di LAURA BERCIOUX
Bella, solare, bravissima. Ha tutti i colori del Mediterraneo: un ciclone di attrice. Tosca D’Aquino, attrice, napoletana, tra cinema, teatro e fiction, è un vero talento che rende onore alla sua città. Eccola a Visti da Lontano.
Tosca D’Aquino il tuo nuovo film “Non c’è due senza te” esce a giorni nelle sale: chi interpreti?
“Interpreto una donna napoletana, un po’ scostante, antipatica aggressiva, brutta, che dice sempre quel pensa. Nel film Belen Rodriguez, Fabio Troiano e Addino Abbrescia. E poi la fiction su Rai Uno “La narcotici” legata al mondo degli stupefacenti dove interpreto un ruolo drammatico che ha una figlia
Ruoli molto diversi?
“In genere mi fanno fare dei ruoli più solari. Questo è diverso e mi sono proprio divertita, c’è la cifra del napoletano che mi è molto congeniale e mi diverte. Non è stata una vera e propria trasformazione: fisicamente sì, con questa faccia arrabbiata, ingrugnata”.
Qual è il ruolo che sogni?
“Tanti anni fa dicevo sempre “un ruolo drammatico” poi, in realtà, li ho fatti, molto intensi. Oggi mi piacerebbe fare pure una cattiva perché in Italia, purtroppo si soffre di questa mancanza di divertimento e di follia. Gli attori vengono sempre un po’ ghettizzati. Prendi me: sono una napoletana comica e mi chiamano per questo mentre vai all’estero e una Nicole Kidman o una Cameron Diaz vanno dal comico, al drammatico al musical. Sono più aperti all’estero: li trasformano. Come Matthew Mahogany, un gran figo, trasformato e fatto diventare brutto. In Italia non succede”.
Che rapporto hai con Napoli?
“Assolutamente viscerale e d’amore totale. Sono napoletana dalla punta dei capelli alla punta dei piedi. Come spesso accade ai napoletani costretta a vivere lontano dalla sua terra. Vivo molto bene a Roma. E’ molto vicina a Napoli dove torno spesso e volentieri: nel mio modo di vivere e affrontare la vita sono assolutamente napoletana. Nel mio lavoro è sempre stata una marcia in più”.
Hai ricordi belli di Napoli?
“Assolutamente tutti. Sono convinta che la formazione di un individuo è fondamentale il posto dove vive. Faccio un esempio: da adolescente facevo sciopero a scuola e andavo sugli scogli di Mergellina quindi sarà completamente diverso da una ragazza che vive a Bolzano. Ci sono dei sapori, degli odori e sapori che sono unici”.
Qual è la percezione della reputazione di Napoli nel tuo ambiente?
“Ma sicuramente sono aiutata perché ci sono dei grandissimi artisti napoletani dal punto di vista artistico, letterario, musicale e quindi, per assurdo “essere napoletana” nel mio campo è avere una marcia in più. Napoli per me Napoli è uno dei posti più belli del mondo. Io che ho viaggiato molto e da ragazzina sognavo di andare in Brasile e in Messico, cosa che ho poi fatto, Napoli resta una delle più belle al mondo ma con delle realtà molto complicate. Viverci è difficile laddove per esempio all’estero vedi delle realtà dove aiutano le mamme, le donne. Il traffico, la vivibilità: è tutto più semplice”.
Qual è l’autore che meglio rappresenta Napoli?
“Ce ne sono tanti, troppi. La Capria, Rosi che è stato un grande e ci ha rappresentato nel mondo cinematograficamente. Musicisti, scrittori, non ho uno in particolare. Noi veramente abbiamo fatto la storia musicale e cinematografica, da De Sica, Eduardo, Pino Daniele”
Hai appena citato La Capria, una città spaccata tra borghesi e lazzari: è una realtà o un’enfatizzazione letteraria?
“E’ un enfatizzazione letteraria. Io credo, però, che nel mio settore, c’è una generazione nuova di autori, registi stanno portando Napoli nel mondo. Parliamo di grande arte. C’è una frattura però nel corso dei secoli: Napoli alla fine ce l’ha sempre fatta e ha sfornato grandi artisti. Magari in altri posti dove c’è un’ottima qualità della vita non si generano grandi talenti, evidentemente è strettamente legato al posto. Poi Napoli è come l’araba fenice, risorge sempre dalle sue ceneri.
Se tu fossi il Sindaco di Napoli, cosa faresti?
“Questa è una domanda difficile ed è un compito arduo. Sicuramente da gran profana e da cittadina il problema principale l’immondizia, la circolazione delle auto, il parcheggio. Essendo madre di due bambini vedo che all’estero ci sono gli uffici con gli asili interni, tutto regolato dal comune e non solo: ristoranti, aree per i bimbi, dei menù per i bimbi. Napoli arriva uno straniero non lo trova. E’ complicata da vivere, detto questo però ci sono delle albe, dei tramonti, ristoranti a picco sul mare, odori e sapori assolutamente unici”.
Torniamo al cinema. Il tuo famoso “Piripì” nel Ciclone: com’è nato?
“La gente mi quando mi riconosce mi fa ancora “piripì”….io sono contenta, mi fa piacere E’ una cosa che abbiamo trovato insieme con Pieraccioni ma devo dirti che ho sempre amato i tormentoni. Anche con Panariello facemmo “Giorgino…P” . Li trovo divertenti. Anche in questo film ho trovato un tormentone: diventa facilmente riconoscibile e quando dici quella frase ti riporta al film e funziona sempre”.
Ti tocca: con quale regista vorresti lavorare?
“Adoro tutta la generazione italiana: il mio sogno sarebbe quello di lavorare con Sorrentino, Con Muccino, Garrone, dove ogni film mi sorprende sempre: grossi talenti. Mi piacerebbe fare un film anche d’autore”.