di Massimo Calise
La fusione consiste in un processo di accorpamento di più Comuni preesistenti finalizzato ad istituire un Comune unico. Essa è regolata dal Decreto Legislativo 267/2000 “Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali” con riferimento all’articolo 133 della Costituzione. Razionalizzazione dei servizi e della spesa, riduzione dei costi degli organismi rappresentativi (sindaco, assessori e consiglieri), finanziamenti aggiuntivi garantiti dallo Stato, maggiore capacità “propulsiva” dell’Ente comunale; sono alcuni dei punti di forza di questo progetto.
Nel centro-nord d’Italia le fusioni sono già una realtà. Solo nel 2014, sono stati istituiti 24 Comuni sopprimendone 57. Altri 5 nasceranno il 1° gennaio 2015 accorpando 14 realtà preesistenti.
Si tratta di una possibile e concreta riforma strutturale che parte dai territori.
Allora tutti, nel meridione, dobbiamo interrogarci sulle cause del nostro disinteresse per questa opportunità. In Campania vi è stato un unico esempio nel 2013: il Comune di Montoro (AV) nato dalla fusione di Montoro Superiore e Montoro Inferiore.
Altrove, in Italia, hanno compreso che è il momento di aggregare le risorse, che la frammentazione amministrativa dei territori è un ostacolo allo sviluppo.
Allora perché non avviare, almeno, una seria riflessione sull’argomento?
La duratura crisi, che si sovrappone all’irrisolta questione meridionale, ci impone una discontinuità, l’abbandono di anacronistici localismi.
Non dobbiamo nasconderci le difficoltà e, soprattutto, è facile prevedere l’ostruzionismo di chi vede danneggiati i suoi interessi personali. Anche da parte dei semplici cittadini, vi potranno essere quelle resistenze che sempre ostacolano i cambiamenti. Credo che ciò possa e debba essere superato coinvolgendoli e non solo nei momenti istituzionali.
Una campagna d’informazione e discussione è necessaria.
Il dualismo, non solo economico, fra nord e sud cresce come attesta anche il Rapporto 2014 dello SVIMEZ; con il Paese che tenta di rimanere agganciato alle economie avanzate dell’Europa, non possiamo attenderci soverchie “attenzioni”. Dobbiamo essere noi, qui, a cogliere tutte le opportunità, a prodigarci per invertire la tendenza di un divario crescente.
La Fusione dei Comuni è l’occasione per una sfida tesa ad assicurare a tutti un domani migliore, rispettoso delle tradizioni ma proiettato verso il futuro.