«Abbiamo 80mila alloggi abusivi. Chi li può demolire? Avete forse le cave per portare il materiale di risulta? Bisogna essere pratici. – dichiara il neogovernatore della Campania – Io escludo una sanatoria per tre categorie di abusivi: primo, per l’abusivismo in luoghi di vincolo assoluto; secondo per chi ha costruito in zone con pericolo per la pubblica incolumità; terzo avevi già un alloggio di proprietà e hai fatto l’abuso». «In questi casi nessuna sanatoria. Ma per gli altri si approvano leggi per consentire di mettere ordine e far pagare il dovuto. È un condono? È una sanatoria per quelli che non entrano in quelle tre categorie dette prima. Se c’è un povero Cristo che nell’entroterra campano, senza danneggiare nessun paesaggio, ha fatto l’abuso, lo si sana perché non abbiamo alternative. A me non piace la sanatoria, ma mi confronto con la realtà. È materialmente impossibile demolire 80mila alloggi».
Sulla vicenda è intervenuto Sandro Simoncini, docente a contratto di Urbanistica alla Sapienza di Roma e presidente di Sogeea Spa, azienda che si occupa di pratiche per la regolarizzazione e valorizzazione di patrimoni immobiliari
«L’idea lanciata dal presidente De Luca riguardo a un condono edilizio generalizzato per la Campania può risultare condivisibile, perché ispirata al realismo e al buon senso. Se non fosse che, secondo il report del nostro centro studi, proprio in Campania ci sono ancora 250mila istanze non lavorate risalenti ai tre condoni edilizi che si sono succeduti a partire dal 1985. Parliamo di un mancato introito di 400 milioni di euro di oneri concessori per le casse dei Comuni e di 350 milioni per quelle dello Stato, soldi che consentirebbero la realizzazione di infrastrutture e servizi di cui quel territorio è cronicamente carente»