Politica interna
Sud – L’Italia è ripartita: basta piagnistei, è ora di rimboccarsi le maniche. Appena atterrato a Tokyo, Matteo Renzi lancia questo messaggio, annunciando per giovedì la riforma della Pa e snocciolando i numeri della ripresa italiana, dal turismo alla manifattura. In particolare, l’export è cresciuto del 4,1% e l’obiettivo è raggiungere in dieci anni la Germania. Il premier tocca anche i problemi di alcune città italiane, che i sindaci devono impegnarsi a tenere pulite. Anche l’invito rivolto al Sud è di darsi da fare, mettendo da parte le lamentele, pur con un maggiore sostegno da parte del governo. In un’intervista a “Repubblica”, il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi lancia la proposta di un “piano Marshall” per il Mezzogiorno e investimenti per circa 80 miliardi in 15 anni mirati al rafforzamento dell’industria e delle infrastrutture. Quanto alle coperture, si punta a risorse comunitarie per 30 miliardi entro il 2020, più 20 di cofinanziamento nazionale, oltre che alla riprogrammazione del vecchio programma di Fondi strutturali 2007-2013. Bruxelles ha già approvato 40 programmi su 50 e Palazzo Chigi mira a ottenere il via libera agli altri entro settembre.
Riforme – Non si fanno attendere le reazioni del Pd dopo l’evocazione di un “Vietnam parlamentare” sull’abolizione del bicameralismo paritario da parte della minoranza. Il premier Renzi si è detto disposto a un’intesa, “ma non se vogliono farmi cadere”. Il ministro per le riforme Maria Elena Boschi e il vicesegretario del partito Debora Serracchiani concordano: se si manda a casa il governo, l’alternativa si chiama Grillo e Salvini. Secca la replica della minoranza, che si aspetta dei ringraziamenti, visto che la lealtà non è fedeltà acritica. Ringraziamenti che non sembrano pronti ad arrivare, se è vero che i vertici dem in Senato stanno preparando un nuovo regolamento che rende vincolante il voto del gruppo su tutti i temi sensibili.
Politica estera
Usa – La Casa Bianca lancia una nuova sfida, questa volta sul clima, dopo l’accordo con l’Iran, l’apertura a Cuba, le nozze gay, le regole sull’immigrazione e la conferma della riforma sanitaria. Il nuovo obiettivo, ambizioso per un Paese che ha spesso mantenuto posizioni ambigue sui temi ambientali, è ridurre le emissioni di gas serra del 32% entro il 2030. Il gas, che inquina la metà rispetto al carbone, è considerato una soluzione ponte: l’obiettivo finale è puntare sulle rinnovabili, soprattutto eolico e solare. Il nucleare resterà, ma avrà un ruolo marginale. Nonostante le prevedibili resistenze interne, il presidente Barack Obama è determinato a portare risultati concreti al vertice Onu di Parigi in calendario a dicembre, in modo da favorire un accordo globale.
Israele – Dopo l’uccisione con una molotov di un bimbo palestinese di 18 mesi a Nord della Cisgiordania, Tel Aviv ha esteso gli arresti preventivi finora riservati agli arabi anche al terrorismo degli ebrei ortodossi. La Sicurezza interna ha poi reso pubblico una sorta di manuale degli integralisti ultrà, che sembra sia stato seguito anche nell’ultimo attacco. Il documento spiega come lanciare le bottiglie incendiarie, anche nelle moschee, e bruciare vivo chi è dentro. Sempre ieri è morta la ragazza accoltellata insieme ad altri manifestanti al Gay Pride di giovedì scorso, un episodio che pare comunque legato alla follia di un singolo, uscito da poco dal carcere dopo dieci anni scontati per un’identica aggressione.
Economia e Finanza
Sindacati – Al rientro dalla pausa estiva sul tavolo del governo ci sarà anche il dossier sindacati, basato sull’idea che chi meno rappresenta ha meno possibilità di dichiarare astensioni dal lavoro che mettono a rischio i servizi pubblici anche con poche adesioni. Dalle pagine di “Repubblica” e del “Messaggero”, la leader della Cisl Anna Maria Furlan invita l’esecutivo a limitarsi a estendere l’esclusione di chi rappresenta meno del 5% dei lavoratori, già prevista per le trattative, anche agli scioperi. Un appoggio deciso alla legge sulla rappresentanza allo studio di Palazzo Chigi arriva invece dal segretario della Fiom Maurizio Landini. “Se si vuole davvero fare una legge semplice, non invasiva, che garantisca diritti e trasparenza, può aprirsi una discussione”, dichiara in un’intervista alla “Stampa”, spiegando che, in assenza di un recupero della democrazia, il sindacato è senza futuro.
Rai – È pronta, nelle intenzioni del governo, la svolta rosa della televisione pubblica. Se Marinella Soldi non dovesse ottenere l’incarico di direttore generale, magari superata da Antonio Campo Dall’Orto, a una donna potrebbe arrivare la nomina di presidente di garanzia. Una nomina su cui dovrebbe comunque arrivare il consenso di Fi o M5S per raggiungere i 27 voti necessari. Il timing è ormai serrato: domani è convocata la Vigilanza per stabilire sette dei nove membri del nuovo cda. Solo dopo Palazzo Chigi indicherà dg e presidente di garanzia: quest’ultimo nome verrà confermato giovedì in una nuova riunione.