In evidenza sui maggiori quotidiani:
– Unioni civili: ricomincia la battaglia, Pd, M5s e Sel votano compatti per il sì, resistenza dai centristi Area Popolare
– Meloni imbavagliata: l’Unar, l’Ufficio nazionale antidiscriminazione presidenza del Consiglio dei ministri, rimprovera la presidente di FI. Meloni: “prove generali di un regime”
– Sondaggi politici: ottimi i risultati sia per M5s che per il Pd. Renzi: ” Pd, motore delle riforme e del cambiamento”
– Tasse, Renzi: “imposte sulla casa, il funerale il 16 dicembre. Non decide Bruxelles”.
– Unioni civili: ricomincia la battaglia, Pd, M5s e Sel votano compatti per il sì, resistenza dai centristi Area Popolare
– Meloni imbavagliata: l’Unar, l’Ufficio nazionale antidiscriminazione presidenza del Consiglio dei ministri, rimprovera la presidente di FI. Meloni: “prove generali di un regime”
– Sondaggi politici: ottimi i risultati sia per M5s che per il Pd. Renzi: ” Pd, motore delle riforme e del cambiamento”
– Tasse, Renzi: “imposte sulla casa, il funerale il 16 dicembre. Non decide Bruxelles”.
Politica interna
Riforme: la minoranza Pd chiude definitivamente ad una scissione ed alla possibilità di un nuovo partito a sinistra. Sarà l’ex segretario Bersani a ribadirlo questa sera nel suo intervento alla Festa dell’Unità; il progetto diventa quello di aprire un nuovo cantiere, ma all’interno del Nazareno, riunendo innanzitutto le due anime, quella cuperliana e quella guidata da Speranza, per poi puntare ad un asse con Sel, che dovrebbe tornare ad allearsi con il Pd con l’obiettivo di scegliere insieme i candidati alle amministrative. Anche i ribelli più oltranzisti hanno ormai capito che l’elettorato anti-renziano sceglierebbe l’astensionismo o il voto a Grillo, quindi basta fughe alla Civati o alla Fassina. Bersani vede nelle amministrative e nella legge di stabilità le prime due sfide da portare avanti all’interno del Pd; ma Renzi non abbandona la linea dura e chiede una maggioranza solida per la riforma del Senato, dopo aver avuto indirette rassicurazioni che il presidente Grasso non renderà emendabile il cuore dell’articolo 2. In un’ampia intervista intanto Massimo D’Alema critica Renzi accusandolo di danneggiare il partito rinnegandone la storia comune.
Rai: è stata sufficiente un’ora per sistemare la faccenda delle deleghe all’interno del Cda della Rai. Nessuna turbolenza dunque, i poteri speciali per il presidente, Monica Maggioni, richiesti dall’azionista ministero dell’Economia sono stati accordati e la Maggioni potrà firmare, su proposta del direttore generale Campo Dall’Orto, contratti fino a 10 milioni di euro, nonché provvedere alle nomine dei dirigenti per le strutture non editoriali senza dover passare prima per il consiglio di amministrazione. Nessuna rimostranza, nessun ostruzionismo, persino il temuto Freccero non ha avuto nulla da eccepire alle decisioni prese. La presidente ha assicurato che ogni scelta sarà condivisa e quindi i consiglieri non si troveranno di fronte al fatto compiuto, non saranno cioè ridotti al ruolo di meri passacarte. Il dg Dall’Orto ha poi illustrato conti e prospettive dell’azienda, spiegando che la “sua” Rai prenderà forma tra marzo e maggio.
Politica estera
Migranti: i ministri degli esteri di Roma, Parigi e Berlino hanno lanciato un appello all’Alto Rappresentante per la Politica estera e di Sicurezza della Ue, Mogherini, chiedendo che l’Europa dia immediatamente una forte risposta comune, fondata su principi di solidarietà e umanità, all’emergenza dei migranti. Di fronte al drammatico aggravarsi della crisi l’Unione Europea deve mostrarsi capace di raccogliere una sfida di portata storica, formulando una regola comune dei rimpatri ma anche dandosi un’ambiziosa politica integrata del diritto di asilo. Il documento inviato a Mogherini comprende anche una lunga parte dedicata alla lotta contro le cause di fondo delle migrazioni nei Paesi d’origine ed in quelli di transito, nonché la proposta di accompagnare i processi politici in corso con misure economiche mirate a sostenere le popolazioni locali.
Iran: il lungo e paziente lavoro dell’amministrazione Obama ha ottenuto il risultato di piegare la resistenza repubblicana e raggiungere la quota minima di 34 voti per salvare il trattato sul nucleare con l’Iran. L’opposizione ha fatto sapere che non si arrende ed ha annunciato che il 17 settembre metterà ai voti una risoluzione per condannare l’accordo, firmato lo scorso 14 luglio, che promette di sollevare le sanzioni contro il governo di Teheran in cambio di un drastico taglio nel suo programma nucleare. Ma la scelta della senatrice Barbara Mikulski di dare il suo appoggio all’intesa consente ad Obama di mettere il suo veto sulla bocciatura dell’accordo, perché in Senato occorre una maggioranza di due terzi su un totale di cento per azzerare un veto presidenziale. Il segretario di Stato Kerry non si dice completamente soddisfatto e punta all’obiettivo di raggiungere quota 41 favorevoli, in modo da evitare anche il ricorso al veto presidenziale.
Economia e Finanza
Fisco: “Le tasse da tagliare le decidiamo noi e non Bruxelles” ed il 16 dicembre si celebreranno “i funerali della tassa sulla casa”. Non si arresta lo scontro tra il premier e l’Unione europea che martedì aveva consigliato, seppur in maniera informale, che per sostenere la crescita economica sarebbe meglio alleggerire le imposte sul lavoro, invece di ridurle sugli immobili. Renzi non ha perso occasione per bacchettare le istituzioni comunitarie e nel corso di un’intervista concessa ad una radio italiana ha apertamente criticato la Ue, che gira la testa davanti ai barconi carichi di migranti e poi pensa di poter spiegare come si devono pagare le tasse. La replica arrivata da Bruxelles ha tentato di smorzare i toni della polemica, la portavoce della Commissione agli Affari economici ha detto che le misure fiscali del governo italiano saranno valutate solo in autunno e solo in base ai fatti.
Bce: nel corso della prima riunione, dopo la bufera sui mercati causata dalla crisi economico-finanziaria della Cina, sono attese le dichiarazioni del Presidente sulla disponibilità a nuove misure di stimolo se l’inflazione dovesse ancora rallentare. Difficilmente però delle decisioni saranno prese oggi, verrà invece affrontato un altro fattore di preoccupazione che è quello dell’eccessivo rafforzamento dell’euro. I mercati si attendono però, nel corso della conferenza stampa successiva alla riunione, che Mario Draghi offra un segnale chiaro della disponibilità ad agire in modo deciso nel caso l’inflazione dovesse interrompere la ripresa verso l’obiettivo di avvicinarsi al 2%. L’interpretazione del quadro macroeconomico non è comunque facile, i ribassi del petrolio e la volatilità delle Borse non aiutano a fare previsioni, probabile che la Banca centrale tagli marginalmente le previsioni di ripresa del costo della vita per quest’anno, rispetto all’1,5% indicato a giugno.