In evidenza sui maggiori quotidiani:
– Emergenza immigrazione: asse Merkel-Hollande. I Paesi dell’Est: no alle quote obbligatorie
– Draghi: “La ripresa rallenta”. E la Bce rilancia i mercati
– Pd, con le riforme a rischio gli equilibri interni
– Il ritorno di Marino a Roma. In migliaia in piazza per la manifestazione “Antimafia Capitale”
Politica interna
Finanziamento ai partiti: il Pd esulta per i cinque milioni e mezzo di euro ottenuti da 549mila finanziatori, mentre per FI il deludente esito della raccolta fondi con il due per mille, che ha portato nelle casse del partito meno di mezzo milione, rappresenta solo l’ennesimo tassello di un lento e inesorabile declino. I Cinquestelle rivendicano con orgoglio il loro “zero soldi pubblici” e ricordano di aver rinunciato ai 42 milioni di rimborso elettorale loro spettanti, tutti gli altri partiti si stanno mobilitando per scoprire quanti soldi siano stati loro donati dagli elettori e la sorpresa è positiva, a detta della maggioranza delle formazioni politiche, dopo il flop dello scorso anno. Per ora il ministero dell’Economia non ha diffuso numeri ufficiali, che arriveranno solo a marzo, quindi per conoscere i dati occorre rivolgersi ai partiti. Il Pd è in festa ed il tesoriere Bonifazi sottolinea l’esito positivo della strategia adottata, fatta di un lavoro a tappeto di sms, newsletter, passaparola e sensibilizzazione dei militanti nelle sedi locali. Soddisfatto si è detto anche il tesoriere di Sel, quello di Ncd ha definito “un grande risultato” i 150mila euro raccolti.
Pd: al di là del fatto di essere iscritti allo stesso partito, il ministro Maria Elena Boschi e l’ex segretario Pier Luigi Bersani, incrociatisi alla Festa dell’Unità di Milano, sono su due pianeti diversi. Bersani, oggi in minoranza, guarda alla pancia del Pd e parla apertamente di disagio, di un problema politico che va affrontato perché “parecchia della nostra gente sta pensando che la si porti dove non vuole andare”. Maria Elena Boschi detta invece la linea del governo di fronte alle critiche e ricorda che la democrazia non è l’unanimità, ma che si decide a maggioranza, e così sarà anche nel partito di Renzi. Lo strappo è nell’aria da mesi, si sa che al Senato il governo potrebbe avere bisogno di una stampella ed il ministro più renziano che c’è guarda alla realpolitik, a partire dalla mano che potrebbe arrivare da Dennis Verdini. Bersani non risparmia critiche al segretario definendolo “l’uomo solo guinzaglio di chi ha risorse economiche” ed attaccandolo sul fronte delle riforme, arrivando a ipotizzare l’abolizione del Senato con una nuova legge elettorale per la Camera.
Politica estera
Immigrazione: è stato François Hollande ad annunciare ieri, dopo essersi consultato con Angela Merkel, un’iniziativa comune franco-tedesca per organizzare l’accoglienza dei rifugiati e per una loro equa ripartizione in Europa. Il presidente francese non ha mai pronunciato la parola “quote” ma lo ha fatto la cancelliera tedesca, che ha chiaramente parlato di “quote vincolanti in seno alla Ue” per suddividere i compiti fra tutti i Paesi; un meccanismo permanente e obbligatorio affinché ogni nazione europea si faccia carico di una parte dei rifugiati che fuggono dalla Siria. Si tratta di un cambiamento radicale rispetto all’atteggiamento finora tenuto da Parigi e Berlino, ma la situazione è cambiata e Hollande ha detto che “questo è il tempo di agire”. Anche dalla Gran Bretagna arrivano i primi segnali di apertura, dopo le dichiarazioni intransigenti di Cameron dei giorni scorsi; Londra è pronta ad accogliere migliaia di profughi siriani.
Cina: a pochi giorni dal 70mo anniversario della resa giapponese nella seconda guerra mondiale i vertici del partito hanno organizzato a Pechino una parata militare in grande stile, con show di missili balistici, jet, carri armati, veicoli corazzati di cui molti mai visti in pubblico sino ad ora, una vera e propria esibizione nazionalistica in chiave anti-giapponese, con lo scopo di dimostrare tutta la potenza militare ed esaltare l’orgoglio del popolo cinese, ma anche con un significato “interno” diretto a intimorire gli ufficiali corrotti e a proseguire la campagna moralizzatrice scatenata già qualche anno fa dal Presidente Xi Jinping. La maggioranza dei leader occidentali ha respinto l’invito a partecipare, nel timore che il messaggio inviato dalla Cina possa destabilizzare una regione che cerca di trovare una sua chiave di riappacificazione; sul palco d’onore era presente Vladimir Putin, accanto alla Presidente della Corea del Sud Park Geun-hye ed al leader cinese Xi.
Economia e Finanza
Draghi: la Bce è pronta ad un nuovo stimolo monetario se il peggioramento dell’economia europea, delineato ieri dal taglio alle previsioni di crescita ed inflazione, dovesse rivelarsi più che temporaneo. Se necessario il Quantitative Easing, l’operazione con la quale Francoforte sta acquistando da marzo titoli di stato dell’Eurozona, potrebbe continuare anche dopo il settembre 2016, scadenza finora fissata, perché il programma dispone della sufficiente flessibilità, in termini di aggiustamento di mole e durata; la Banca centrale ha inoltre alzato il limite di acquisto sui singoli titoli dal 25% al 33%. Il governatore ha confermato che l’Eurotower è disposta a tutto per difendere gli obiettivi di inflazione e per sostenere la ripresa, il che era proprio quello che si aspettavano di sentire le borse del Vecchio continente, che hanno infatti reagito positivamente, accelerando subito dopo le dichiarazioni di Draghi e chiudendo tutte in ampio rialzo. Il discorso del Presidente Bce ha anche influito positivamente sull’euro, sceso al di sotto dell’1,11 nei confronti del dollaro.
Fmi: una crescita mondiale “moderata” che fa aumentare i rischi per la ripresa. Una debolezza che riguarda anche l’Eurozona, nonostante i segnali positivi arrivati nel secondo trimestre da Italia, Irlanda e Spagna, con prospettive di miglioramento per Italia, Germania, Francia e soprattutto Spagna. Questa la valutazione contenuta nel documento pubblicato dal Fondo Monetario Internazionale in preparazione al G-20 finanziario che si apre oggi ad Ankara. Prevista una continuazione della “ripresa moderata” dell’area euro nel 2015-2016, sostenuta dai bassi prezzi del petrolio e dal deprezzamento della moneta continentale, mentre a livello mondiale, dopo l’emersione dalle difficoltà dell’economia cinese la ripresa si manterrà lenta per il rallentamento in atto nelle economie emergenti e la gracilità della ripresa nelle economie avanzate.