NAPOLI – E’ guerra aperta tra il premier Matteo Renzi e Vincenzo De Luca, una guerra della quale le prime vittime sono gli abitanti della Regione Campania e nella quale l’esito finale non è così scontato. Intanto il consigliere “anziano” Rosetta D’Amelio, in virtù della sospensione firmata da Renzi venerdì scorso, ha dovuto provvedere a sconvocare il Consiglio regionale, in quanto la stessa sospensione avrebbe impedito al neogovernatore di presentarsi in aula. Proteste dei consiglieri del Movimento 5 Stelle che chiedono le dimissioni di De Luca e nuove elezioni. E non è detto che tra tre mesi non si torni alle urne.
Nonostante il parere dell’avvocatura di Stato, secondo cui sarebbe stato possibile nominare la Giunta, il premier, preoccupato forse delle pressioni di grillini e di Forza Italia, ha deciso di sospendere Vincenzo De Luca. Insomma chi si aspettava un provvedimento ad hoc è rimasto deluso, De Luca è fuori dalla sua Regione, per il momento. De Luca, intanto, ha già presentato il ricorso. Spetterà al Tribunale civile decidere come sbrogliare la matassa, nel caso in cui confermasse la sospensione, si ritornerebbe alle urne entro tre mesi, mentre se dovesse respingerla De Luca potrebbe governare fino ad ottobre, quando toccherà alla Corte Costituzionale esprimersi, ma nel frattempo il neogovernatore avrà nominato la sua Giunta e non ci sarebbe alcun problema.
Insomma, una situazione davvero anomala quella campana a cominciare dal parto delle stesse primarie, messe in forse più volte dalla volontà di una parte del pd napoletano di calare il candidato dall’alto. Mesi di riunioni, di accordi, di congelamento, e slittamenti di date, candidati che si sono ritirati in corsa o prima di iniziare a correre e quello scontro De Luca Cozzolino, vinto alla fine dall’ex sindaco di Salerno. Ma la strada verso le primarie non è stata facile, così come è sembrata molto ambigua la campagna elettorale del premier per il candidato campano, da un lato messaggi in cui ribadiva che chi vinceva governava e dall’altro parole di stima per il governatore uscente, Stefano Caldoro. Ma la posizione più difficile in questo momento sembra proprio quella del premier. De Luca, nel caso in cui il Tribunale decidesse di accoglierne il ricorso, uscirebbe rafforzato dallo scontro e sicuramente avrebbe una buona ragione per andare per la sua strada senza confrontarsi col suo partito. Se, d’altro canto, il Tribunale civile dovesse confermare la sospensione Renzi si troverebbe nell’antipatica situazione di non essere intervenuto quando avrebbe potuto e in più, non è detto che tra tre mesi il Pd non perda la Regione. Una cosa è certa che se il Tribunale dovesse accogliere il ricorso di De Luca, Renzi non solo avrebbe perso la partita, ma anche la Regione per 5 anni.