La chiesa di S. Maria di Beltemme fu eretta su progetto dell’architetto Dionisio Lazzari e completata, dopo la sua morte, da Arcangelo Guglielmelli, che riparò la fabbrica dal terremoto del 1688; nel 1870 l’edificio venne manomesso e il suo aspetto originario oggi è riconoscibile solo attraverso la pianta del Duca di Noja e mediante pianta dello Schiavoni, risalente attorno al 1870.
La pianta originaria del complesso era a croce greca, inscritta in un quadrato, con due altari, posti agli estremi dell’asse trasversale, inquadrati da un arco in modo da formare una serliana, con i coretti situati al di sopra degli architravi dei vani d’angolo.
Il presbiterio è caratterizzato dall’altare maggiore affiancato da portelle e da una cona marmorea, progettata nel 1742 da Mario Gioffredo e realizzata dal marmoraro Antonio Di Lucca, che ospita il quadro della titolare diFrancesco De Mura. Nel XIX secolo due ambienti di servizio, tra cui la sacrestia, vennero trasformati in cappelle mutando la centralità della chiesa in un impianto longitudinale a tre navate a causa di sottarchi incalcestruzzo aggiunti successivamente per consolidare le aperture d’angolo.
Gli altari laterali risalgono all’intervento del Vecchione (XVIII secolo); l’altare maggiore è seicentesco e fu progettato da Dionisio Lazzari e parziale esecuzione di Pietro Ghetti, mentre le portelle sono databili a un momento successivo; il pavimento maiolicato risale all’intervento del Gioffredo.
Tra il XIX ed il XX secolo il complesso venne restaurato e, oltre alla creazione di sottarchi e cappelle, fu dotato di un affresco contemporaneo raffigurante un coro ed inoltre furono realizzati ex novo i marmi di una delle cappelle.
Molto semplice è il prospetto barocco, caratterizzato da un doppio ordine di registri caratterizzati da una grande finestra e da un portale in piperno; la facciata termina con un fastigio corrispondente all’estradosso dellavolta.
Il convento fu soppresso nel periodo francese e in quello post-unitario; al periodo della speculazione edilizia degli anni cinquanta risale il cosiddetto palazzo dei veterani, un enorme edificio condominiale sorto all’interno del cortile del complesso, il cui abbattimento, stabilito sin dai tempi della giunta comunale Valenzi, tuttavia non è stato mai eseguito.