Una doccia fredda sul progetto del Ponte sullo Stretto di Messina. Le “raccomandazioni” emerse dal parere positivo del comitato scientifico esterno, incaricato di valutare la fattibilità dell’opera, hanno posto significative ombre sul cronoprogramma annunciato dal Ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini. Nonostante l’ottimismo iniziale della società Stretto di Messina S.p.A., le 68 criticità evidenziate nella relazione di 51 pagine sembrano rendere il progetto più un’utopia che una realtà imminente.
Le osservazioni, lungi dall’essere marginali, sollevano questioni cruciali riguardanti l’impiego di materiali, le verifiche sismiche e la resistenza alle forti raffiche di vento, suggerendo una revisione approfondita del progetto definitivo presentato dal consorzio Eurolink. Questa posizione è stata fortemente sostenuta da Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi Sinistra, che ha annunciato l’intenzione di presentare la relazione alla Procura di Roma come elemento di integrazione a un’esposto già inoltrato.
Dall’altra parte, la difesa del Ministro Salvini è stata categorica, respingendo l’idea che il governo possa avallare un progetto con rischi di insicurezza: «Che qualcuno pensi che il governo costruisca un ponte destinato a crollare è assolutamente folle». Parole a cui si aggiungono quelle di Pietro Ciucci, amministratore delegato di Stretto S.p.A., che sottolinea la natura positiva del parere, nonostante le raccomandazioni previste dalla procedura legale.
Il dialogo tra criticità tecniche e rassicurazioni ufficiali apre quindi un capitolo di incertezza sul futuro dell’ambizioso collegamento tra Sicilia e Calabria, segnando un punto di riflessione sulle priorità e le modalità di realizzazione delle grandi opere infrastrutturali in Italia.