Roberta Gregori
Amalia Ercole Finzi, prima donna in Italia a laurearsi in ingegneria aeronautica, presso il Politecnico di Milano, cinquant’anni fa, quando, racconta sorridendo,“mancavano i gabinetti delle donne”. E ancora unica donna responsabile scientifico (PI in gergo scientifico, acronimo di Principal Investigator) del “trapano” progettato per perforare il nucleo della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko, che dice “a guardarla bene sembra una scamorza”.
In questi ultimi mesi la scienziata ha lavorato all’ esperimento, che rientra nella missione Rosetta dell’ Agenzia Spaziale Europea, 20 ore su 24, riuscendo in una “cosa immaginabile”, precisa non con orgoglio, ma con un forte entusiasmo di cui riconosce ed estende i meriti al Politecnico di Milano, all’Italia e all’ Europa. Madre di cinque figli, la Finzi auspica una maggiore presenza delle donne in campi tradizionalmente considerati maschili come la scienza e la tecnologia perché le donne non sono solo “angeli del focolare”.
Ai giovani augura di credere in se stessi e di continuare a sognare perché sognando si può arrivare alle stelle.
Amalia Ercole Finzi è intervenuta all’Universiday del Politecnico di Milano (“Spazio Aperto, Un viaggio tra scienza e fantascienza”, video disponibile in rete). Tra i contributi italiani alla missione Rosetta rientra anche GIADA (Grain Impact Analyser and Dust Accumulator), il cui responsabile scientifico è la Dott.ssa Alessandra Rotundi dell’Università “Parthenope” di Napoli.