“Nutrire il Pianeta e il contributo dell’economia del mare” il convegno internazionale realizzato dalla Federazione del Mare, patrocinato da Expo 2015, Promos, Camera di Commercio di Milano, si è appena tenuto a Milano. La Federazione del Mare che ha voluto uno studio, effettuato da D’Appolonia (Gruppo Rina) e Censis, sull’apporto delle attività marittime dalla distribuzione alla produzione di merci alimentari, nel mondo e in Italia. Nonostante la crisi, il sistema economico marittimo ha tenuto e ne hanno parlato i relatori invitati all’evento. Nel suo intervento d’apertura, il presidente della Federazione Paolo d’Amico ha dichiarato: “E’ con grande soddisfazione che presentiamo il rapporto Feeding The Planet: The Maritime Economy Contribution e che lo facciamo a Milano, principale centro economico italiano, in connessione con Expo 2015. E’ importante essere qui e sottolineare come il mondo del mare sia un fattore di sviluppo anche per l’industria agro-alimentare, fiore all’occhiello della nostra economia e ben presente nella parte economicamente più forte del Paese. Il rapporto evidenzia come le attività marittime svolgano un ruolo fondamentale nell’assicurare l’alimentazione mondiale e ciò con efficienza energetica e sostenibilità ambientale.
Quello marittimo è il 65% del trasporto globale di cibo, mentre le emissioni di CO2 corrispondenti sono solo pari al 12%. Ogni tonnellata trasportata viaggia per oltre 5.500 miglia (10.500 km). Il commercio marittimo, cioè, assicura l’interscambio di merci agricole e alimentari, mettendo in comunicazione tra loro aree continentali altrimenti isolate e obbligate solo a scambi terrestri, spesso vincolati dalla geografia e dallo sviluppo delle infrastrutture a quantità limitate. Le attività marittime servono il 90% del commercio mondiale, che nell’ultimo decennio è cresciuto da 6 a 10 miliardi di tonnellate e salirà nel 2030 a 17 miliardi. L’integrazione tra le varie aree del pianeta e il loro sviluppo, che stanno portando ad un incremento del reddito medio e molte popolazioni fuori dalla fame, non sarebbero possibili senza il contributo del mare: quello legato al trasporto marittimo di materie prime o di beni semilavorati e finiti, in generale, e anche quello risultante dalla circolazione di merci agricole e alimentari e dalla loro produzione, di cui ci occupiamo oggi”.
Presidente D’Amico nelle conclusioni, le ha detto a chiare lettere “Ridateci il Ministero!”
“Sì. Assolutamente. Il mare partecipa al PIL per 40 miliardi di euro, il mare da lavoro a mezzo milione di italiani, in tutti i suoi aspetti, pretendo che noi dobbiamo avere un ministero nostro, che conosca le nostre problematiche, perché è l’ambiente dove operiamo è differente, la mobilità che noi abbiamo è differente. E’ un altro mondo: è come stare su Marte. Non sto chiedendo gente nuova perché già esiste, si tratta di strutture che già esistono, si tratta di riorganizzarle e si tratta di dare loro un Ministro che abbia la cognizione e le capacità, così come c’è sempre stato in Italia, in passato”.
Abolire il Ministero è stata una scelta sbagliata?
“Sì, perché si è voluto credere che fondendo vari ministeri insieme, si creavano delle sinergie e quindi la macchina statale costava di meno. Questo è il vero motivo. Si è provato a) che non è vero e b) che è diventata meno efficiente. Dobbiamo tornare indietro. Non è possibile che sotto lo stesso ministero ci siano le autostrada, le ferrovie dello Stato, prima c’era l’Alitalia,poi ci sono i porti, la marina mercantile. Un ministro non può fare tutte queste cose. Ci vuole un solo Ministero che si occupi solo di mare”.
Nutrire il pianeta e il contributo dell’economia del mare ha dato dei risultati?
“Io a parte devo dire come marina mercantile, lato trasporti, sono tranq uillo: l’Italia ha fatto e ha fatto parecchio. Certo uno poi sentire i vari economisti della Fao, dei catastrofismi, fa un po’ paura e spaventano. Ritengo importante più educazione, insegnare ai ragazzi che il nostro pianeta non è tutto infinito o eterno, quindi dobbiamo imparare ad usare le cose che Dio ci ha regalato”.
Per il Ministero degli Affari Esteri, la Coordinatrice Mare, d.ssa Paola Imperiale.
Quanto si investe nel mare?
“Nello scenario internazionale, c’è una crescente attenzione a tutto ciò che riguarda il mare. Il mare ha 3 dimensioni, a volte ci sfugge questa tridimensionalità: ha la dimensione dei trasporti, cioè che va sopra l’acqua, ha una dimensione alimentare, come la pesca e tutto ciò che è legato ad essa, ha una dimensione dei fondali legati alle risorse marine che si sta in questo momento di valorizzare. Ovviamente sono tutti discorsi che non sono a lunga scadenza in questo momento, per ciò che riguarda, per esempio, la parte della legislazione delle risorse biologiche del mare, quello che si dice tecnicamente aldilà della giurisdizione degli Stati. Parliamo dei mari profondi come gli oceani., per esempio è importante tutto ciò che riguarda e molto importante il cambiamento climatico applicato al mare. Si è discusso oggi dell’aumento di temperatura e dell’apertura della rotta artica.
Cosa ne pensa?
“Sì, alla tavola rotonda si è parlato della cosiddetta apertura della rotta artica, se si apre questa rotta le navi ci metterebbero lo stesso numero di giorni, cioè 25, nel fare Shangai fino al Mediterraneo. Se questo può portare, perché è sempre “un equilibrio” in prospettiva dei vantaggi, dal punto di vista dell’ambiente e del Mediterraneo, dall’altro può portare degli svantaggi per ciò che riguarda, il settore marittimo in Italia. Perché se tutto il traffico va verso Rotterdam, da Rotterdam poi “scende in ferrovia”.
Cambia tutto lo scenario?
“Sì. Parliamo comunque del 2030, 2040. Mentre secondo me bisogna guardare questo aspetto che per noi sono aspetti geo strategici, lungo periodo. Noi tendiamo a focalizzare la nostra attenzione sul breve periodo ma in realtà il lungo periodo che condiziona la nostra vita e sulla nostra storia”.
Lei ha fatto un passaggio sul G7
“Sì. Il G7 quest’anno era sotto la Presidenza tedesca sia livello del Ministro degli Esteri il 26 aprile, sia a livello di Capi di Stato e di Governo il 6 giugno, ha adottato, due dichiarazioni diverse sul mare. Qui oggi ci siamo occupati solo del contributo marittimo del mare per l’agroalimentare, io le posso dire che per i trasporti a basso costo, il 60 e in alcuni casi fino al 90% del petrolio mondiale viaggia via mare: quindi tutto ciò che riguarda la sicurezza sia come safety e security, complementari e diverse, è fondamentali. La sicurezza in mare passa attraverso gli stretti, sono un aspetto molto interessante, è anche la nostra storia, quella del Mediterraneo. Quanto avviene sulla terra che avviene in materia di sicurezza, che poi incide sulla Sicurezza in Mare. Attualmente c’è il progetto guida Alia, un micro progetto per quella che dovrebbe essere la sorveglianza marittima, che è stato affidato per motivi tecnici, affidato all’Agenzia Spaziale Italiana”.
Mi spiega la somma algebrica che ha citato?
“ Quello che dico sempre che all’interesse nazionale non corrisponde se non i casi carissimi, per carità, alla somma algebrica degli interessi di settore. L’interesse nazionale implica necessariamente un’opera di mediazione tra le diverse spinte. Ne parlavamo prima nell’ambito dello sviluppo sostenibile come un punto di equilibrio in merito agli interessi ambientali e sociali, politici ed economici. E’ questo il punto di equilibrio che molte volte è difficile da raggiungere. Devo dire dal punto di vista del mare, forse l’Italia, ha poca consapevolezza, che siamo un Paese con 8700 km di costa”.
Sono tanti…
“Oltre che per la navigazione,c’è il turismo, la salute, esistono degli studi,come sostengono gli studi delle università anglosassoni, sull’importanza del clima marittimo, dell’influenza benefica su importanti forme di malattie. Si può parlare anche di turismo sanitario, riprende il vecchio turismo dell’800. C’è anche un parte culturale del mare, soprattutto nel Mediterraneo oltre l’esempio dei Bronzi di Riace che vengono dal mare, ultimamente si è parlato di un ritrovamento di una nave romana intatta sotto la costa della Sardegna, il mare da questo punto di vista può essere un Museo”.
Hanno partecipato al Convegno: Giorgio BALZARETTI, consigliere della Camera di commercio di Milano, Khouloud BOUGHLALA, consigliere economico dell’Ambasciata del Marocco, Mohamed BENALI, console generale del Marocco a Milano, Riccardo FUOCHI, presidente dell’International Propeller Clubs – Port of Milan , Paola IMPERIALE, coordinatrice Mare del ministero degli Affari esteri, Umberto MASUCCI, vicepresidente della Federazione del Mare, Marcela VILLAREAL, l’economista Bellu’ della FAO, Felicio ANGRISANO, Ammiraglio comandante generale delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera, Luca FLORENZANO, direttore Marine Claims della SIAT, Luigi GIANNINI, vicepresidente di Federpesca, Irene RIZZOLI, titolare di Delicius Rizzoli SpA, Roberto ZUCCHETTI, coordinatore area Trasporti di Certet – Università Bocconi.