L’allarme lo aveva lanciato, tra gli altri, il geologo Franco Ortolani, sottolineando la pericolosità di esperimenti geotermici in zone ad alto rischio sismico come la Solfatara https://www.ilsudonline.it/da-cuma-a-foria-progetti-geotermici-nelle-zone-ad-alto-rischio-sismico-lallarme-di-ortolani-sono-pericolosi/. Mentre nei giorni scorsi si è tornati a parlare della pericolosità del progetto, da qualche giorno, l’amministrazione comunale ha reso noto i i risultati della prima fase di un altro progetto: “Campi Flegrei Deep Drilling Project”, realizzato in collaborazione con l’Osservatorio Vesuviano, che ha realizzato la trivellazione del suolo nell’area dell’ex Italsider per la raccolta d’informazioni sull’ampia caldera flegrea. Un progetto, al quale il sindaco precedente Rosa Russo Iervolino non aveva dato l’autorizzazione e che nel luglio del 2012 fu approvato da Luigi De Magistris, suscitando le ire dei comitati dell’area flegrea, grillini e ambientalisti che avevano presentato anche un esposto alla magistratura. Il progetto si basa su trivellazioni e perforazioni del supervulcano dei Campi Flegrei ed è per questo che già tre anni fa esperti, ambientalisti, comitati e popolazione avevano espresso le loro perplessità circa il rischio di andare a sollecitare con trivellazioni zone ad alti rischio sismico. Per il momento, i risultati riguardano i primi 500 metri di profondità, anche se l’obiettivo è quello di fare un pozzo profondo di 3,5 chilometri. Oltre ad essere riusciti ad acquisire importanti informazioni sulle strutture profonde del suolo, la ricerca ha raggiunto il suo primo traguardo: per la prima volta si è riusciti, infatti a misurare lo stato di sforzo crostale un risultato importante sia per i modelli della caldera, sia per capire i processi di generazione dei terremoti dell’area. Il progetto è stato reso possibile grazie a un finanziamento del Consorzio Internazionale per perforazioni profonde. Non c’è nulla di cui allarmarsi avverte Giuseppe De Natale, dell’Osservatorio Vesuviano INGV che in conferenza stampa ha illustrato i risultati della ricerca. Lo stesso sindaco tre anni fa aveva sottolineato l’importanza della geotermia come nuova risorsa per la città e garantito che tutto sarebbe stato fatto nella massima sicurezza. Ma le polemiche sui progetti geotermici in area flegrea non si placano. La paura, a detta degli esperti, è che le continue sollecitazioni possano far riemergere in superficie sostanze tossiche e provocare così bradisismi e terremoti.
Intanto suscita qualche perplessità un tweet del sindaco Luigi De Magistris : “stop alle trivelle, stop allo sblocca affari di Renzi! Sì ad acqua, terra, aria e mare beni comuni! Un’altra Italia pulita è già pulita.” Cinguetta il primo cittadino di Napoli, dimenticando che le prime autorizzazioni agli esperimenti geotermici con trivelle in zone a rischio sismico le ha concesse lui. E qualche suo follower gli risponde preoccupato per le trivellazioni nei Campi Flegrei. Chissà, visto che proprio in settimana in sala Giunta sono stati rivelati i risultati della ricerca effettuata dall’Osservatorio Vesuviano, o De Magistris ha la memoria corta, oppure con il suo tweet si riferiva solo alle trivelle per l’estrazione del petrolio.