In Italia, nonostante tutto e tutti, c’è ancora una voglia di Gioco. E’ quanto si evince dal Rapporto Coop 2015 che in gerenale segna Una ripresa lenta e anomala ma pur sempre ripresa. Il Paese insomma torna se non altro a camminare dopo una recessione che è costata lacrime e sangue alle famiglie italiane che hanno lasciato sul piatto dal 2007 a oggi 122 miliardi di euro (47 miliardi di minori risparmi e ben 75 miliardi di minori consumi).
E in tutto questo c’è chi pensa appunto al Gioco. In Italia infatti sono 15 milioni le persone italiani che giocano, il 38,3% della popolazione adulta. Tra questi, 900mila sono affetti da dipendenza dal gioco d’azzardo: si tratta del 6% dei giocatori. Unico elemento negativo: il volume d’affari del gioco illegale supera di poco quello del gioco legale, che si attesta peraltro su di una raccolta di 84,4 miliardi di euro. In testa alle preferenze degli italiani si confermano gli apparecchi da intrattenimento, guidati dalle slot machine, che consentono al giocatore di scegliere, all’avvio o nel corso della partita, la propria strategia di gioco, selezionando le opzioni ritenute più favorevoli tra quelle proposte (le cosiddette New Slot). È un testa a testa con le più recenti Video Lottery, terminali di gioco che consentono una pluralità di giochi di abilità e fortuna con vincite più elevate. Il volume del gioco transitato attraverso questi apparecchi nel 2014 ha raggiunto i 46 miliardi di euro, in lieve calo rispetto al 2013. Ciò che rende accattivanti questi giochi, e che poi è anche la causa di un numero crescente di ludopatie, è il “ritorno” (payout) più generoso rispetto ai giochi tradizionali, quali lotto e lotterie: le vincite, infatti, non possono essere inferiori al 75% del volume delle giocate, l’85% nel caso delle Video Lottery. Si può ben comprendere come a fronte dell’ingente volume di giocate l’effettivo esborso a carico dei giocatori è inferiore, ma pur sempre ragguardevole, e pari a 9,8 miliardi di euro. La spesa destinata/assorbita dal complesso del gioco legale arriva a 17,5 miliardi (con un progresso dello 0,4% sul 2013). La graduatoria regionale della spesa pro capite riferita ai soli apparecchi da intrattenimento è guidata da lombardi e emiliano-romagnoli, con oltre 200 euro pro capite l’anno, ed è chiusa dai siciliani, che destinano al gioco legale meno della metà della media nazionale (circa 76 euro l’anno). Alle ultime posizioni di questa singolare classifica della spesa per apparecchi di intrattenimento, si trovano quasi tutte le regioni del Mezzogiorno: un dato che da un lato sembra ricordare che le somme giocate sono minori laddove minori sono le disponibilità economiche, ma in un altro senso può indicare la presenza di sacche ancora diffuse di gioco illegale. Le stime più recenti accreditano di un valore di 23 miliardi di euro l’anno il gioco illegale: un giro d’affari persino superiore a quello del gioco legale. La piazza virtuale, quella delle migliaia di siti internet non autorizzati ad esercitare il gioco d’azzardo, è il principale veicolo di illegalità: nel 2014 su circa 55mila siti dedicati al gioco d’azzardo le segnalazioni ai Monopoli di Stato da parte della Polizia Postale per presunte irregolarità sono state 49 mila. 194