B.S.Aliberto Borromeo
Ci si aspettava un’enciclica rivoluzionaria, un’attualizzazione, una nuova proposta in economia ma il Santo Padre propone la semplice rivoluzione del Vangelo, senza aggiungere nulla di moderno, quindi come si legge in Qoelet e Siracide “Nulla di nuovo sotto il sole”.
Papa Francesco sorprendentemente, dipana una lunga matassa che si ricollega alla Pacem in Terris di Giovanni XXIII, la quale parlava di pace in un contesto di olocausto nucleare, quindi di un attacco terribile a tutto il creato, aggiungendo riferimenti a Paolo VI, sicuramente il primo a trattare ampiamente il problema ecologico, fino a raggiungere tempi più recenti con Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.
Si tratta di un documento ricco di Vangelo che coinvolge tutti gli uomini di buona volontà che trova il pieno consenso di Green Peace e delle associazioni ambientaliste: nelle sue 192 pagine, 6 capitoli, 246 paragrafi e 2 preghiere si trova di tutto e di più, dallo stile di vita agli sprechi inutili, dalla denuncia alla privatizzazione dell’acqua al salvataggio delle banche e poi ancora differenziazione di rifiuti, utilizzo dei mezzi pubblici e così via.
Il Pontefice conia il termine “ Ecologia integrale” , egli parte dall’ambiente per arrivare all’uomo quindi difendere il creato per proteggere l’intera umanità ponendo al centro l’interesse per l’ambiente che spesso per superficialità e non curanza viene accantonato e tirato fuori solo in poche occasioni.
Certamente la “Laudato si” richiama lo spirito francescano nel mondo di oggi proprio per rievocare il rispetto che i frati francescani, diversamente da altri, avevano per la natura.
Nel medioevo, mentre i cistercensi e camaldolesi tagliavano e sfruttavano il bosco commerciando legname, i francescani guardavano allo stesso con profonda devozione,tagliando si gli alberi, ma in modo di lasciare un germoglio per la riproduzione dello stesso e solo per lo stretto necessario; i fiori,inoltre, erano considerati un mezzo di lode al Signore; un’idea della natura inteso come riflesso dell’amore di Dio che invitava l’uomo alla lode e al ringraziamento. Nulla viene a caso, già nel Cantico delle creature, il poverello di Assisi si ispira alla natura facendo riferimento sia al Salmo 148 che “ ai tre fanciulli nella fornace” di Daniele dove si legge una bellissima lode a tutto il creato, omettendo però, nella sua opera gli uomini e gli uccelli poiché Francesco d’Assisi aveva un’idea molto mediata della creazione: egli sapeva che con il peccato originale il bellissimo giardino creato da Dio era cambiato.
Prendendo in considerazione Genesi 2,15 si nota come Dio avrebbe progettato un mondo tutto vegetariano dove anche le belve si nutrono d’erba e Adamo ne sarebbe stato il custode; ma se analizziamo il Salmo 103 tutto cambia: i leoncelli cercano la preda e chiedono a Dio il loro pasto quotidiano quindi anche gli animali, per colpa dell’uomo, sono diventati violenti.
Papa Francesco vuole sottolineare come l’uomo sia l’amministratore di questo mondo che sta decisamente deteriorando, cercando di migliorare lo stile di vita ritornando alla semplicità delle cose evitando gli sprechi, lo sperpero e l’accanimento selvaggio nei confronti della natura facendo fronte alla crisi ambientale e di conseguenza alla crisi sociale in quanto sono il rovescio della stessa medaglia.