Politica interna
Giuseppe Sala – La corsa alla poltrona di sindaco di Milano è partita, e Giuseppe Sala rivendica ancora una volta il suo essere di sinistra. E una cosa di sinistra l’ex numero uno di Expo l’ha detta subito: è a favore delle unioni gay, e sottolinea che “Milano è una città aperta e cosmopolita, anche su questo fronte dobbiamo essere in linea con gli standard internazionali”. Una mossa arrivata il giorno dopo gli endorsement di peso conquistati dalla candidata Francesca Balzani, l’unica “in grado di parlare a tutte le culture e le esperienze che compongono l’area del centrosinistra” (almeno secondo 130 personalità della cultura e delle professioni). Sul tema delle unioni omosessuali rilancia anche il terzo sfidante, Pierfrancesco Majorino: “In un Paese medioevale in cui la legge sulle unioni civili prosegue il suo cammino stentato, a Milano vorrei un assessore espressione diretta del movimento Lgbt”. Sul questo punto la giunta Pisapia rivendica di aver fatto conquiste come il registro delle coppie di fatto.
Forza Italia – Il panico e la voglia di fuga segnano anche questi primi giorni dell’anno tra i berlusconiani. Subito dopo l’Epifania i colonnelli forzisti si sono dati appuntamento a Roma per fare il punto della situazione, mentre Berlusconi è sempre più distante e disinteressato. Renato Brunetta è il più nervoso: “Se davvero mi fa fuori, io esco e faccio un mio partito, poi voglio vedere…” è lo sfogo fatto in queste ore dal capogruppo a pochi amici. Secondo i dirigenti del partito il 2016 potrebbe segnare l’uscita di scena dell’ex Cavaliere. Un ragionamento che si basa su tre “minacce” incombenti: oltre al risultato delle amministrative di giugno c’è la sentenza, attesa per maggio, della Corte europea dei diritti dell’uomo, che difficilmente sovvertirà gli effetti della legge Severino riabilitando Berlusconi in Italia. La terza problematica è rappresentata dagli ottant’anni che Berlusconi compirà a settembre. La chiusura della sede del partito il 31 gennaio è solo un aspetto dello smantellamento che porta molti a parlare di “ibernazione” di Forza Italia.
Politica estera
Medio Oriente – Iran e Arabia saudita si affrontano ferocemente all’indomani dell’esecuzione di 47 persone accusate di terrorismo da Riad. Ora il timore è che il confronto degeneri, vanificando quegli sforzi faticosi per costruire una grande alleanza contro l’Is e per avviare, sotto egida Onu, il processo di pace in Siria. Timore che ha portato l’Occidente a reagire senza sbilanciarsi troppo, cercando di disinnescare le tensioni, come ha fatto ieri Federica Mogherini in una lunga conversazione con il ministro degli Esteri iraniano Mohammed Javad Zarif. Entrambi hanno convenuto sulla “necessità che le parti facciano ogni sforzo per mantenere la situazione sotto controllo”. Anche dagli Stati Uniti arriva l’appello ai leader della regione per “non esacerbare le tensioni regionali” e al governo saudita perché “rispetti e protegga i diritti umani, assicuri la trasparenza giudiziaria e permetta espressioni pacifiche di dissenso”.
Israele – Dopo cinque mesi d’indagini da parte dello spionaggio interno israeliano sono stati incriminati due giovani estremisti ebrei per il rogo nel quale, nel villaggio di Duma, il 30 luglio dello scorso anno trovarono la morte una giovane coppia palestinese e il loro bambino di 18 mesi. Un crimine che ha contribuito ad alimentare l’attuale ondata di violenza in Israele e in Cisgiordania. Il premier Netanyahu ha promesso “tolleranza zero”.
Economia e finanza
Eurostat – Secondo i dati Eurostat i fattori nevralgici che frenano l’economia italiana sono la disoccupazione giovanile, l’industria in affanno e le costruzioni che faticano a decollare. Ieri l’Ansa ha pubblicato una notizia che non deve essere stata digerita facilmente dal governo: “Crisi: Eurostat, l’Italia non recupera, peggio di big Ue”. Un titolo che ha spinto il ministero dello Sviluppo economico a inviare una precisazione all’Ansa, dove si sottolineano gli aspetti positivi contenuti nelle 43 pagine del Cruscotto congiunturale, il report del ministero oggetto dei lanci di agenzia che hanno innescato il caso. Per Palazzo Chigi si tratterebbe di un allarmismo fuori luogo sia perché lo studio esamina l’economia in modo periodico sia perché i dati si riferiscono a ottobre 2015. Sarebbero quindi da considerarsi già superati. Giustificazioni che non placano le polemiche. Brunetta (FI) parla di eurogufi alla riscossa e avverte Renzi che “di questo passo ci vorranno 10 anni per tornare ai livelli pre crisi”. Una stoccata arriva anche dalla minoranza Pd con il senatore Federico Fornaro: “I dati Eurostat rappresentano un sano bagno di realtà”.
Piano Juncker – Secondo la Commissione Ue “Il Piano Juncker sta già mostrando risultati concreti”, e il suo braccio operativo, l’Efsi, “sta aiutando ad attrarre investitori privati per investire in progetti a più alto rischio”. La Bei prevede, infatti, che con la chiusura dell’anno saranno 50 i miliardi già sbloccati per gli investimenti in Europa a favore di crescita, innovazioni e pmi. Da aprile sono almeno 42 i progetti finanziati, 6 dei quali italiani.