Jobs act: tensione ieri al Senato, con dure proteste da parte di M5S e Lega nei confronti del presidente Grasso e del ministro del lavoro Poletti, prima del voto notturno sull’emendamento del governo al jobs act. “Più sceneggiate che politica” ha stigmatizzato Matteo Renzi, che a Milano ha ricevuto gli elogi di Angela Merkel sulla riforma, definita “un passo importante nella giusta direzione”. La minoranza Pd ha votato la fiducia ma promette battaglia alla Camera, con molti dissidenti che al verdetto sul jobs act sono arrivati in ordine sparso.
Nozze gay: il ministro dell’Interno passa al contrattacco e denuncia di essere rimasto vittima di un accerchiamento, “insultato senza giusti motivi” senza che vi fosse nulla di ideologico nella sua iniziativa. Ma la polemica suscitata dalla circolare di Alfano ai prefetti ha il merito di far ripartire il confronto sulle unioni civili, rimasto chiuso nei cassetti del Parlamento. Matteo Renzi aveva promesso che entro settembre la questione sarebbe stata affrontata, ma finora non si è fatto nulla, visto che per Palazzo Chigi le priorità sono altre. La mossa del ministro dell’Interno ha messo in moto il dialogo fra le forze politiche, previsto per oggi un faccia a faccia tra Mara Carfagna e Ivan Scalfarotto per trovare una sintesi tra Forza Italia e Pd, superando le posizioni più estremistiche.
Csm: parla Giovanni Legnini, nuovo vicepresidente del Csm che, dal giorno stesso in cui si è insediato, ha costituito a tempo di record le Commissioni di Palazzo dei Marescialli, dove del resto il lavoro non manca.
Politica estera
Ebola: è morto a Dallas Eric Duncan, il “paziente zero” primo a sviluppare i sintomi del virus sul suolo americano. Le autorità statunitensi hanno disposto il controllo dei passeggeri provenienti dall’Africa occidentale con sintomi sospetti. In Europa si è attivato il Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie, che ha inviato in Spagna due esperti per assistere le autorità che stanno cercando di indagare sul contagio del virus ai danni dell’infermiera di Madrid.
Turchia: torna a farsi pesante lo spettro dello scontro interno con la minoranza curda, nei disordini avvenuti in una trentina di città nelle ultime 24 ore si contano una ventina di morti; l’imposizione di un duro coprifuoco, con posti di blocco e forze dell’ordine con maschera antigas e scudi, sta riportando il Paese alle memorie della guerra civile strisciante. La rabbia dei curdi è ora alimentata dalla passività dimostrata da governo e militari di fronte all’agonia di Kobane, la città curdo-siriana cinta d’assedio dall’Isis e ormai sul punto di cadere in mano jihadista, nonostante l’intensificazione dei raid aerei americani, che hanno però solo rallentato l’avanzata degli estremisti sunniti.
Economia e Finanza
Fondi europei: Angela Merkel apre uno spiraglio sul calcolo ai fini del deficit delle spese nazionali per cofinanziare i fondi europei. Una piccola concessione su un problema di vecchia data, perché la necessità di cofinanziare i programmi, aumentando la spesa, spesso blocca i paesi a rischio di sforamento del tetto del tre per cento e li costringe a non attingere ai finanziamenti. Ne hanno discusso ieri a Milano i leader europei nelle tre ore di vertice informale sull’occupazione convocato dalla presidenza di turno italiana. L’incontro ha anche segnato una distensione tra il cancelliere e Francois Hollande dopo le tensioni legate all’annuncio che il deficit di Parigi non rientrerà sotto il 3% prima del 2017.
Legge di Stabilità: arriverà dallo Stato centrale il contributo maggiore nei tagli alla spesa previsti nella prossima manovra finanziaria, l’altra metà sarà a carico di Regioni e Comuni. Questa la prima griglia di massima che il Governo va allestendo in vista del varo della legge previsto per il 15 ottobre. La novità dovrebbe stare nel modo con cui i risparmi saranno ottenuti, non più con riduzioni lineari ma attraverso meccanismi mirati dalla spending review.
Fmi: una riduzione dei contributi fiscali a carico degli imprenditori mirata a combattere la disoccupazione giovanile potrebbe essere molto efficace per l’occupazione, anche in Italia. Il consiglio è contenuto nel Fiscal monitor del Fondo monetario internazionale, presentato ieri a Washington. Il lavoro resta il tema in cima all’agenda politica globale, come non si stancano di ripetere in tutte le sedi i dirigenti dell’organismo internazionale.
Marchionne: il manager resterà alla guida di Fiat Chrysler fino al 2018, per portare a termine il piano industriale quinquennale del gruppo automobilistico. “Poi”, ha annunciato in un’intervista a Businessweek, “farò sicuramente qualcos’altro”; un annuncio in qualche misura previsto, destinato comunque a fare clamore nel mondo dell’automobile ed anche nel sistema economico italiano. Pur mancando ancora più di tre anni già da tempo John Elkann, presidente di Fca e numero uno di Exor, azionista di maggioranza relativa del gruppo, sta ragionando della questione con il manager italo-canadese, ed ha ribadito di poter contare su forti candidati interni alla successione.