Di Antonio Marfella
Seconda parte
E’ una vergogna ed una crudeltà disumana assoluta questo sporchissimo e lurido “gioco dei tre sacchetti” (urbani, industriali legali e tossici illegali) che umilia, offende ed uccide tutto il sud Italia , non solo la Campania da almeno venti anni.
Finche’ avrò vita mi impegnerò per spiegare a tutti questo sporco gioco e indirizzare correttamente il popolo campano, ma anche il popolo italiano, verso la corretta gestione dei rifiuti e la tutela della salute pubblica che non può ovviamente non iniziare dal monitoraggio dei flussi e corretto smaltimento innanzitutto dei rifiuti speciali industriali e tossici (76%) e ben dopo di quelli urbani (24%) anche e soprattutto in Campania.
Io e Padre Maurizio Patriciello abbiamo chiesto alla UE negli ultimi tre anni di assumersi le sue responsabilità nel rispettare il trattato di Basilea del 1989 con gli impegni assunti e sinora disattesi di obbligo di monitoraggio europeo dei flussi di rifiuti speciali industriali e tossici con obbligo innanzitutto per i rifiuti industriali allo smaltimento di prossimità e non totale e libera circolazione senza alcun controllo come oggi.
Non ho alcuna paura o vergogna di affermare che ci siamo trovati appoggiati in questo da europarlamentari come l’ On. Nicola Caputo del Pd oltre che da pentastellati come l’ On Pedicini.
In qualità e nel ruolo di competente tecnico igienista e tossicologo esplicito le mie formali richieste all’attuale governo regionale che ho scelto di appoggiare non certo e non già per il forbito linguaggio ma per il decisionismo operativo:
Chiarire bene che gli impianti di cui è totalmente carente la regione Campania non sono gli inceneritori per rifiuti urbani ma gli impianti per il corretto trattamento innanzitutto dei rifiuti speciali industriali tossici ed ospedalieri di cui la regione Campania è totalmente priva nonostante il piano regionale per questi rifiuti sia approvato da anni:
Realizzare con poca spesa ed in massima urgenza, ben valutando la localizzazione lontana dai centri urbani piu’ densamente abitati (Scampia) e soprattutto lontano dalle province piu’ danneggiate in termini di salute pubblica dalla mala gestione dei rifiuti (tutte le categorie di rifiuti!) ,gli impianti di compostaggio necessari a completare il quadro di corretta gestione regionale dei rifiuti urbani;
Evitare che la soluzione urgente e veloce della “questione ecoballe” passi attraverso la costruzione di altri impianti di maxi inceneritori sostanzialmente inutili sia per i tempi necessari che per i costi, essendo necessario prevedere non meno di 800 milioni di euro solo per la loro costruzione (e non meno di 3-5 anni) di certo tutti a carico della sola Regione Campania ;
Realizzare con urgenza invece quanto già previsto dal piano rifiuti speciali e in idonee zone dell’interno partendo dagli impianti per il corretto smaltimento intra regionale dell’amianto ed iniziando da zone altamente critiche come l’avellinese (Isochimica) e dagli impianti per il corretto smaltimento dei rifiuti ospedalieri, oggi smaltiti al centro di Casalnuovo (NA) in un unico inceneritore regionale (ramoil) , guarda caso proprio nel comune identificato dall’ISS come il piu’ danneggiato in termini di cancro infantile;
Utilizzare al massimo e rapidamente le vigenti norme per lo smaltimento extraregionale ed extranazionale a basso costo dei rifiuti speciali e assimilabili tali come le ecoballe, allo scopo di concretizzare uno smaltimento in tempi brevi senza ulteriori costi sanitari e senza ulteriori costi di smaltimento ceneri nella regione ancora priva di impianti a norma a tale scopo e che ha perso due anni secchi di vita media a testa nei soli ultimi venti anni per questo lurido “gioco dei tre sacchetti”;
Escludere del tutto da questo impegno gestionale urgente non solo gli inceneritori, non necessari perchè la Campania già dispone di 7.5 inceneritori/equivalenti con Acerra, ma anche i cementifici in quanto ampiamente coinvolti sia nell’eccesso in gran parte abusivo dell’edilizia campana, primum movens delle attività criminali ecomafiose, sia perche’ del tutto privi di adeguate garanzie di non tossicità locale risultando di gran lunga più tossici degli inceneritori stessi, ed essendo tutti questi impianti ubicati al centro di città densamente abitate (Caserta, Maddaloni).
Siamo consapevoli della ennesima truffa e beffa a danno non solo delle tasche ma della dignità stessa dei cittadini campani, ampiamente realizzata con criteri scientifici da uno Stato che tutela più gli interessi economici e del nord che quelli di salute pubblica e del sud.
Ci fa piacere che la regione Campania scenda in campo contro la UE anche a tutela dei prodotti caseari.
Ci fa molto male pensare però che si interviene con decisione solo quando sono a rischio le pummarole ed il parmigiano e non quando sono a rischio i bambini ed i parmigiani (cittadini!).
Finche’ avrò un solo barlume di vita in corpo non consentirò in scienza e coscienza che si continui ad umiliare innanzitutto la dignità dei cittadini campani e napoletani.
In tutti questi anni di massacrante impegno professionale e civile sono stato oggetto sempre della stessa domanda: “Ma chi te lo fa fare? Chi ti paga?”.
Io sono Antonio Marfella, tossicologo ed igienista, figlio di Raffaele Marfella, scugnizzo eroe delle 4 Giornate di Napoli, unica città di Europa che si è liberata da sola dei nazisti, “scugnizzo” di 14 anni che ha guidato la colonna USA che correva a liberare i patrioti asserragliati al Vomero, e nipote di Vincenzo Marfella, igienista, medaglia d’oro 1974 alla Sanità della Repubblica Italiana per avere vaccinato contro il colera nel 1973 circa un milione di napoletani in non piu’ di tre mesi.
Non mi rizzelo di essere stato offeso nel 2008 da De Luca come “professore di violino” quando scorrettamente insisteva a voler fare un tossico inceneritore a Salerno.
Non ho nessuna vergogna o paura a farmi passare oggi per “deluchiano” se riesco a indirizzare correttamente il governo della Campania a fare e non a parlare solo di impiantistica corretta e soluzioni concrete e rapide a tutela della salute pubblica dei campani.
Papa’, zio, perdonatemi se ho deliberatamente scelto di buttare “nella munnezza” carriera e salute, ma quando ci riuniremo voglio essere orgoglioso di potervi dire che ho dato il mio contributo in scienza e coscienza per guidare correttamente il mio popolo fuori dalla più disastrosa e pericolosa guerra che ha vissuto la mia Terra dalla sua fondazione: quella contro i rifiuti industriali e tossici ed il lurido e micidiale “gioco dei tre sacchetti” , per recuperare non soltanto salute ma anche (e forse prima di tutto) la nostra antichissima dignità e civiltà di popolo .