E’ una nuova guida digitale ed è una App, disponibile inizialmente per smartphone e tablet IOS, contenente informazioni per supportare il turista in visita nel territorio del GAL Taburno, è stata realizzata nell’ambito del progetto di marketing territoriale promosso dal GAL e realizzata da Agorà Telematica di Napoli.
L’applicazione si presenta con un’interfaccia gradevole e intuitiva e offre informazioni generali sull’area del Taburno, quelle di ciascuno dei 23 comuni, inclusa la segnalazione dei principali sentieri culturali e naturalistici del comprensorio. Per ogni comune sono disponibili informazioni sulla storia, i principali luoghi d’interesse, i prodotti tipici, nonché informazioni di utilità pubblica come i servizi sanitari presenti sul territorio e i numeri per le emergenze.
L’applicazione offre, inoltre, i riferimenti di tutte le strutture di ristorazione e ricettive presenti nei singoli comuni e tutte le informazioni sono geolocalizzate su mappa interattiva ma disponibili anche off-line. Un esempio di come la tecnologia può supportare attività produttive, ricettive e turistiche in un territorio che ha molte tipicità da proporre.
MONTAGNA INCONTAMINATA
Il massiccio del Taburno è composto da tre cime: Taburno (1394 mt), Camposauro (1388) e il Pentime (1180). Alle loro falde si estende un territorio di oltre 13mila ettari, che da dalla Valle Caudina fino a Torrecuso. Montagne incontaminate, caratterizzate da faggete e pini bianchi ma anche da numerose sorgenti. Una terra della biodiversità, sinonimo di alimentazione sana e genuina. I prodotti più noti sono i vini e l’olio, ma qui si coltivano e producono ortaggi di qualità, ma anche carni, formaggi e frutta tra cui la mela annurca, conosciuta sin dall’epoca romana. In alta montagna, oltre i 700 mt, tipici i prodotti del sottobosco come funghi, asparagi, tartufo nero e bianco.
I PRODOTTI DEL TABURNO
Il territorio del Taburno su cui si coltivano 60 tipologie di vini su circa 11mila ettari può contare su 1 DOCG, 3 DOC e 1 IGT. L’Aglianico è il vitigno a bacca nera più diffuso nel Sannio Beneventano.
Coltivato da secoli ha nel biotipo Amaro, la varietà da cui si ottengono alcuni dei vini sanniti più pregiati e apprezzati, tra cui l’Aglianico del Taburno D.O.C.G., prodotto in 13 comuni sanniti nelle tipologie rosso, rosato (l’unico rosato a D.O.C.G. italiano) e riserva. Il grande bianco Doc, invece, è rappresentato dalla Falanghina. Questo vitigno, che deve il suo nome al termine «falanga», il palo utilizzato per appoggiare i ceppi di vite, è coltivato su oltre 2600 ettari e rappresenta l’80% di tutta la produzione regionale.
Il Doc più diffuso è il Sannio, che si coltiva praticamente in tutti i comuni del Beneventano. Rosso, Bianco o Rosato è considerato il vero serbatoio di vino della Campania. Riferimenti a questo vino apprezzato per “lieve aroma affumicato” e per “l’inteso sentore di resina” si trovano negli scritti di Plinio, Columella, Catone ed Orazio.
Il Sannio è anche terra di oli pregiati come l’Asprina, cultivar locale caratteristica del Taburno. In questi territori si produce anche il Ravece, pregiatissimo olio della Campania. Più recentemente negli uliveti di Frasso Telesino sono stati avviati campi sperimentali di orzo per la produzione della birra artigianale (La BirTa).
VISITARE MONTESARCHIO
La Valle Caudina ha il suo centro più importante nella Città di Montesarchio, l’antica Caudium, abitata sin dal neolitico. Numerose testimonianze archeologiche risalgono all’epoca romana come gli scavi di Caudium, le terme e l’acquedotto romano.
La città è famosa per il Castello che sorge sulla collina della Torre. Edificato per fini militari e di ordine pubblico (nelle sue segrete furono imprigionati numerosi dissidenti politici), oggi ospita il museo archeologico nazionale del Sannio Caudino, ove ha lavorato Tommaso Giaquinto, discepolo di Luca Giordano, di cui ancora oggi sono visibili gli affreschi nella Chiesa di Moiano.