di Gianni Pinto*
Nell’Aprile del 1981, appena 5 mesi dopo il disastroso terremoto che aveva messo in ginocchio Napoli, Maurizio Valenzi, era sempre piu’ convinto di riprendere il discorso sull’ apertura di una scuola di drammaturgia e di organizzare, nonostante le ferite del sisma, la seconda edizione di Estate a Napoli; ed allora chiese ad Eduardo una collaborazione concreta.
Eduardo rispose, in data 26 aprile 1981 : “ sto allestendo una commedia nella quale mi sono trovato coinvolto nella regia e che andra’ in scena al Teatro Tenda di Roma…..Ti chiedo scusa per il ritardo, sono ai ferri corti con attori, tecnici, scenografi, costumisti eccetera, senza contare i mille “scogli” da superare seduta stante senza alcuna possibilita’ di rinvio. Ma se penso alla natura degli ”scogli” che si ammucchiano giornalmente sul tuo scrittoio mi convinco che i miei non son altro che rose e fiori…..Nella Tua lettera mi parli di “grandi manovre” in corso, provocate suppongo, dai tuoi avversari, il cui interesse sarebbe sempre quello di rimuoverti dal posto che occupi. Ma tu, caro Maurizio, puoi contare sulla stima che godi nella citta’ che amministri, sul bene che ti vuole il popolo napoletano e sul rispetto che sente per te. Tu non sei nuovo alle lotte politiche, sono quindi sicuro, per dirla alla Dario Fo, che uscirai indenne e vittorioso dal “mistero buffo”. Questo lo sai anche tu, tanto è vero che mentre mi vuoi far credere, per scaramanzia, forse, di temere il peggio, nel contempo avverti la necessita’ di preoccuparti per il futuro….” ( scuola di drammaturgia ed Estate a Napoli).
E così il 27 giugno 1981 l’Estate a Napoli fu inaugurata con Pulcinella ca va cercando ‘a furtuna soia pe’ Napule, adattamento e regia Di Eduardo da Pasquale Altavilla con Luca De Filippo, nei panni di Pulcinella e con Angela Pagano, Franco Angrisano, Nando Paone, Imma Piro, Francesco De Rosa. Eduardo, se ne stette per nove sere dietro il palco nel Cortile del Maschio Angioino e a me tocco’ il gradito compito di stare ogni sera accanto al “Direttore”, che seguiva il lavoro della giovane Compagnia di Teatro di Luca De Filippo. Per me fu una esperienza interessantissima, stare soprattutto ad ascoltare cio’ che Eduardo “ raccontava”. E per 9 recite al Maschio Angioino si registro’ il tutto esaurito.
Ogni sera, per nove sere, il “direttore” mi chiedeva, non appena entrava in Maschio Angioino, come’ è la situazione stasera ed io : “tutto esaurito, direttore, figuratevi che fuori ci sono addirittura i bagarini che vendono i biglietti “ e Lui : “nu poco ‘e pacienza. Si ce stanno ‘e bagarini vuol dire che lo spettacolo funziona, piace…Nu poco ‘e pacienza“. E ogni sera, per nove sere, arrivava un momento dello spettacolo, dove Eduardo aveva inserito un suo personale cammeo ( la scena del dottore ), e allora mi diceva, consiglie’ andate a vedere che è bello. Poi ritornavo dietro il palco, dove esprimevo il mio compiacimento. Ricordo con piacere che in una di quelle sere mi sembro’ di essere immerso inconsapevolmente in una commedia eduardiana. Eravamo agli inizi di luglio, faceva un gran caldo; quella sera Maurizio e Litza, con alcuni loro amici erano venuti ad assistere alla rappresentazione.
Come sempre ero dietro il palco con Eduardo, seduti. Ad un certo punto il “direttore” dice . “ stasera, fa proprio caldo. La verita’, consiglie’, è che anche i nostri corpi emettono calore e quindi intorno a noi si forma una zona di caldo. Allora non dobbiamo fare altro che spostarci piu’ in la’ e recuperare un po’ di fresco, e poi rispostarci ancora quando in questa nuova zona in cui siamo seduti diventa a sua volta calda….”. E dicendo cio’ ci spostammo con le sedie almeno 2 volte.
Mi sentivo in piena commedia eduardiana .Lo spettacolo anche quella sera termino’, in un diluvio di applausi, e poco dopo dietro il palco, per congratularsi venne Valenzi con Litza, i suoi amici, la scorta e si formo’ una piccola folla di persone. Eduardo mi guardo’ e disse, con un’aria di intesa : “ ci dobbiamo spostare, per quel fatto che vi ho detto prima, siamo in molti “ e accadde che questa piccola folla, sorpresa e sbigottita, nel giro di pochi minuti fece almeno 2 spostamenti dietro questo palco, seguendo Eduardo, e Valenzi mi chiese : “ ma cosa succede, forse c’e’ qualche cattivo odore ? “. Era il culmine di quella commedia eduardiana, nella quale tutti noi eravamo inconsapevoli protagonisti. E poi anche nell’Estate a Napoli dell’anno successivo, 1982, avemmo Eduardo con noi, questa volta spettatore di uno spettacolo di Els Comediantes ( “ma so bravi sti guagliuni “ ) sulla invasione spagnola di Napoli. ( una tre giorni con arrivo dal mare e poi l’assalto al Maschio Angioino, con incendio e poi spettacolo nel Cortile ) in occasione di Venezia a Napoli organizzata con Maurizio Scaparro, direttore della Biennale Teatro.
E cosi’ dopo la scuola di drammaturgia e l’Estate a Napoli, Eduardo dimostrava chiaramente il suo attaccamento alla citta’ di Napoli. E intanto gia’ stava facendo qualcosa per Napoli. Pero’ in questi 2 anni Eduardo era venuto a Napoli come regista e come spettatore. Lo volevamo come attore. L’ultima volta che aveva recitato era stato, se non ricordo male, nel 1976 al San Ferdinando e alla Festa dell’Unita’. E fu proprio in quelle Estate 1981/1982 che con Eduardo prese corpo una altra iniziativa pubblica a favore del Progetto eduardiano dei ragazzi a rischio.