La notizia in apertura sulla maggior parte dei giornali di oggi è il risultato delle elezioni in Catalogna, dove le liste dei partiti secessionisti hanno ottenuto la maggioranza assoluta dei seggi ma non dei voti, ma molto spazio sulle prime pagine è dedicato anche alla prima azione militare francese contro l’ISIS in Siria e al ricordo di Pietro Ingrao, morto ieri a 100 anni. I quotidiani sportivi titolano sul campionato di calcio con la vittoria nel posticipo sull’Inter della Fiorentina, che raggiunge proprio l’Inter in testa alla classifica.
Politica interna
Boschi-Verdini – Denis Verdini e Maria Elena Boschi sono stati invitati sul palco della festa di Scelta Civica, tenutasi in un albergo sul lungomare di Salerno. Entrambi, da diverse prospettive, hanno spiegato il loro slancio verso la modernità. Che per il ministro delle Riforme coincide con il superamento del bicameralismo perfetto, che “rallenta le decisioni e non sempre migliora le leggi”, mentre per Denis Verdini passa attraverso la possibilità di “spostarsi da una parte all’altra senza aver paura, ma guardando solo ed esclusivamente ai programmi”. Verdini sostiene che in politica la modernità va vista in un’ottica di “disgregazione dei poli” che serva a “costruire un’opinione che attragga per poi riaggregare e rimettere insieme tanti pezzi”. La Boschi torna poi a parlare dell’algoritmo di Calderoli, dichiarando che in Senato “non sarà una passeggiata di salute”, e che “di fronte a una situazione inedita bisogna trovare una soluzione adeguata”.
Forza Italia – Silvio Berlusconi parla di una nuova “discesa in campo”, e lo fa dal palco della tre giorni di formazione politica organizzata da Mariastella Gelmini a Calvagese, sul lago di Garda. L’arsenale retorico è il solito: l’anticomunismo, i magistrati, l’Italia che perde prestigio. Come sfondo gli ultimi vent’anni. Con le riforme compiute e la rivoluzione liberale non ultimata per via dei “quattro colpi di Stato”, l’ultimo dei quali ha portato alla condanna giudiziaria e alla conseguente incandidabilità. Per Berlusconi occorre recuperare il voto dei moderati con un programma che riunisce lo spirito del ’94 e qualche nuovo guizzo (flat tax al 20%, abolizione di Equitalia e la pensione alle casalinghe).
Ingrao – Si è spento ieri a Roma Pietro Ingrao, dirigente storico del Pci. Primo comunista a diventare presidente della Camera dal 1976 al 1979. Sono arrivati messaggi di cordoglio dalle istituzioni e da tutte le espressioni della sinistra. Per il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, “Ingrao è stato una personalità di grande rilievo non soltanto per la parte politica nella quale ha militato con impegno e dedizione. La sua passione resterà un patrimonio del Paese e la sua libertà interiore è un esempio per le giovani generazioni”.
Politica estera
Spagna – La Catalogna ha scelto l’indipendenza, sbattendo la porta in faccia a Madrid. I partiti indipendentisti raggiungono il risultato prefissato: ottenere la maggioranza assoluta dei seggi al Parlamento di Barcellona, che a breve dichiarerà aperto il processo verso l’indipendenza. Artur Mas, leader della lista secessionista Junts Pel Sì, è stato chiaro nelle scorse settimane: “Con la maggioranza nell’assemblea c’è la piena legittimazione per cominciare il nostro cammino verso la secessione”. Ma c’è un’ombra che si nasconde tra i numeri. La vittoria della lista Junts Pel Sì (39,6%, 62 seggi) è netta se si guardano i seggi, molto meno se si contano i voti: il 47%, tanti in un voto regionale, pochi in un plebiscito, come è stata ribattezzata questa elezione. Su questo punto gli avversari daranno battaglia, perché “più della metà dei catalani non vuole l’indipendenza”.
Francia – Con un attacco nei pressi di Deir al-Zour la Francia ha compiuto il primo raid aereo contro lo Stato Islamico (Isis) in Siria. Come spiega il presidente francese François Hollande l’obiettivo è stato un “campo di addestramento di terroristi nella Siria orientale che complottavano contro di noi”. Un’azione che consente al governo francese di ritagliarsi un ruolo nei contatti in corso fra Mosca e Washington sulla sorte di Bashar al Assad. Precisa Hollande: “Serve una soluzione politica per porre fine alla guerra in Siria ma Assad non può esserne parte”. Una posizione netta, che si discosta da quella del premier britannico David Cameron (“per breve tempo Assad può restare al potere”) e da quella della cancelliera tedesca Angela Merkel (“la soluzione passa attraverso Assad”).
Russia – Oggi a New York Vladimir Putin si rivolgerà all’Assemblea generale delle Nazioni Unite per la prima volta in dieci anni. Ci si attende che lancerà agli Usa il guanto della sfida, proponendo una nuova coalizione internazionale con la Russia come membro cruciale per combattere l’Isis in Siria.
Economia e Finanza
Slot machine – Il governo mette di nuovo nel mirino il settore dei giochi. L’obiettivo è di far arrivare nelle casse dello Stato, dal prossimo anno, almeno 800 milioni di euro. Si pensa a un cambio di tassazione delle macchinette, attualmente basata su di una percentuale fissa (13,6%) degli incassi. Il nuovo sistema vorrebbe tassare non quanto le società incassano, ma i loro effettivi guadagni, che si ottengono detraendo le vincite pagate agli scommettitori. L’aliquota sarebbe sostanzialmente più alta di quella applicata agli incassi. Si salirebbe al 60% per le slot machine e al 50% per le più moderne videolotterie.
Fiscal compact – Il Governo è intenzionato ad abbattere la zavorra che impedisce all’economia italiana di ripartire. E per farlo inizierà nel 2016 con una sforbiciata del rapporto debito-Pil dell’1,4% rispetto al 2015, per poi proseguire con una riduzione più marcata del 3,5% nel 2017 e del 4,2% nel 2018, con un livello che nel triennio passerà dal 132,8 al 123,7% del Pil, per arrivare al di sotto del 120% nel 2019. Operazione facilitata anche da un quadro complessivo che, secondo le previsioni dell’esecutivo, diventerà più favorevole. Una tabella di marcia per invertire il trend dopo otto anni di debito pubblico in costante aumento, e soprattutto per rispettare i nuovi vincoli europei del Fiscal Compact che per l’Italia entrano in vigore proprio nel 2016, tre anni dopo l’uscita dal cosiddetto “braccio correttivo del Patto di Stabilità”, con un deficit sotto il 3% del Pil.