«Non so come farò a pagare l’affìtto». Giulio Di Donato, in un’intervista al Corriere del Mezzogiorno, racconta la sua vicenda dopo lo stop ai vitalizi per gli ex deputati condannati. Nel 2004 fu condannato In Cassazione a tre anni e quattro mesi di reclusione per corruzione sulla Nu. «Prendo 3.650 euro al mese in virtù dei contributi che ho versato quando ero parlamentare. Non ho proprietà o rendite. Vivo in affitto in un appartamento del centro di
Napoli, dove il canone di locazione non é certo modesto. Devo provvedere ad un figlio piccolo di 11 anni e ad uno di trentuno, che per alcuni suoi problemi di salute non ha occupazione. Ci metta anche l’assegno da girare alla mia ex moglie e capirà bene il mio stato d’animo. Mi sa che dovrò cambiare casa. Magari me ne tomo a Calvizzano, dove sono nato 68 anni fa e dove gli affitti sono più modesti che a Napoli». Un lavoro? «Sono laureato in Giurisprudenza, ma non ho mai esercitato la professione di avvocato, perché ai miei tempi la politica era una cosa vena e richiedeva dedizione totale. A 27 anni sono entrato in consiglio comunale e non ho avuto tempo per altro. Dopo avere scontato la condanna, sono diventato giornalista professionista. Ho cercato una strada, ma certo non occorre che racconti a lei quale sia oggi la situazione nell’editoria».