In evidenza sui giornali il voto con cui il Senato ha bocciato le mozioni di sfiducia nei confronti del Presidente del Consiglio Renzi e del ministro Boschi per la vicenda delle banche, e la ricerca delle responsabilità per la copertura delle statue in Campidoglio durante la visita del Presidente iraniano Rouhani. Fanno scelte diverse la Stampa, che apre sull’accordo che sarebbe stato firmato da una società italiana con l’Iran per la fornitura di 20 ATR e che violerebbe le sanzioni americane, e Repubblica, che titola sul contenzioso fra il fisco italiano e Google, mentre i quotidiani sportivi si occupano della netta vittoria della Juventus sull’Inter nell’andata delle semifinali di coppa Italia.
Politica interna
Governo – Il governo supera l’esame del Senato sulla mozione di sfiducia legata al crac delle banche salvate per decreto. Con 178 voti contrari alla richiesta di sfiducia presentata da Forza Italia e dalla Lega Matteo Renzi continua a navigare in sicurezza, ma gli aiuti extra maggioranza continuano ad avere un peso determinante. Le mozioni chiedevano le dimissioni del governo, con un occhio particolare per Banca Etruria, sulla quale il governo avrebbe dovuto fare un passo indietro a causa del conflitto d’interessi del ministro Boschi, il cui padre Pierluigi è stato vice presidente. Il premier è andato all’attacco, ribadendo che “per noi non ci sono amici o nemici, non esiste alcun conflitto di interesse”.
Unioni civili – Gli emendamenti alla legge sulle unioni civili sono scesi da oltre 6000 a meno di mille, sempre che la tregua tra Lega Nord e Pd regga. I leghisti eviteranno l’ostruzionismo in cambio del ritiro del cosiddetto “super canguro”, l’emendamento del renziano Andrea Marcucci che avrebbe “ghigliottinato” la discussione parlamentare. Ma soprattutto la destra ottiene lo slittamento del voto sulle unioni civili a martedì prossimo, dopo il Family day di sabato al Circo Massimo. Un rallentamento che non tranquillizza le associazioni gay. Per Marilena Grassadonia, presidente delle Famiglie Arcobaleno, la paura è che “a furia di mediazioni sempre più fantasiose, si rende la legge più discriminatoria”.
Politica estera
Germania – Alla vigilia del suo incontro con la cancelliera Angela Merkel, il premier Matteo Renzi, intervistato dal Frankfurter Allgemeine Zeitung, non accetta di venire a sapere dalla stampa dei contatti della Merkel con Hollande e Juncker sulla questione dei migranti. Il premier Renzi dichiara di stimare la cancelliera, e sottolinea che sono molti di più i punti di contatto che quelli di contrasto, ma non può accettare “il comportamento della Germania, che inizia ogni appuntamento dell’Unione Europea con un incontro bilaterale con i francesi”. Sui punti che i due leader hanno in comune c’è la consapevolezza del “pericolo che l’Europa perda se stessa e che ne rimangano soltanto rovine”. E aggiunge: “Se vogliamo salvare l’Europa dobbiamo salvare anche la nostra cultura”. Sul tema dei rifugiati Renzi ammette che “occorre controllare meglio i confini europei”, e che la decisione sui rimpatri e sull’asilo “non può essere compito dei singoli Stati, ma dev’essere presa in nome e per conto dell’Europa”. Infine il premier dichiara di non temere i populismi, perché “le cifre economiche dell’Italia tolgono al Movimento 5 Stelle e alla Lega Nord molti degli argomenti con i quali cercano di aizzare l’insoddisfazione della gente”.
Iran – Palazzo Chigi avvia un’indagine interna per accertare le responsabilità sulla decisione di coprire le statue dei Musei Capitolini per la visita di lunedì scorso del presidente iraniano Hassan Rouhani. Il segretario generale Paolo Aquilani assicura “chiarezza con la massima sollecitudine”. Rouhani non commenta il caso definendolo una “questione giornalistica” ed esprimendo apprezzamento per l’ospitalità italiana. Ieri mattina dopo aver accompagnato il presidente iraniano al Colosseo, il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini definisce la scelta di censurare le opere d’arte “incomprensibile” e aggiunge che ci sarebbero stati “altri modi” per non urtare la sensibilità di un ospite straniero.
Economia e finanza
Fisco – Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha illustrato ieri in Parlamento i dati sull’evasione fiscale, confermando un nuovo record nella lotta a chi non paga le tasse: “Dai primi dati disponibili il gettito dell’attività di contrasto all’evasione nell’anno 2015 supererà i 14,2 miliardi del 2014”. A monte del successo c’è la strategia dell’invio di 500mila lettere durante il 2015, che ha anticipato le recenti linee d’indirizzo dell’Economia imperniate sulle banche dati e sull’adesione spontanea del cittadino. A rendere possibile l’invio in tempo reale delle comunicazioni ai “sospetti” ha contribuito l’operazione “730 precompilato” che ha consentito di scovare in pochi giorni gli “irregolari”. A contribuire all’aumento del gettito anche due misure: la “reverse charge” (l’obbligo del pagamento dell’Iva da parte di chi compra e non, come è uso, di chi vende) e lo “split payment” (il pagamento dell’Iva da parte della pubblica amministrazione direttamente al fisco evitando che sia il fornitore ad incassarla con il rischio che non la paghi).
Banche – Il meccanismo individuato dal governo, e approvato dalla Commissione Ue, per liberare le banche dai crediti dubbi dovrà essere tradotto in norme. Per questo il governo pensa a un maxi-decreto legge che contenga pure la riforma delle banche di credito cooperativo e un anticipo di quella del diritto fallimentare per velocizzare le procedure concorsuali. Decreto previsto per oggi, ma rimandato per la sua complessità al consiglio dei ministri della prossima settimana. Visto il tracollo di ieri dei titoli bancari gli istituti di credito sembrano però perplessi sulla soluzione individuata.