“Le città di domani devono adottare un modello olistico di sviluppo urbano sostenibile, da realizzarsi attraverso l’uso di tecnologie ICT e sistemi integrati. Non solo per sviluppare soluzioni intelligenti e sostenibile nei vari domini che caratterizzano una città — mobilità e trasporti, edifici, energia, risorse ambientali, ecc. – ma per controllare e gestire in modo integrato i suoi servizi al fine di adattarli alle esigenze dei cittadini ottimizzando l’uso delle risorse”. Lo afferma Marco Conti, dirigente dell’Istituto di Informatica e Telematica, che partecipa al team di progetto voluto dalla Fondazione Matching Energies, presieduta da Marco Zigon, per Capri Smart Island. Un gruppo di lavoro che include alcune fra le principali eccellenze italiane: Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), Politecnico di Milano, Università di Genova e Università di Napoli “Federico II. Le aree di progetto? Si va dall’efficientamento energetico, alle smart grid, dalla mobilità elettrica all’utilizzo di sistemi ICT per lo sviluppo di servizi intelligenti. Inoltre, il Consiglio Nazionale delle Ricerche e l’Università di Genova vantano consolidate esperienze nello sviluppo di dimostratori per smart city.
Dottor Conti ci spieghi meglio. Cosa sono i Big Data e che funzione hanno in chiave smart city?
In una smart city, attraverso i dati raccolti da sensori sparsi nell’ambiente fisico, essi forniscono una rappresentazione del suo stato (temperatura, illuminazione, inquinamento, ecc.) ma, soprattutto, possono rappresentare un “proxy” del comportamento umano nella città (mobilità, acquisiti, relazioni sociali, ecc.). A questi si aggiungono i dati generati da interazioni dirette delle persone con le varie infrastrutture della città, e i dati relativi all’utilizzo da parte degli utenti di servizi Internet (web, online social network, blog, ecc.).
Una massa ingente di informazioni viene accumulata e interfacciata. E poi?
Partendo da queste informazioni, è possibile progettare e ottimizzare i servizi della città adattandoli alle esigenze dei cittadini. Ad esempio, progettando servizi di trasporto multimodale dinamici che adattino i servizi di mobilità alle esigenze correnti dei cittadini, considerando in modo integrato trasporto pubblico, privato, car sharing, ecc. Completa questa visione la possibilità di installare in una smart city anche una serie di attuatori, dispositivi cioè in grado di agire sull’ambiente fisico per “riconfigurarlo” (o meglio, riconfigurare parti delle infrastrutture fisiche della città) in maniera dinamica, in funzione delle esigenze dei cittadini.
Tutto ciò in che modo e fino a che punto incide sulla vita delle persone che abitano o vivono la città?
L’utilizzo di tecnologie ICT può rendere le città del futuro realmente “smart”, sia perché le infrastrutture cittadine diventano adattabili ai bisogni dei cittadini (cioè, le infrastrutture diventano smart), sia perché possono stimolare comportamenti sostenibili dei cittadini stessi (cioè, aiutano i cittadini ad avere comportamenti smart).
E questo approccio metodologico si ritrova anche nel progetto Capri Smart Island?
Tutti questi elementi sono presenti nel progetto smart Capri che si propone quindi come un progetto guida nel settore delle smart city. Inoltre, i dimostratori previsti nel progetto permetteranno di testare, direttamente con i cittadini e i turisti, i servizi sviluppati, realizzando uno smart-city living lab in un contesto unico a livello mondiale.
Veniamo all’isola di Capri? Quali sono le criticità che avete dovuto considerare e che dovrete superare?
La trasformazione di Capri in una smart island presenta notevoli criticità. La prima è la presenza di flussi turistici, particolarmente elevati e caratterizzati da pendolarismo giornaliero. Poi i forti vincoli sulla mobilità di merci e persone, in un territorio ad alto valore ambientale ma con un utilizzo molto limitato di risorse energetiche pulite. Infine abbiamo a che fare con sistemi di distribuzione dell’energia e d’illuminazione pubblica obsoleti.
Quali sono i risultati attesi dal progetto Capri Smart Island?
Il progetto permetterà all’isola un notevole salto in avanti verso uno sviluppo urbano sostenibile perché contribuisce ad un aumento della qualità della vita per i cittadini e i turisti. Ciò si ottiene integrando le tecnologie ICT per il controllo e la gestione dei flussi turistici con sistemi energetici efficienti ed ecocompatibili, e stimolando il passaggio a sistemi di mobilità con sistemi di propulsione elettrici e/o ibridi. Va anche considerato che il progetto renderà l’isola di Capri un caso esemplare di sviluppo di applicazioni per smart city e potrà consentire al Comune di Capri di accedere ai fondi europei per progetti ad alto contenuto d’innovazione.
Che cosa può dirci di progetti analoghi. E’ già possibile un confronto con best practice già avviate?
Tutti i paesi più avanzati tecnologicamente hanno avviato molteplici progetti finalizzati allo sviluppo di smart city. Tuttavia, il progetto Capri smart island ha alcuni aspetti che lo rendono unico. Primo elemento di unicità è il contesto in cui il progetto si colloca: l’alto valore ambientale di Capri unito all’elevatissima pressione turistica su un territorio così limitato rende il problema di per se unico.
Qual è il grado di innovazione dal punto di vista tecnologico?
Si basa sullo sviluppo di una piattaforma ICT “orizzontale” in grado di fornire una gestione coordinata e ottimizzata (in funzione delle esigenze dei turisti e residenti “scoperte” attraverso l’analisi dei big data) di tutti i servizi smart che verranno sviluppati a Capri. Molte delle soluzioni finora sviluppate nei progetti smart city si basano, invece, sullo sviluppo di soluzioni verticali e indipendenti per ciascun contesto applicativo: questo approccio non consente una gestione integrata dei servizi e conseguentemente non consente un’ottimizzazione dei servizi rispetto alle esigenze dei cittadini.