’ingiustizia subita o per esprimere il proprio dolore per la morte del loro signore. Ben poco onorevole, invece, è stato l’hara-kiri del Napoli che è stato sconfitto dall’Empoli al Castellani per 3-2 dopo essere passato doppiamente in vantaggio con Mertens e Insigne.
Un capitombolo che ha un precedente lontanissimo, vecchio di circa 80 anni con le medesime modalità. Il destino avverso scherza ancora col Napoli quando si tratta di Empoli: all’andata un beffardo rimpallo di Cutrone diede gli ultimi tre punti ai toscani in campionato e domenica due errori (macroscopici) in serie di Malcuit e Meret e un’azione fatta coi tempi giusti, restituiscono una vittoria ai padroni di casa che mancava proprio dall’ultima sfida coi partenopei.
Empoli-Napoli: i colpevoli
Fare tabula rasa, pretendendo la testa di alcuni giocatori per la partita di domenica sarebbe come sparare sulla croce rossa. Era dai tempi di Ancelotti che l’alternanza Meret-Ospina ha fallito, tutta a favore del portiere colombiano apparso negli anni più pronto e sicuro con i piedi e tra i pali. La distrazione che è costata cara al classe ’97 è frutto di approssimazione non ammissibile a questi livelli.
Così come non scopriamo di certo oggi che Di Lorenzo è un giocatore imprescindibile per la fascia destra. Il disastroso Malcuit era stato preferito persino da un giovanissimo Zanoli alle prese con la gastroenterite. Ammonito, ha dovuto lasciare il campo per il francese che lascerà Napoli con il ricordo delle sue acconciature stravaganti e molti errori fatali come quell’assurdo controllo in difesa su un tranquillo 0-2.
Ritiro, Spalletti e i piani della società
Immediatamente dopo il suicidio sportivo andato in scena a Empoli la società – attraverso un comunicato – ha fatto sapere che il Napoli sarebbe andato in ritiro. Pare che la mediazione – ancora una volta – dei senatori della squadra abbia fatto decidere alla società di attuare un ritiro light in cui i problemi prestazionali degli ultimi tempi venissero affrontati nelle cene di squadra. Un modus operandi davvero curioso.
Com’è curiosa l’insurrezione contro Spalletti che in molte partite ha dato cattiva prova della sua ventennale esperienza sulle panchine della Serie A, facendo spegnere quell’aura da aziendalista-pastore che si era creato nei primi tempi a Napoli, ma che è ben poco colpevole della partita di domenica. Pare non sia in discussione la sua permanenza ma che abbia avuto una forte discussione da un adirato De Laurentiis.
Il match di Empoli, inoltre, ha definitivamente dimostrato che la SSC Napoli attende una rivoluzione nella rosa e negli interpreti non più adatti e volitivi a vestire questa maglia pesantissima, dando prova di un atteggiamento fastidiosamente sciatto. “Uomini forti, destini forti; uomini deboli, destini deboli”, diceva saggiamente Spalletti in un’intervista. Bene, i giocatori azzurri hanno scelto perfettamente da che parte stare.
di Mario Vittorio D’Aquino