Comitato per l’Agro Caleno: NO Centrale a Biomasse
Ormai sono settimane che i media ci bombardano con le polveri sottili nelle grandi città dando colpa alla pioggia che non arriva, purtroppo nessuno si preoccupa dell’inquinamento, quello sì tossico e cancerogeno, degli ecomostri, dei camini delle fabbriche, dei roghi tossici, dei grandi disastri ambientali causati da mega discariche.
Sulla “nostra” discarica alla ex Pozzi è sceso un silenzio inquietante e pericoloso, finite le passerelle mediatiche è come se tutti gli effetti nefasti che ha prodotto e che produce quotidianamente fossero magicamente scomparsi.
Patriciello, Picierno, Sindaci e compagnia cantante battete un colpo!
Infatti, in questo luogo, il pericolo della costruzione della Centrale a Biomasse è ancora reale e concreto: il progetto dell’imprenditore Raffaele Iavazzi è ancora in piedi. Dopo il rinvio dell’ultima conferenza dei servizi, di giugno 2015, dopo che il progetto è stato definito inadeguato, pare che a settembre abbia ripresentato tutta la documentazione necessaria ad integrare il progetto. I 17 milioni di euro sono ancora nella sua disponibilità e nonostante l’enorme quantità di rifiuti industriali fuoriusciti dagli scavi della Guardia Forestale nell’area Ex Pozzi, il governo non ha ritirato il finanziamento concesso alla Iavazzi Ambiente Scarl.
In quell’occasione fu concesso un termine massimo di 90 giorni per l’adeguamento del progetto e per presentare la dovuta certificazione antimafia. Proprio quest’ultima rappresenta ancora un grosso ostacolo per l’imprenditore, visto che attualmente opera senza certificato antimafia, ritirato nell’agosto 2015. A tutto ciò si aggiunge quanto dichiarato dall’ARPAC, che, dopo aver analizzato i campioni raccolti nell’area Ex Pozzi, dichiara che su 24 campioni sono stati riscontrati 13 casi di rifiuti “speciali e pericolosi”. Cromo, zinco, piombo, clorometano sono solo alcune delle sostanze più pericolose rinvenute.
Il 15 Gennaio 2016 si svolgerà a Caserta una nuova seduta della conferenza dei servizi. Lì scopriremo come Iavazzi ha cercato di rattoppare le carenze non solo tecniche sulla tipologia di FORSU in entrata, qualità e smaltimento del digestato in uscita, emissioni pericolose nell’atmosfera, sito inopportuno. Carenze che cozzano con i principi di salvaguardia del territorio ed il diritto alla salute dei cittadini (ma il governo renziano non aveva promesso una soluzione a brave scadenza?).
A quella seduta saranno di nuovo presenti i sindaci dell’Agro Caleno (Calvi Risorta, Pignataro Maggiore, Sparanise e Camigliano), esponenti dell’ARPAC e dell’ASL.
Da essi pretendiamo la conferma del parere negativo già dato. Il loro NO sarà l’ultimo ostacolo invalicabile per Iavazzi e lo costringerà a dover ritirare il progetto criminoso dell’impianto energetico.
Noi come comitato continueremo la nostra ferma opposizione e annunciamo che saremo presenti il 15 gennaio in conferenza perché le comunità intere siano sempre aggiornate in tempo reale su quanto accade.